Costituisce insegnamento risalente quello per cui la divisione possa essere impugnata solo attraverso l’azione di annullamento, per dolo o violenza, ovvero attraverso l’azione di rescissione per lesione (però non ammessa, ex articolo 764 c.p.c., comma 2, quando vi e stata transazione sulle questioni insorte). Sicche’, per il vigente sistema, e’ inammissibile una azione di annullamento...
Categoria: Divisione
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 5 settembre 2016, n. 17576
In caso di divisione ereditaria in cui il giudice di appello, in presenza di masse plurime, privilegia un criterio di divisione diverso da quello utilizzato dal giudice di primo grado, non è possibile contestare la scelta se è stata comunque assicurata la corrispondenza tra le quote ideali vantate e quelle effettivamente assegnate in natur I...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 9 settembre 2016, n.17843
L’assegnazione del godimento della casa familiare, ex art. 155 c.c. previgente e art. 155 quater c.c., o in forza della legge sul divorzio, non può essere presa in considerazione in occasione della divisione dell’immobile in comproprietà tra i coniugi, al fine di determinare il valore di mercato de/l’immobile, allorquando l’immobile venga attribuito al coniuge che...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 2 settembre 2016, n. 17519
Nella divisione di comunione ereditaria, e’ ammissibile la richiesta di alcuni coeredi di attribuzione di una porzione corrispondente ad una quota pari alla somma delle singole quote loro spettanti, il che comporta, ai sensi dell’articolo 729 c.c., un’ipotesi di porzioni diseguali, con conseguente impossibilita’ di procedere all’assegnazione delle quote mediante sorteggio e necessita’, quindi, di...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 11 agosto 2016, n. 17032
La nullita’ della consulenza tecnica d’ufficio, derivante dalla mancata comunicazione alle parti della data di inizio delle operazioni peritali o attinente alla loro partecipazione alla prosecuzione delle operazioni stesse, avendo carattere relativo, resta sanata se non eccepita nella prima istanza o difesa successiva al deposito, per tale intendendosi anche l’udienza di mero rinvio della causa,...
Corte di Cassazione, sezione VI civile, sentenza 13 luglio 2016, n. 14343
L’art. 720 c.c. richiede per la sua applicazione un’analisi economica dei risultati che concretamente possono essere eseguiti ed induce a considerare gli effetti dell’eventuale divisione del bene in termini economici più che in termini di possibilità geometrica Per approfondire sulla divisione, cliccare sull’immagine seguente Suprema Corte di Cassazione sezione VI civile sentenza 13 luglio 2016,...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 16 giugno 2016, n. 12474
In tema di accertamento delle quote di partecipazione sui beni comuni biosogna individuare i beni comuni divisibili e formare, in relazione ad essi, le relative porzioni in applicazione delle regole previste dagli artt. 1100 e ss e dalle norme sulla divisione ereditaria, giusta il richiamo espresso contenuto nell’art. 1116 cc. In particolare, avrebbe dovuto considerare...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 febbraio 2016, n. 3931. Il coerede che abbia migliorato i beni comuni da lui posseduti, pur non potendo invocare l’applicazione dell’art. 1150 c.c., che riconosce il diritto ad una indennità, può pretendere il rimborso delle spese eseguite per la cosa comune, le quali si ripartiscono al momento della attribuzione delle quote, secondo il principio nominalistico, dato che lo stato di indivisione riconduce all’intera massa i miglioramenti stessi. Inoltre, in tema di divisione giudiziale immobiliare, il debito da conguaglio che grava sul condividente assegnatario di un immobile non facilmente divisibile ha natura di debito di valore, da rivalutarsi anche d’ufficio se e nei limiti in cui l’eventuale svalutazione si sia tradotta in una lievitazione del prezzo del mercato del bene tale da comportare una chiara sproporzione nel valore delle quote di cui sono titolari i condividenti; l’esistenza dei poteri officiosi del giudice, peraltro, non esclude che la parte sia comunque tenuta ad allegare l’avvenuta verificazione di tale evento, posto che la rivalutazione non può avvenire tramite criteri automatici
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 febbraio 2016, n. 3931 Considerato in fatto I germani W.H. e M. convenivano nel 2003 innanzi al Tribunale di Bolzano Sezione Distaccata di Merano la sorella W.A. proponendo domanda di scioglimento della Comunione dei bei ereditati dal padre W.W. , deceduto nel 2001 ab intestato. Costituitasi in...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 maggio 2015, n. 10216. Ai sensi dell’art. 720 cod. civ., in caso di comunione ereditaria avente ad oggetto un immobile non comodamente divisibile, se vi sono coeredi titolari di quote identiche e tutti chiedono l’assegnazione, il giudice ha il potere-dovere di scegliere tra i più richiedenti valutando ogni ragione di opportunità e convenienza, dandone adeguata motivazione; se poi non sia ravvisabile alcun criterio oggettivo di preferenza o nessuno dei condividenti voglia giovarsi della facoltà di attribuzione dell’intero, soccorre il rimedio residuale della vendita all’incanto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 maggio 2015, n. 10216 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ODDO Massimo – Presidente Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. GIUSTI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 dicembre 2014, n. 27128. Il diritto di abitazione della casa familiare è un atipico diritto personale di godimento (e non un diritto reale), previsto nell'esclusivo interesse dei figli (art. 155, comma quarto, cod.civ.) e non nell'interesse del coniuge affidatario, che viene meno con l'assegnazione della casa familiare in proprietà esclusiva al coniuge affidatario dei figli, non avendo più ragione di esistere. Ed invero, la tutela del figlio minore o disabile è assicurata dall'affidamento al coniuge al quale la casa coniugale sia assegnata nonché dall'obbligo di mantenimento, cura ed educazione che è posto a carico di entrambi i genitori. Nel caso in cui, come nella specie, l'immobile sia assegnato in proprietà esclusiva al coniuge affidatario la invalidità di cui sia portatore il figlio e le sue condizioni di vita – che, per quel che si è detto, assumono rilevanza in relazione agli obblighi dei genitori – non possono avere alcuna interferenza sul valore di mercato dell'immobile ovvero sulla determinazione della porzione corrispondente alla quota di comproprietà spettante al condividente. Infatti, ove si operasse la decurtazione del valore in considerazione del diritto di abitazione, il coniuge non assegnatario verrebbe ingiustificatamente penalizzato con la corresponsione di una somma che non sarebbe rispondente alla metà dell'effettivo valore venale del bene: il che è comprovato dalla considerazione che, qualora intendesse rivenderlo a terzi, l'assegnatario in proprietà esclusiva potrebbe ricavare l'intero prezzo di mercato, pari al valore venale del bene, senza alcuna diminuzione.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 dicembre 2014, n. 27128 Svolgimento del processo 1.- D.S. conveniva in giudizio dinanzi al tribunale di Roma il coniuge separato F.A. chiedendo la divisione dell’immobile sito in (omissis) , e dell’appartamento in (omissis) , entrambi acquistati in regime di comunione. Costituitasi in giudizio, la F. si opponeva...