Reversibilità ex coniuge: assegno non vincola, è parametro
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Reversibilità ex coniuge: assegno non vincola, è parametro

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Ordinanza n. 5839 del 5 marzo 2025, ha stabilito che la quota della pensione di reversibilità spettante all'ex coniuge divorziato è determinata ai sensi dell'articolo 9, comma 3, della Legge n. 898 del 1970. Tale quota non deve necessariamente corrispondere all'importo dell'assegno divorzile, né quest'ultimo rappresenta un limite quantitativo insuperabile. Tuttavia, l'entità dell'assegno divorzile è uno degli elementi da valutare per la determinazione della quota di reversibilità. Questo per assicurare che l'attribuzione della pensione risponda alla finalità solidaristica dell'istituto, legata alla perdita del sostegno economico che il lavoratore deceduto forniva a tutti gli aventi diritto in vita.

Contratto mantenimento familiare valido, non privo causa.
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Contratto mantenimento familiare valido, non privo causa.

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Ordinanza n. 5869 del 5 marzo 2025, ha stabilito che un contratto stipulato tra privati per il mantenimento di un familiare bisognoso di assistenza in una struttura residenziale non è nullo per difetto di causa. Questo tipo di contratto, infatti, non è finalizzato all'erogazione esclusiva o prevalente di prestazioni sanitarie a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Di conseguenza, la Corte ha escluso che esso costituisca un negozio giuridico privo di una concreta funzione economica.

Maggior danno locazione: prova concreto pregiudizio
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Maggior danno locazione: prova concreto pregiudizio

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Ordinanza n. 5853 del 5 marzo 2025, ha stabilito che, in materia di responsabilità del conduttore per il ritardato rilascio di un immobile locato, il maggior danno ai sensi dell'articolo 1591 del Codice Civile deve essere provato in concreto dal locatore. Questa prova può avvenire anche tramite presunzioni, ma è fondamentale dimostrare che il ritardo abbia concretamente impedito di locare il bene a terzi per un canone superiore all'ultimo pattuito con il conduttore inadempiente. Non è sufficiente, a tal fine, la mera dimostrazione di un diverso e maggior valore locativo di mercato.

Mutuo perfezionato con disponibilità, non consegna fisica
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Mutuo perfezionato con disponibilità, non consegna fisica

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Sentenza n. 5841 del 5 marzo 2025, ha stabilito che il contratto di mutuo si perfeziona, e l'obbligo di restituzione per il mutuatario sorge, nel momento in cui la somma mutuata viene posta nella disponibilità giuridica del mutuatario, anche se non consegnata fisicamente, ad esempio tramite accredito su conto corrente. Non rileva in contrario il fatto che le somme siano immediatamente utilizzate per saldare precedenti debiti con la stessa banca mutuante, poiché tale destinazione è frutto di atti dispositivi distinti dal contratto. Anche in questi casi di "mutuo solutorio", se sussistono i requisiti dell'articolo 474 del codice di procedura civile, il contratto di mutuo costituisce un valido titolo esecutivo.

Udienza cartolare memoria irrituale violazione difesa
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Udienza cartolare memoria irrituale violazione difesa

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Ordinanza n. 5721 del 4 marzo 2025, ha stabilito che nell'ambito dell'udienza di discussione "cartolare" (disciplinata dall'art. 221, comma 4, del D.L. n. 34 del 2020, convertito con modificazioni nella L. n. 77 del 2020), se il giudice procede alla decisione della causa nel merito nonostante il deposito irrituale di una memoria diversa dalle note scritte previste, e omette di pronunciarsi sulla richiesta della controparte di un termine per note difensive in replica, si verifica una indebita compressione del diritto di difesa, che configura una violazione del contraddittorio. Questo principio è stato affermato in relazione a un giudizio d'appello in materia locatizia, dove una delle parti aveva depositato una memoria non autorizzata oltre le note scritte.

Perizia stragiudiziale: solo indizio, non prova
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Perizia stragiudiziale: solo indizio, non prova

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Ordinanza n. 5667 del 4 marzo 2025, ha stabilito che una perizia stragiudiziale non costituisce una prova, neppure per i fatti che il consulente afferma di aver accertato. Essa ha valore solo di indizio, alla stregua di qualsiasi documento proveniente da un terzo. Di conseguenza, la sua valutazione è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, il quale non ha alcun obbligo di considerarla ai fini della decisione.

Appalto incompleto: inadempimento no garanzia vizi
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Appalto incompleto: inadempimento no garanzia vizi

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Sentenza n. 5771 del 4 marzo 2025, ha chiarito che se un appaltatore non completa l'opera commissionata, violando così l'obbligazione assunta, si applica la disciplina generale dell'inadempimento contrattuale (articoli 1453 e 1455 del Codice Civile). La speciale garanzia per vizi e difformità prevista dagli articoli 1667 e 1668 del Codice Civile, infatti, si riferisce alla diversa situazione in cui l'opera è stata portata a termine, anche se con difetti. Nel caso specifico, la Suprema Corte ha cassato la sentenza che aveva erroneamente applicato i termini di denuncia dei vizi dell'articolo 1667 c.c. a un immobile i cui lavori di ristrutturazione non erano stati completati.

Equità richiede parametri motivati, no arbitrarietà
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Equità richiede parametri motivati, no arbitrarietà

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Ordinanza n. 5669 del 4 marzo 2025, ha ribadito che il giudizio equitativo non può essere una decisione arbitraria che esime il giudice dal dovere di fornire una motivazione esaustiva sui parametri utilizzati. Questi parametri costituiscono la necessaria struttura di legittimità della decisione e devono essere criteri valutativi verificabili, logicamente apprezzabili, ragionevoli e pertinenti al tema della decisione. Nel caso specifico, la Suprema Corte ha confermato la riforma di una sentenza del giudice di pace, pronunciata secondo equità, a causa della natura apparente della motivazione adottata.

Amministratore: eccesso potere, contratto non nullo
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Amministratore: eccesso potere, contratto non nullo

La Corte di Cassazione, Sezione Civile, con Ordinanza n. 5647 del 3 marzo 2025, ha chiarito che un contratto stipulato dall'amministratore di una società che eccede i poteri di rappresentanza stabiliti nell'atto costitutivo e nello statuto non è nullo. L'articolo 2384, comma 2, del Codice Civile (nella sua formulazione applicabile al caso) prevede infatti l'inopponibilità di tali limitazioni ai terzi, a meno che questi non abbiano agito intenzionalmente a danno della società. Questo implica che la violazione della disposizione non può essere invocata dal terzo contraente. Nel caso specifico, la Suprema Corte ha confermato la sentenza impugnata, statuendo che un appaltatore non poteva far valere l'eccedenza di un amministratore rispetto all'importo massimo stabilito da una delibera del consiglio di amministrazione.