SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I CIVILE Sentenza 13 ottobre 2015, n. 20559 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente – Dott. NAPPI Aniello – Consigliere – Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere – Dott....
Tag: Relatore NAZZICONE Loredana
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 novembre 2015, n. 23868. Anche in presenza di clausola risolutiva espressa, i contraenti sono tenuti a rispettare il principio generale della buona fede ed il divieto di abuso del diritto, preservando l’uno gli interessi dell’altro. Il potere di risolvere di diritto il contratto avvalendosi della clausola risolutiva espressa, in particolare, è necessariamente governato dal principio di buona fede, da tempo individuato dagli interpreti sulla base del dettato normativo (art. 1175, 1375, 1356, 1366, 1371, c.c., ecc.) come direttiva fondamentale per valutare l’agire dei privati e come concretizzazione delle regole di azione per i contraenti in ogni fase del rapporto (precontrattuale, di conclusione e di esecuzione del contratto)
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 23 novembre 2015, n. 23868 Ritenuto in fatto Con sentenza del 26 aprile 2010, la Corte d’appello di Torino, in riforma della sentenza impugnata, ha dichiarato risolto per fatto e colpa della Mistral s.p.a. il contratto di licenza di marchio concluso fra la medesima e la licenziataria Coriex...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2015, n. 17794. Il risarcimento del danno subito dal terzo in conseguenza della formazione da parte degli amministratori di un bilancio non veritiero presuppone la prova del nesso causale fra tale falsità e la decisione del terzo di concludere con la società il contratto da cui sia derivato il pregiudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 settembre 2015, n. 17794 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE Loredana...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 settembre 2015, n. 17547. I danni cagionati per effetto del trattamento dei dati personali in base all’art. 15 del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, sono assoggettati alla disciplina di cui all’art. 2050 cod. civ., con la conseguenza che il danneggiato è tenuto solo a provare il danno ed il nesso di causalità con l’attività di trattamento dei dati, mentre spetta al convenuto la prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 settembre 2015, n. 17547 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio Pietro – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 24 agosto 2015, n. 17112. La valutazione della congruità del termine concesso al convenuto per presentare la sua difesa a norma dell’art. 6 della Convenzione dell’Aja del 2 ottobre 1973 sulle obbligazioni alimentari deve essere vagliato non in base al suo acritico confronto con gli analoghi termini di comparizione, concessi al convenuto residente all’estero dall’art. 163-bis cod. proc. civ., ma considerando se, una volta rispettato il diritto straniero, non capiti per avventura che quel termine, secondo la valutazione del giudice dell’ordinamento richiesto del riconoscimento, sia così esiguo da ledere i diritti essenziali alla difesa ed al contraddittorio, non dovendo poi affatto coincidere tutte le regole formali con quelle interne
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 24 agosto 2015, n. 17112 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 luglio 2015, n. 15841. La clausola compromissoria contenuta nello statuto societario, la quale non preveda che la nomina degli arbitri debba essere effettuata da un soggetto estraneo alla società, è nulla anche ove si tratti di arbitrato irrituale, ed è affetta, sin dall’entrata in vigore del D.lgs. n. 5 del 2003, da nullità sopravvenuta rilevabile d’ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 luglio 2015, n. 15841 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 giugno 2015, n. 11466. La concorrenza sleale di cui all’art. 2598, n. 2, cod. civ., consistente nel diffondere notizie ed apprezzamenti sui prodotti altrui in modo idoneo a determinare il discredito, richiede un’effettiva divulgazione della notizia ad una pluralità di persone, e non è, pertanto, configurabile nell’ipotesi di esternazioni occasionalmente rivolte a singoli interlocutori nell’ambito di separati e limitati colloqui. In altri termini, la comunicazione a più persone costituisce, quindi, elemento costitutivo essenziale della divulgazione, che non è concretamente e giuridicamente configurabile altrimenti
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 giugno 2015, n. 11466 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio Pietro – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 luglio 2015. Vanno sottoposte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ai sensi dell’art. 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) le seguenti questioni pregiudiziali: 1) Se il principio di conservazione dei dati personali in modo da consentire l’identificazione delle persone interessate per un arco di tempo non superiore a quello necessario al conseguimento delle finalità per le quali sono rilevati o sono successivamente trattati, previsto dall’art. 6, lett. e), della direttiva 4 6/95/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 ottobre 1995, attuata d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, debba prevalere e, quindi, osti al sistema di pubblicità attuato con il registro delle imprese, previsto dalla Prima direttiva 68/151/CE del Consiglio del 9 marzo 1968 nonché dal diritto nazionale agli art. 2188 c.c. e 8 l. 29 dicembre 1993, n. 580, laddove esso esige che chiunque, senza limiti di tempo, possa conoscere i dati relativi alle persone fisiche ivi risultanti; 2) Se, quindi, l’art. 3 della Prima direttiva 68/151/CE del Consiglio del 9 marzo 1968 consenta che, in deroga alla durata temporale illimitata e ai destinatari indeterminati dei dati pubblicati sul registro delle imprese, i dati stessi non siano più soggetti a pubblicità, in tale duplice significato, ma siano invece disponibili solo per un tempo limitato o nei confronti di destinatari determinati, in base ad una valutazione casistica affidata al gestore del dato.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 17 luglio 2015 Motivi della decisione I motivi del ricorso. Con il primo motivo, la ricorrente deduce la violazione degli art. 18 e 19, 3 comma, d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, oltre al vizio di insufficiente motivazione, perché la sentenza impugnata ha finito per negare la funzione...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 aprile 2015, n. 7140. natura dell’ipoteca iscrivibile sugli immobili del debitore e dei coobbligati ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 77 del d.P.R. n. 602 del 1973.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 aprile 2015, n. 7140 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Biagio – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 aprile 2015, n. 6999. Il pagamento degli stipendi, pensioni, salari ed altri emolumenti di cui all’art. 46, comma 1, n. 2, della legge fallimentare effettuato dal debitore direttamente al fallito prima della emanazione del decreto con cui il giudice delegato, ai sensi del comma 2 del medesimo articolo, fissa i limiti di quanto occorre per il mantenimento suo e della sua famiglia resta inefficace, ai sensi dell’art. 44, comma 2, della citata legge, soltanto per gli importi eccedenti detti limiti, come determinati dal giudice delegato con riferimento al periodo anteriore al suo decreto
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 aprile 2015, n. 6999 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott....