Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 3 luglio 2014, n. 28907 Fatto 1. Con sentenza del 04/10/2012, la Corte di Appello di Roma confermava la sentenza con la quale, in data 22/10/2010, il giudice monocratico del tribunale della medesima città aveva ritenuto S.K. colpevole del reato di cui all’art. 643 cod. pen. “poiché, per...
Categoria: Successioni
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 giugno 2014, n. 14687. La limitazione dell'abitazione da parte del titolare di tale diritto "ai bisogni suoi e della sua famiglia", lungi dal poter essere intesa in senso quantitativo (opzione che, oltretutto, porrebbe ardui problemi nella determinazione concreta in senso spaziale della parte della casa oggetto del diritto di abitazione necessaria al soddisfacimento delle esigenze abitative dell’”habitator"), interpretata anche alla luce delle altre disposizioni sopra richiamate, fa riferimento esclusivamente al divieto di destinare la casa oggetto del diritto in esame ad utilizzazioni diverse da quelle consistenti nell'abitazione diretta da parte dell’”habitator" e dei suoi familiari; una tale interpretazione, del resto, è suffragata anche dal rilievo, secondo cui il diritto di abitazione previsto dall'art. 1022 c.c. si estende sia a tutto ciò che concorre ad integrare la casa che ne è oggetto, sotto forma di accessorio o pertinenza (balconi, verande, giardino, rimessa, ecc), giacché l'abitazione non è costituita soltanto dai vani abitabili, ma anche da tutto quanto ne rappresenta la parte accessoria, sia, in virtù del combinato disposto degli artt. 983 e 1026 c.c., alle accessioni
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 giugno 2014, n. 14687 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 1-3-1994 P.L. conveniva in giudizio davanti al Tribunale di Rieti i fratelli P.G. e P.F. ed il nipote P.O. , figlio del fratello premorto P.A. , chiedendo l’accertamento del diritto di abitazione sulla casa...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 giugno 2014, n. 14315. A norma dell’art. 588 c.c., sono attributive della qualità di erede le disposizioni testamentarie che, indipendentemente dalle espressioni usate dal testatore, comprendono l’universalità dei beni o una parte di essi considerata come quota dell’eredità, mentre attribuiscono la qualità di legatario le disposizioni che assegnano i beni singolarmente in modo determinato. L’indagine diretta a stabilire la ricorrenza in concreto dell’una o dell’altra ipotesi si risolve in un accertamento di fatto riservato al giudice di merito e, quindi, non sindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, come nella specie in cui il giudice, attendendosi correttamente al contenuto obiettivo dell’atto, ha valorizzato l’espressione «nomino mio erede» adoperata dal testatore prima di articolare in concreto il contenuto della o delle relative attribuzioni testamentarie
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 giugno 2014, n. 14315 Svolgimento del processo 1. Con atto di citazione del 21 settembre 1994, la Sig.ra P.M.A.R. conveniva in giudizio il Sig. P.M.O. , fratello dell’attrice, per sentirlo dichiarare tenuto ed obbligato al trasferimento della proprietà del fondo dal medesimo promessole in vendita in virtù...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 giugno 2014, n. 12798. Chi agisce per rivendicare i beni ereditari – eventualmente previo annullamento del testamento che ha chiamato all'eredita' il possessore di buona fede – puo' pretendere soltanto i frutti indebitamente percepiti, nei limiti fissati dall'articolo 1148 c.c.. Nella specie non risulta che sia stata fatta valere la mala fede della resiste – originaria attrice quanto alla percezione dei frutti, ne' che la mala fede di questa sia stato oggetto del contendere o di iniziativa probatoria volta a superare la presunzione vantata dall'erede testamentaria.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 6 giugno 2014, n. 12798 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. MAZZACANE Vincenzo – Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. FALASCHI Milena...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 giugno 2014, n. 14119. Rispettato il dettato normativo dell'art. 602 cod. civ., quando la sottoscrizione delle disposizioni di ultima volontà è stata apposta a margine o in altra parte della scheda, anziché in calce alla medesima, a causa della mancanza di spazio su cui apporla. Nella specie la Corte territoriale ha appunto giustificato la mancanza di sottoscrizione in calce alle disposizioni di ultima volontà con il fatto che nella seconda pagina della ritenuta scheda testamentaria, costituita da un mezzo foglio uso bollo, non vi era lo spazio sufficiente per apporvi la firma, sicché ha specularmente considerato valida la sottoscrizione presente all'inizio del primo foglio, quale ideale prosecuzione dello scritto (ovverosia, come inizio di una virtuale terza pagina).
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 20 giugno 2014, n. 14119 Svolgimento del processo 1. Per quanto ancora interessa in questa sede, nel dicembre 1992, M.R. conveniva in giudizio la sorella M.F. innanzi al Tribunale di Arezzo perché fosse pronunciata la nullità della lettera 6.12.1986 redatta dalla comune madre P.P. quale testamento, con declaratoria...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 giugno 2014, n. 13491. Poichè nelle successioni mortis causa la delazione, che segue l'apertura della successione, pur rappresentandone un presupposto, non è di per sè sola sufficiente all'acquisto della qualità di erede, per la necessità anche di accettazione da parte del chiamato, chi agisce in giudizio nei confronti del preteso erede è onerato, in applicazione del principio generale posto dall'art. 2697 c.c., dell'onere di provarne l'assunzione della qualità, non desumibile dalla sola chiamata all'eredità, ma conseguendo alla sua accettazione espressa o tacita: sicchè la sua ricorrenza rappresenta un elemento costitutivo del diritto azionato nei confronti del soggetto convenuto in giudizio in detta qualità
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 giugno 2014, n. 13491 CASSAZIONE CIVILE REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente – Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere – Dott. MAISANO Giulio – Consigliere – Dott. BERRINO Umberto –...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 giugno 2014, n. 12955. Il legittimario pretermesso dall'eredita', che impugna, a tutela del proprio diritto alla reintegrazione della quota di legittima, la compravendita immobiliare compiuta dal "de cuius" in quanto dissimulante una donazione, agisce in qualita' di terzo, sicche', nei suoi confronti, non puo' attribuirsi valore vincolante alla dichiarazione relativa al versamento del prezzo, pur contenuta nel rogito notarile, potendo, invece, trarsi elementi di valutazione circa il carattere fittizio del contratto dalla circostanza che il compratore, su cui grava l'onere di provare il pagamento del prezzo, non abbia fornito la relativa dimostrazione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 giugno 2014, n. 12955 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GOLDONI Umberto – Presidente Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott. CORRENTI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 giugno 2014, n. 13407. Il diritto reale di abitazione, riservato per legge al coniuge superstite (art. 540 cod. civ., comma 2), ha ad oggetto la casa coniugale, ossia l'immobile che in concreto era adibito a residenza familiare. Poiché, dunque, l'oggetto del diritto di abitazione mortis causa coincide con la casa adibita a residenza familiare, esso si identifica con l'immobile in cui i coniugi – secondo la loro determinazione convenzionale, assunta in base alle esigenze di entrambi- vivevano insieme stabilmente, organizzandovi la vita domestica del gruppo familiare. In caso di separazione personale dei coniugi e di cessazione della convivenza, l'impossibilità di individuare una casa adibita a residenza familiare fa venire meno il presupposto oggettivo richiesto ai fini dell'attribuzione dei diritti in parola. Se, infatti, per le ragioni esposte, il diritto di abitazione (e il correlato diritto d'uso sui mobili) in favore del coniuge superstite può avere ad oggetto esclusivamente l'immobile concretamente utilizzato prima della morte del "de cuius" come residenza familiare, è evidente che l'applicabilità della norma in esame è condizionata all'effettiva esistenza, al momento dell'apertura della successione, di una casa adibita ad abitazione familiare; evenienza che non ricorre allorché, a seguito della separazione personale, sia cessato lo stato di convivenza tra i coniugi.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 giugno 2014, n. 13407 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 28-7-1993 R.M.L. , quale erede con beneficio di inventario del marito Co.An. , da cui si era separata consensualmente nel 1988, conveniva dinanzi al Tribunale di Marsala L.P.G. , C.A. , P.G. e P.R....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 giugno 2014, n. 12959. La trascrizione della donazione modale non vale a far acquisire all'onere un carattere reale, atteso il principio di tipicità dei diritti reali e la riconducibilità della donazione modale nell'ambito dei rapporti obbligatori
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 giugno 2014, n. 12959 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato in data 11-17 luglio 1997, la Provincia di Teramo conveniva in giudizio, innanzi al Tribunale di Teramo, la società RO.IM.CO. s.r.l. con sede in (omissis) , la società B.M. Bottonificio del Mezzogiorno s.r.l. in liquidazione,...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 maggio 2014, n. 11638. L'accettazione tacita dell'eredità necessita di un accertamento giudiziale esterno al processo esecutivo, che, quando si tratti di esecuzione esattoriale immobiliare, deve precedere la vendita disposta
sUPREMA Corte di Cassazione SEZIONE III sentenza 26 maggio 2014, n. 11638 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. BARRECA...