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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 11 gennaio 2016, n. 223. In sede di determinazione dell’assegno di divorzio, l’occupazione di fatto di un immobile da parte del coniuge configura utilità che fuoriesce dall’ambito valutativo proprio dei valori legalmente posseduti da ciascuno dei coniugi, rimanendo la difficoltà di liberazione dell’immobile da parte del suo proprietario un dato di fatto estraneo alla ponderazione delle rispettive posizioni patrimoniali e reddittuali

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 11 gennaio 2016, n. 223 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. GENOVESE Antonio – rel. Consigliere Dott. SCLALDAFERRI Andrea – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 11 gennaio 2016, n. 222. Il semplice smarrimento di documenti con dati supersensibili da parte del Ministero non dà diritto al risarcimento del danno se manca la prova che i dati siano entrati in possesso di persone estranee alla funzione amministrativa deputata al loro esame. Con questa affermazione la Cassazione ha respinto il ricorso di un militare che aveva richiesto il risarcimento del danno non patrimoniale in seguito allo smarrimento di dati riguardanti il suo stato di salute da parte della commissione medica cui aveva presentato istanza per il riconoscimento di una malattia derivante da causa di servizio. Per i giudici, infatti, il «danno non patrimoniale» risarcibile ai sensi dell’articolo 15 del Codice della privacy (Dlgs 196/2003), per quanto determinato da una lesione del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali (tutelato dagli articoli 2 e 21 della Costituzione e dall’articolo 8 della Cedu) «non si sottrae alla verifica della “gravità della lesione” e della “serietà del danno”» inteso «quale perdita di natura personale effettivamente patita dall’interessato».

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 11 gennaio 2016, n. 222 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – rel. Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea –...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 gennaio 2016, n. 164. In caso di cessione d’azienda assoggettata al regime di cui all’art. 2112 cod. civ., posto il carattere retributivo e sinallagmatico del trattamento di fine rapporto che costituisce istituto di retribuzione differita, il datore di lavoro cessionario è obbligato nei confronti del lavoratore, il cui rapporto sia con lui proseguito quanto alla quota maturata nel periodo anteriore alla cessione in ragione del vincolo di solidarietà e resta l’unico obbligato quanto alla quota maturata nel periodo successivo alla cessione, mentre il datore di lavoro cedente rimane obbligato nei confronti del lavoratore suo dipendente per la quota di trattamento di fine rapporto maturata durante il periodo di lavoro svolto fino al trasferimento aziendale. Ne consegue che il lavoratore è legittimato a proporre istanza di fallimento del datore di lavoro che abbia ceduto l’azienda, essendo creditore del medesimo

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 gennaio 2016, n. 164 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea –...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 gennaio 2016, n. 137. L’errore sulle generalità del destinatario di un atto è causa di nullità della notificazione solo nel caso in cui sia tale da determinare incertezza assoluta sulla persona cui la notificazione è diretta

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 gennaio 2016, n. 137 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. MATERA Lina – rel. Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere Dott. PICARONI...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 gennaio 2016, n. 127. La facoltà di liquidare in via equitativa il danno presuppone tanto che sia concretamente accertata l’ontologica esistenza d’un danno risarcibile, quanto che l’impossibilità o l’estrema difficoltà di una stima esatta del danno dipenda da fattori oggettivi e non già dalla negligenza della parte danneggiata nell’allegare e dimostrare gli elementi dai quali desumere l’entità del danno

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 gennaio 2016, n. 127 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – rel. Consigliere Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 gennaio 2016, n. 109. In tema di poteri del condominio e natura giuridica ed efficacia del regolamento condominiale, stabilita la legittimità delle sue previsioni riguardanti divieti attinenti ad attività improprie e non del tutto compatibili con la convivenza condominiale tra le quali anche quella di affittacamere, sul presupposto della loro non conformità al decoro e alla tranquillità dell’ente condominiale.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 gennaio 2016, n. 109 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – rel. Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. CRISCUOLO...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 7 gennaio 2016, n. 67. Condannato il comune a pagare delle somme a titolo di risarcimento danni da «occupazione acquisitiva» se ciò è avvenuto a causa di un errore del Ctu che ha localizzato i terreni in un posto diverso da quello dove in realtà sono. In questi casi non può esercitarsi l’azione revocatoria concessa quando la svista è del giudice, e chiarendo che se la sentenza è correttamente motivata non è esperibile neppure il rimedio di legittimità

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 7 gennaio 2016, n. 67 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Primo Presidente f.f. Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente di Sez. Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. SPIRITO Angelo –...