E’ ammissibile la costituzione di parte civile, ancorché la sottoscrizione del difensore sia apposta esclusivamente in calce alla procura speciale rilasciata dalla persona offesa e non alla dichiarazione di costituzione sottoscritta dal solo interessato, considerato che essa è sufficiente ad integrare il requisito della sottoscrizione del difensore in calce all’atto di costituzione, previsto dall’art. 78,...
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Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 19 maggio 2016, n. 10336
Uno dei presupposti per l’accertamento della concorrenza sleale, la cui assenza impedisce ogni concorrenza, è costituito dall’esistenza della comunanza di clientela che è data non già dall’identità soggettiva degli acquirenti dei prodotti delle due imprese, bensì dall’insieme dei consumatori che sentono il medesimo bisogno di mercato, e, pertanto, si rivolgono all’acquisto di tutti quei prodotti...
L'esistenza di un mercato rilevante deve essere accertata sia sotto il profilo del prodotto che sotto il profilo geografico, ed esso comprende, l'ambito nel quale le imprese sono in concorrenza tra loro. La perimetrazione del mercato rilevante rappresenta un prius logico e pratico, un presupposto essenziale dell'illecito in relazione al quale la condotta considerata può assumere i tratti dell’abuso di posizione dominante. Tale perimetrazione implica l'analisi della sostituibilità sul versante della domanda (ed eventualmente dell'offerta), in presenza di beni e servizi intercambiabili o sostituibili dal consumatore, in ragione delle loro caratteristiche, dei loro prezzi, delle abitudini e tendenze dei consumatori, con riferimento ad una determinata area geografica che è quella nella quale le condizioni di concorrenza sono sufficientemente omogenee e che può essere distinta dalle zone geografiche contigue perché in queste ultime le condizioni di concorrenza sono sensibilmente diverse. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 maggio 2016, n. 9325
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 maggio 2016, n. 9325 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Presidente Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 18 marzo 2016, n. 5418. Le pronunce che decidono soltanto sulla competenza e sulle spese, di primo o di secondo grado – ad eccezione delle sentenze del giudice di pace (art. 46 cod. proc. civ.) -, devono essere impugnate esclusivamente con il regolamento necessario di cui all’art. 42 cod. proc. civ., che configura il regolamento di competenza come unico mezzo di impugnazione tipico per ottenere una diversa statuizione. Ne consegue che, in tal caso, è inammissibile l’impugnazione proposta nelle forme del ricorso ordinario per cassazione (ovvero con quelle del regolamento di giurisdizione n.d.r.), salva la possibilità di conversione in istanza di regolamento di competenza se ne ricorrano i requisiti e lo stesso sia proposto nel termine di trenta giorni, decorrente dalla notificazione ad istanza di parte o dalla comunicazione del provvedimento ad opera della cancelleria
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 18 marzo 2016, n. 5418 Svolgimento del processo e motivi della decisione Con ricorso del 29/10/2013 M.C. proponeva reclamo avverso il decreto 9/10/2013 con il quale il Tribunale di Bologna aveva dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice italiano sull’istanza ex artt 317 bis c.c. e 710 c.p.c....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 marzo 2016, n. 4047. Pur se una clausola, predisposta unilateralmente, non è carico soltanto dell’altro contraente, avendo effetto per entrambe le parti, non perciò è sottratta alla necessità di specifica approvazione per iscritto, ai sensi dell’art. 1341 cod. civ. perchè comunque colui che la propone ha preventivamente valutato i vantaggi derivantegli dalla accettazione di essa, a differenza del contraente per adesione, che perciò è necessario vi ponga particolare attenzione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 1 marzo 2016, n. 4047 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. LAMORGESE...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 febbraio 2016, n. 2468. La nozione di pubblico cui fa riferimento l’articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 2001/29 riguarda un numero indeterminato di destinatari potenziali e comprende, peraltro, un numero di persone piuttosto considerevole (sentenza ITV Broadcasting e a., cit., punto 32). Per quanto concerne, più in particolare, quest’ultimo criterio, occorre tener conto dell’effetto cumulativo che deriva dal fatto di mettere a disposizione opere presso destinatari potenziali. In proposito è rilevante, in particolare, sapere quante persone hanno accesso, contestualmente e in successione, alla medesima opera
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 febbraio 2016, n. 2468 Svolgimento del processo La Scf – Società Consortile Fonografi (di seguito, solo SCF), che svolge attività di collecting, in Italia e all’estero, quale mandataria per la gestione, l’incasso e la ripartizione dei diritti dei produttori fonografi consorziati, con atto di citazione notificato il...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 25 gennaio 2016, n. 1268. In tema di notifiche, la consegna dell’atto nelle mani del portiere assicura che il documento è arrivato al destinatario. Mentre il successivo invio della raccomandata costituisce una semplice ulteriore garanzia prevista dalle legge per impedire che possano verificarsi omissioni da parte del custode. Non è però necessaria «alcuna prova dell’effettiva consegna della stessa al destinatario, dovendosi comunque dare per acquisita l’avvenuta notifica». In caso di trasferimento di domicilio, nel periodo che va dalla consegna del plico al portiere al ricevimento della raccomandata, è onere del destinatario documentare «tramite un certificato storico di residenza il detto tramutamento», non essendo sufficiente «l’indicazione fornita dal portiere in quanto priva di ogni possibilità di riscontro obiettivo».
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 25 gennaio 2016, n. 1268 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 gennaio 2016, n. 164. In caso di cessione d’azienda assoggettata al regime di cui all’art. 2112 cod. civ., posto il carattere retributivo e sinallagmatico del trattamento di fine rapporto che costituisce istituto di retribuzione differita, il datore di lavoro cessionario è obbligato nei confronti del lavoratore, il cui rapporto sia con lui proseguito quanto alla quota maturata nel periodo anteriore alla cessione in ragione del vincolo di solidarietà e resta l’unico obbligato quanto alla quota maturata nel periodo successivo alla cessione, mentre il datore di lavoro cedente rimane obbligato nei confronti del lavoratore suo dipendente per la quota di trattamento di fine rapporto maturata durante il periodo di lavoro svolto fino al trasferimento aziendale. Ne consegue che il lavoratore è legittimato a proporre istanza di fallimento del datore di lavoro che abbia ceduto l’azienda, essendo creditore del medesimo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 gennaio 2016, n. 164 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea –...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 24 novembre 2015, n. 23894. Con la norma di cui all’art. 63, c. 1, D.Lgs. n. 270 del 1999, come interpretata dall’art. 11, c. 3-quinquies, della L. 21/2/2014 n. 9, il legislatore ha inteso chiarire che il prezzo cui l’azienda viene ceduta non deriva dal valore di stima, bensì dal valore di mercato quale viene a determinarsi in ragione dell’interesse manifestato dai potenziali acquirenti ad alle offerte di prezzo d’acquisto avanzate. In tale contesto, l’eventuale errore di stima in cui è incorso il perito riveste un carattere marginale o comunque non determinante. Nel caso, infatti, in cui il bene sia stato sottovalutato, ciò attirerà potenzialmente l’interesse degli acquirenti, determinando una maggiore concorrenza tra offerte che presumibilmente consentirà di raggiungere un prezzo di aggiudicazione superiore a quello di stima, mentre avverrà presumibilmente il contrario nel caso di una sopravvalutazione della stima dell’immobile. Da ciò consegue che l’erronea determinazione del valore dell’azienda da parte dell’esperto nominato nel corso della procedura non determina alcuna nullità, sotto il profilo della violazione di norme inderogabili poste a tutela dei creditori, del negozio di cessione successivamente stipulato dai commissari con l’autorizzazione del Ministero dello Sviluppo economico, in quanto detta erronea indicazione non appare idonea a pregiudicare la finalità dell’ottenimento del miglior prezzo di mercato
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 24 novembre 2015, n. 23894 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. CICALA Mario – Presidente Sezione Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Sezione Dott. RAGONESI Vittorio...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 25 novembre 2015, n. 24112. Non è corretto far decorrere il termine annuale, di cui all’art. 147 l.f. dalla dichiarazione di fallimento bensì dal momento in cui il socio occulto rende i creditori edotti , con idonee forme di pubblicità, dello scioglimento del suo rapporto sociale. La ratio della disciplina è bilanciare l’interesse del socio con l’interesse dei terzi e dei creditori i quali devono sapere con certezza che un soggetto non è più socio di una determinata società
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 25 novembre 2015, n. 24112 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere...