I reati di cui agli articoli 615-ter e 615-quater del Cp non possono concorrere tra loro
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I reati di cui agli articoli 615-ter e 615-quater del Cp non possono concorrere tra loro

Corte di Cassazione, sezione seconda penale, Sentenza 20 maggio 2019, n. 21987. La massima estrapolata: I reati di cui agli articoli 615-ter e 615-quater del Cp non possono concorrere tra loro. Quest’ultimo reato, infatti, costituisce necessario antefatto del primo, poiché le due fattispecie criminose si pongono in stretta connessione, tutelando entrambe il medesimo bene giuridico,...

Nel caso in cui il sostituto ometta di versare le somme
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Nel caso in cui il sostituto ometta di versare le somme

Corte di Cassazione, sezioni unite civili, Sentenza 12 aprile 2019, n. 10378. La massima estrapolata: Nel caso in cui il sostituto ometta di versare le somme per le quali ha però operato le ritenute d’acconto il sostituito non è tenuto in solido in sede di riscossione, perché la responsabilità solidale prevista dall’articolo 35 del Dpr...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 18 novembre 2015, n. 23539. La parte che decida di proseguire il processo innanzi al giudice ritenuto (da quello originariamente adito) munito di giurisdizione

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 18 novembre 2015, n. 23539 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente di Sez. Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente di Sez. Dott....

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 24 novembre 2015, n. 23894. Con la norma di cui all’art. 63, c. 1, D.Lgs. n. 270 del 1999, come interpretata dall’art. 11, c. 3-quinquies, della L. 21/2/2014 n. 9, il legislatore ha inteso chiarire che il prezzo cui l’azienda viene ceduta non deriva dal valore di stima, bensì dal valore di mercato quale viene a determinarsi in ragione dell’interesse manifestato dai potenziali acquirenti ad alle offerte di prezzo d’acquisto avanzate. In tale contesto, l’eventuale errore di stima in cui è incorso il perito riveste un carattere marginale o comunque non determinante. Nel caso, infatti, in cui il bene sia stato sottovalutato, ciò attirerà potenzialmente l’interesse degli acquirenti, determinando una maggiore concorrenza tra offerte che presumibilmente consentirà di raggiungere un prezzo di aggiudicazione superiore a quello di stima, mentre avverrà presumibilmente il contrario nel caso di una sopravvalutazione della stima dell’immobile. Da ciò consegue che l’erronea determinazione del valore dell’azienda da parte dell’esperto nominato nel corso della procedura non determina alcuna nullità, sotto il profilo della violazione di norme inderogabili poste a tutela dei creditori, del negozio di cessione successivamente stipulato dai commissari con l’autorizzazione del Ministero dello Sviluppo economico, in quanto detta erronea indicazione non appare idonea a pregiudicare la finalità dell’ottenimento del miglior prezzo di mercato

Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 24 novembre 2015, n. 23894 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. CICALA Mario – Presidente Sezione Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Sezione Dott. RAGONESI Vittorio...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 22 dicembre 2015, n. 25767. Ammissibile l’azione del minore, volta al risarcimento di un danno che assume ingiusto, cagionatogli durante la gestazione. Tesi, che del resto neppure collide con la teoria della causalità, posto che è ben possibile che tra causa ed evento lesivo intercorra una cesura spazio-temporale, tale da differire il relativo diritto al ristoro solo al compiuto verificarsi dell’effetto pregiudizievole, purché senza il concorso determinante di concause sopravvenute ( cfr. art.41 cod. pen.). Qui la particolarità risiederebbe nel fatto che il medico sia, in ipotesi, l’autore mediato del danno, per aver privato la madre di una facoltà riconosciutale dalla legge, tramite una condotta omissiva che si ponga in rapporto diretto di causalità con la nascita indesiderata; e la soluzione verrebbe, in tal modo, ad essere identica alla diversa ipotesi della responsabilità del medico verso il nato disabile per omessa comunicazione ai genitori della pericolosità di un farmaco somministrato per stimolare l’attività riproduttiva, o di una malattia della gestante suscettibile di ripercuotersi sulla salute del feto.

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza  22 dicembre 2015, n. 25767 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 15 maggio 1997 i sigg. E.F. e M.B. convenivano dinanzi al Tribunale di Lucca il prof. A.V., primario di ginecologia presso l’ospedale San F.D.P., nonché la direzione generale dell’Azienda Usi n. 2 ed il...