Corte di Cassazione, sezione seconda civile, ordinanza 21 maggio 2018, n.12504. Il diritto di prelazione e di riscatto, disciplinato dall’art. 732 c.c. ha come finalità quella di impedire l’ingresso dell’estraneo alla comunione ereditaria e, a tal fine, prevede che il coerede, che vuole alienare a un estraneo la sua quota o parte di essa, deve...
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Il diritto di prelazione concesso all’affittuario ai sensi della L. Fall., articolo 104-bis, comma 5
Corte di Cassazione, sezione prima civile, sentenza 11 aprile 2018, n. 9017. Il diritto di prelazione concesso all’affittuario ai sensi della L. Fall., articolo 104-bis, comma 5, pur attribuendogli un diritto di preferenza a parita’ di condizioni, deve pero’ essere contemperato con la natura pubblicistica degli interessi sottesi alle vendite fallimentari, le quali debbono comunque...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 24 aprile 2017, n. 1894
In tema di riparto di giurisdizione, spettano alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le controversie aventi ad oggetto l’attività unilaterale prodromica alla vicenda societaria, considerata dal legislatore di natura pubblicistica, con la quale un ente pubblico delibera di costituire una società o di parteciparvi o di procedere ad un atto modificativo o estintivo della società...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 4 agosto 2016, n. 16314
In tema di successione ereditaria, il coerede può rinunciare al diritto di prelazione per l’acquisto della quota non solamente al momento in cui gli viene presentata la proposta di vendita (c.d. denuntiatio), ma anche in maniera preventiva. Non occorre cioè, affinché la rinuncia alla prelazione ereditaria sia valida, che il coerede sia destinatario di una...
Poiche’ il diritto di prelazione e di riscatto agrari costituiscono ipotesi tassative, regolate dalla legge e non suscettibili di interpretazione estensiva, i diritti di prelazione e di riscatto del confinante, previsti dalla L. n. 817 del 1971, articolo 7, comma 2, n. 2), non spettano al socio della societa’ semplice, affittuaria del fondo rustico, ancorche’ il socio sia anche comproprietario del fondo, dal momento che la norma richiede la coincidenza tra la titolarita’ del fondo e l’esercizio dell’attivita’ agricola, nella specie riferibile alla societa’. Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 marzo 2016, n. 5952.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 marzo 2016, n. 5952 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. AMBROSIO Annamaria – rel. Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. CIRILLO...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 21 marzo 2016, n. 5507. L’intestazione fiduciaria di titoli azionari (o di quote di partecipazione societaria) integra gli estremi dell’interposizione reale di persona, per effetto della quale l’interposto acquista (a differenza che nel caso di interposizione fittizia o simulata) la titolarità delle azioni o delle quote, pur essendo, in virtù di un rapporto interno con l’interponente di natura obbligatoria, tenuto ad osservare un certo comportamento, convenuto in precedenza con il fiduciante, nonché a ritrasferire i titoli a quest’ultimo ad una scadenza convenuta, ovvero al verificarsi di una situazione che determini il venir meno del rapporto fiduciario
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 21 marzo 2016, n. 5507 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. FERRO Massimo – rel. Consigliere Dott. LAMORGESE...
Corte di Cassazione, serzione I, sentenza 2 dicembre 2015, n. 24559. Non sussiste un danno “in re ipsa” in caso di violazione della clausola statutaria attributiva di un diritto di prelazione del socio per l’acquisto della partecipazione societaria, poiché la stessa assolve ad una funzione organizzativa per un interesse sociale e non del singolo socio. Ne discende che grava su quest’ultimo l’onere di allegare e dimostrare un suo specifico interesse all’acquisto della partecipazione societaria, rimasto pregiudicato dalla condotta violativa, potendo, solo in tal caso, giustificarsi l’eventuale liquidazione equitativa del danno ai sensi dell’articolo 1226 c.c., in ragione dell’impossibilità o notevole difficoltà di una sua precisa quantificazione. La violazione della clausola statutaria contenente un patto di prelazione comporta l’inopponibilità nei confronti della società e dei soci titolari del diritto di prelazione della cessione della partecipazione societaria (che resta, però, valida tra le parti stipulanti), nonché l’obbligo di risarcire il danno eventualmente prodotto, alla stregua delle norme generali sull’inadempimento delle obbligazioni. Per contro, siffatta violazione non comporta anche il diritto potestativo di riscattare la partecipazione nei confronti dell’acquirente, atteso che il c.d. retratto non integra un rimedio generale in caso di violazioni di obbligazioni contrattuali, ma solo una forma di tutela specificamente apprestata dalla legge e conformativa dei diritti di prelazione, previsti per legge, spettanti ai relativi titolari
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 dicembre 2015, n. 24559 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – rel. Consigliere Dott. FERRO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 novembre 2015, n. 24151. Atteso il carattere personale e intrasmissibile del diritto di prelazione previsto dall’art. 732 cod. civ. nell’ambito della disciplina della divisione ereditaria, il soggetto che succede al coerede retraente può proseguire il giudizio già introdotto dal o nei confronti del retraente, ai sensi dell’art. 110 cod. proc. civ., al fine di accertare l’avvenuto riscatto. La ratio dell’istituto previsto dall’art. 732 cod. civ., e della limitazione alla libertà negoziale che da esso discende, risiede nell’esigenza di assicurare la persistenza e l’eventuale concentrazione della titolarità dei beni comuni in capo ai primi successori, facilitando la formazione delle porzioni ed impedendo che nei rapporti tra coeredi si inseriscano estranei, tali dovendosi ritenere quelli che non sono compartecipi della comunione ereditaria in qualità di eredi del de cuius
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 26 novembre 2015, n. 24151 Ritenuto in fatto 1. – È impugnata la sentenza della Corte d/appello di Trieste, depositata il 26 novembre 2010 e notificata il 13 dicembre 2010, che ha rigettato l’appello proposto da S.N. avverso la sentenza del Tribunale di Trieste e nei confronti di...