Il rendiconto non si pone in rapporto di pregiudizialità con la proposizione della domanda di divisione giudiziale
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Il rendiconto non si pone in rapporto di pregiudizialità con la proposizione della domanda di divisione giudiziale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 gennaio 2024| n. 1319.

Il rendiconto, ancorché per il disposto dell'art. 723 c.c. costituisca operazione contabile che deve necessariamente precedere la divisione, poiché preliminare alla determinazione della quota spettante a ciascun condividente, non si pone, tuttavia, in rapporto di pregiudizialità con la proposizione della domanda di divisione giudiziale, ben potendosi richiedere tale divisione ex art. 1111 c.c. a prescindere dal rendiconto, a tanto potendosi e dovendosi provvedere nel corso del giudizio. Il giudice non può, peraltro, disporre il rendiconto senza istanza delle parti, le quali devono indicare i presupposti di fatto del relativo obbligo, con la conseguenza che la detta istanza non può non essere soggetta al regime di cui all'art. 345 c.p.c.

Determinazione dell’indennità di esproprio il mero deposito del ricorso introduttivo non è idoneo a interrompere la prescrizione
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Determinazione dell’indennità di esproprio il mero deposito del ricorso introduttivo non è idoneo a interrompere la prescrizione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 698.

In tema di procedimento per la determinazione dell'indennità di esproprio ex art. 54 d.P.R. n. 327 del 2001, il mero deposito nella cancelleria della Corte d'appello del ricorso introduttivo non è idoneo a spiegare efficacia interruttiva della prescrizione, potendo riconoscersi tale effetto solo a seguito della notificazione del ricorso medesimo e del pedissequo decreto, quale espressione della volontà dell'istante, manifestata al debitore, di interrompere la situazione di inerzia che conduce all'estinzione del diritto.

Perché il licenziamento sia qualificabile come ritorsivo
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Perché il licenziamento sia qualificabile come ritorsivo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 741.

Perché il licenziamento sia qualificabile come ritorsivo, il motivo illecito deve essere dotato di efficacia determinante esclusiva, a prescindere dal motivo formale, in modo che la condotta del datore di lavoro sia contraria ai valori fondamentali dell’organizzazione sociale e pertanto sia nullo. Si sostanzia in una reazione arbitraria ed ingiusta ad un comportamento del tutto legittimo del lavoratore (o di un soggetto a lui vicino), configurandosi come una vera e propria vendetta.

L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare
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L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 786.

L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare laddove la parte adiuvata non abbia esercitato il proprio diritto di proporre impugnazione ovvero abbia fatto acquiescenza alla decisione a essa sfavorevole, salvo che l’impugnazione sia limitata alle questioni relative alla qualificazione dell’intervento (fattispecie relativa alla proroga delle concessioni balneari e ai diritti delle associazioni di categoria intervenute).

Declaratoria di nullità integrale del contratto al giudice dell’impugnazione è precluso il rilievo d’ufficio della sua nullità parziale
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Declaratoria di nullità integrale del contratto al giudice dell’impugnazione è precluso il rilievo d’ufficio della sua nullità parziale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|10 gennaio 2024| n. 1010.

In caso di declaratoria di nullità integrale del contratto, al giudice dell'impugnazione è precluso il rilievo d'ufficio della sua nullità parziale quando, non essendo stata specificamente impugnata dalla parte interessata la statuizione di nullità totale, sulla stessa si è formato il giudicato interno.

Donazione ed il requisito dello spirito di liberalità
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Donazione ed il requisito dello spirito di liberalità

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|10 gennaio 2024| n. 982.

In materia di donazione, il requisito dello spirito di liberalità (cd. animus donandi) deve presumersi sussistente ove l'attribuzione avvenga senza corrispettivo e senza costituire adempimento di un'obbligazione, neanche morale o etica, e non può essere escluso sulla base di atti esterni al contratto.

La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova per l’usucapione
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La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova per l’usucapione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|11 gennaio 2024| n. 1121.

La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova del possesso uti dominus del bene e conseguentemente del possesso utile ai fini dell’usucapione.

Cassazione il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità con unico atto
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Cassazione il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità con unico atto

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|10 gennaio 2024| n. 917.

In tema di giudizio per cassazione, il ricorso deve essere proposto, a pena di inammissibilità, con unico atto avente i requisiti di forma e contenuto di cui all'art. 366 c.p.c., sicché, in virtù del principio della consumazione del diritto d'impugnazione, la parte che, dopo la proposizione di un ricorso per cassazione nei suoi confronti, abbia a sua volta proposto autonoma impugnazione, da ritenersi convertita in ricorso incidentale, non può con il controricorso proporre nuova impugnazione incidentale, ancorché intenda indicare nuovi motivi o colmare la mancanza di taluno degli elementi prescritti a pena di invalidità.

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Il giudizio di merito che segue un procedimento cautelare è del tutto autonomo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza, 11 gennaio 2024, n. 1120.

Posto che un procedimento dichiarativo da vita ad una decisione che accerta un diritto e pronuncia una condanna, mentre il procedimento cautelare si limita all’emissione delle misure necessarie a conservare l’utilità del giudizio dichiarativo che ne segue. Pertanto, il giudizio di merito che segue un procedimento cautelare è del tutto autonomo e non dipende in alcun modo dal cautelare, dall’esito o dalle forme.

Provvigione mediazione e modifica del preliminare con la stipula di un nuovo contratto preliminare
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Provvigione mediazione e modifica del preliminare con la stipula di un nuovo contratto preliminare

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 680.

Il diritto del mediatore alla provvigione per l'avvenuta conclusione dell'affare non viene meno qualora un primo contratto preliminare, già perfezionatosi con l'accettazione di una proposta irrevocabile di acquisto, sia successivamente modificato con la stipula di un nuovo contratto preliminare, questa volta sottoposto a una condizione sospensiva non verificatasi.