Distanze legali e la nozione di costruzione
Articolo

Distanze legali e la nozione di costruzione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 gennaio 2024| n. 345.

In tema di distanze legali, la nozione di costruzione non si identifica con quella di edificio ma si estende a qualsiasi opera non completamente interrata avente i caratteri della solidità, stabilità e immobilizzazione rispetto al suolo, indipendentemente dalla tecnica costruttiva adoperata; ne consegue che in presenza di norma del piano regolatore generale, integrativa rispetto alla disciplina dettata dal codice civile nelle materie regolate dagli artt. 873 e seguenti c.c., che stabilisce una determinata distanza minima delle costruzioni dal confine del fondo deve computarsi, per la misurazione di detta distanza, altresì la piscina, solo in parte interrata e contenuta da un terrapieno di riporto e da un muro in calcestruzzo armato, trattandosi di opera che rivela i caratteri della solidità ed immobilizzazione rispetto al suolo e che si connota per uno spazio ben definito, strutturalmente limitato in maniera definitiva e non precaria.

Articolo

Opposizione a decreto ingiuntivo e la definitiva caducazione del provvedimento monitorio

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 gennaio 2024| n. 315.

L’accoglimento dell’opposizione a decreto ingiuntivo comporta la definitiva caducazione del provvedimento monitorio, sicché l’eventuale riforma della sentenza di primo grado da parte del giudice d’appello - anche ove impropriamente conclusa con un dispositivo con il quale si “conferma” lo stesso - non determina la “riviviscenza” del decreto ingiuntivo già revocato, che, pertanto, non può costituire titolo per iniziare o proseguire l’esecuzione forzata

Divieto di patti successori e rinuncia a vantare diritti di uno dei futuri eredi
Articolo

Divieto di patti successori e rinuncia a vantare diritti di uno dei futuri eredi

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|5 gennaio 2024| n. 366.

E' nulla per contrasto con il divieto di cui all'art. 458 c.c. la transazione con la quale uno dei futuri eredi, quando è ancora in vita il de cuius, rinunci ai diritti vantati, anche quale legittimario, sulla futura successione, ivi incluso il diritto a fare accertare la natura simulata degli atti di disposizione posti in essere dalla de cuius in quanto idonei a dissimulare una donazione.

Assistenza prestata dall’avvocato di un solo soggetto contro più soggetti e facoltà del giudice di aumento del compenso
Articolo

Assistenza prestata dall’avvocato di un solo soggetto contro più soggetti e facoltà del giudice di aumento del compenso

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 gennaio 2024| n. 376.

La facoltà riconosciuta al giudice dall’articolo 4 del Dm n. 55 del 2014 di aumentare il compenso anche nel caso in cui l’avvocato assista un solo soggetto contro più soggetti impone comunque a quest’ultimo l’onere di motivare, tanto opti per riconoscere l’aumento, quanto opti invece negarlo

Associazione in partecipazione e la Clausola volta ad attribuire agli associati alla cessazione del rapporto importi corrispondenti al valore patrimoniale dell’azienda
Articolo

Associazione in partecipazione e la Clausola volta ad attribuire agli associati alla cessazione del rapporto importi corrispondenti al valore patrimoniale dell’azienda

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 gennaio 2024| n. 308.

In tema di associazione in partecipazione, poiché l’associato non partecipa direttamente all’affare o all’impresa o non ha, conseguentemente, un diritto immediato agli utili, egli non può pretendere che gli sia attribuita, quale utile, nel corso del rapporto o al suo termine, una parte dei beni eventualmente prodotti con l’attività associata, bensì soltanto che gli sia liquidata e pagata una somma di denaro corrispondente alla quota spettantegli di utili ed all’apporto. Ne consegue che la clausola inserita nel contratto la quale riconosca, al termine del rapporto, il diritto dell’associato alla restituzione anche di eventuali incrementi patrimoniali che si dovessero verificare nel corso dell’attività dell’impresa, deve ritenersi nulla, in quanto completamente distonica rispetto alla disciplina dell’associazione in partecipazione

Diritto alla provvigione è necessario che tra l’intervento e la conclusione dell’affare vi sia un nesso di causalità adeguata
Articolo

Diritto alla provvigione è necessario che tra l’intervento e la conclusione dell’affare vi sia un nesso di causalità adeguata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 gennaio 2024| n. 538.

Al fine del sorgere del diritto alla provvigione ex art. 1755, comma 1, c.c., è necessario che tra l'intervento del mediatore e la conclusione dell'affare vi sia un nesso di causalità adeguata, alla stregua di un giudizio ex post, ad affare compiuto, ed incombendo sul mediatore la relativa prova, senza che l'aver messo le parti in relazione tra loro sia di per sé sufficiente a conferire all'intervento il carattere dell'adeguatezza.

L’eliminazione delle vedute abusive
Articolo

L’eliminazione delle vedute abusive

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|8 gennaio 2024| n. 438.

L'eliminazione delle vedute abusive, che consentono di affacciarsi e guardare nel fondo altrui, non necessariamente deve essere disposta dal giudice tramite la demolizione di quelle porzioni immobiliari costituenti il "corpus" della violazione denunciata, ben potendo la violazione medesima essere eliminata per altra via, mediante idonei accorgimenti, i quali, pur contemperando i contrastanti interessi delle parti, rispondano ugualmente al precetto legislativo da applicare al caso oggetto di cognizione. Spetta, poi, al giudice dell'esecuzione la determinazione delle concrete modalità dell'opera o la scelta tra diverse articolazioni concrete di opere aventi comuni finalità e connotazioni.

Il diritto unilaterale di recesso da parte del committente non preclude la sua facoltà di invocare la restituzione degli acconti versati
Articolo

Il diritto unilaterale di recesso da parte del committente non preclude la sua facoltà di invocare la restituzione degli acconti versati

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|8 gennaio 2024| n. 421.

In tema di appalto, il diritto unilaterale di recesso ex art. 1671 c.c. da parte del committente non preclude la sua facoltà di invocare la restituzione degli acconti versati e il risarcimento dei danni subiti per condotte di inadempimento verificatesi in corso d’opera e addebitabili all’appaltatore. In tale evenienza, la contestazione di difformità e vizi, in ordine alla parte di opera eseguita, non ricade nella disciplina della garanzia per i vizi, che esige necessariamente il totale compimento dell’opera”. Una volta accertata la responsabilità professionale del direttore dei lavori per omessa vigilanza sull’attuazione dei lavori appaltati, questi risponde, in solido, con l’appaltatore dei danni subiti dal committente, qualora i rispettivi inadempimenti abbiano concorso in modo efficiente a produrre il danno risentito dall’appaltante.

Condizioni generali di contratto e l’obbligo della specifica approvazione per iscritto
Articolo

Condizioni generali di contratto e l’obbligo della specifica approvazione per iscritto

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 gennaio 2024| n. 234.

In tema di condizioni generali di contratto, per riconoscere l’esistenza dell’obbligo della specifica approvazione per iscritto di cui all’art. 1341, comma 2, cod. civ., non basta che uno dei contraenti abbia predisposto l’intero contenuto del contratto in modo che l’altra parte non possa che accettarlo o rifiutarlo nella sua interezza, ma è altresì necessario che lo schema sia stato predisposto e le condizioni generali siano state fissate per servire ad una serie indefinita di rapporti, sia dal punto di vista sostanziale, perché confezionate da un contraente che esplichi attività contrattuale all’indirizzo di una pluralità indifferenziata di soggetti, sia dal punto di vista formale, in quanto predeterminate nel contenuto a mezzo di moduli o formulari utilizzabili in serie; ne consegue che non necessitano di una specifica approvazione scritta le clausole contrattuali elaborate in previsione e con riferimento ad un singolo, specifico negozio da uno dei contraenti, cui l’altro possa richiedere di apportare le necessarie modifiche dopo averne liberamente apprezzato il contenuto

Articolo

La mancata statuizione nel dispositivo della sentenza in ordine ad un determinato capo della domanda configura il vizio di omessa pronuncia

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 gennaio 2024| n. 272.

La mancata statuizione, nel dispositivo della sentenza, in ordine ad un determinato capo della domanda configura il vizio di omessa pronuncia riguardo a quel capo, denunciabile ai sensi dell'art. 112 c.p.c., non potendo la esistenza della relativa decisione desumersi da affermazioni contenute nella sola motivazione