Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 31 marzo 2014, n. 14788 Ritenuto in fatto 1. Ricorre per cassazione S.G. unitamente al difensore di fiducia avverso la sentenza emessa in data 7.3.2013 dalla Corte di Appello di Ancona che confermava nei suoi confronti (laddove S.G., direttore dei lavori, veniva assolto) quella in data 15.12.2005 del...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 marzo 2014, n. 13987. In tema di infortuni sul lavoro, l'errore sulla legittima aspettativa che non si verifichino condotte imprudenti dei lavoratori non è invocabile da parte del datore di lavoro, il quale, per la sua posizione di garanzia, risponde dell'infortunio sia a titolo di colpa diretta per non aver negligentemente impedito l'evento lesivo ed eliminato le condizioni di rischio che a titolo di colpa indiretta, per aver erroneamente invocato a sua discriminante la responsabilità altrui qualora le misure di prevenzione siano state inadeguate
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 marzo 2014, n. 13987 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 4 dicembre 2012 il Tribunale di Monza ha condannato S.S.G.G. alla pena di € 2500 di ammenda per il reato di cui agli articoli 71, comma 1, e 87, comma 2, lettera c), d.lgs. 81/2008 per...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 febbraio 2014, n. 9693. Il datore di lavoro risponde dell'infortunio del dipendente se ha consegnato il Pos ai lavoratori invitandoli a leggerlo, ma non li ha adeguatamente informati
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 febbraio 2014, n. 9693 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 febbraio 2014, n. 2455. In caso di infortuni sul lavoro, il concorso di responsabilità del dipendente non può farsi derivare dall’essere l’infortunato qualificabile come «lavoratore esperto con mansioni di coordinatore degli altri operai». Il ruolo di «preposto alla sicurezza», infatti, va attribuito in via formale e dietro specifica formazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 4 febbraio 2014, n. 2455 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. TRIA Lucia – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. MANCINO Rossana – Consigliere Dott. PAGETTA Antonella...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 22 gennaio 2014, n. 1312. Una volta provato l’inadempimento consistente nell’inesatta esecuzione della prestazione di sicurezza nonché la correlazione fra tale inadempimento ed il danno, la prova che tutto era stato approntato ai fini dell’osservanza del precetto dell’art. 2087 cod. civ. e che gli esiti dannosi erano stati determinati da un evento imprevisto e imprevedibile deve essere fornita dal datore di lavoro. La prova liberatoria a carico del datore di lavoro va, poi, generalmente correlata alla quantificazione della diligenza ritenuta esigibile, nella predisposizione delle misure di sicurezza, imponendosi, di norma, allo stesso l’onere di provare l’adozione di comportamenti specifici i quali, ancorché non risultino dettati dalla legge (o altra fonte equiparata), siano suggeriti da conoscenze sperimentali e tecniche, dagli “standard” di sicurezza normalmente osservati o trovino riferimento in altre fonti analoghe
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 22 gennaio 2014, n. 1312 Svolgimento del processo La Corte di appello, giudice del lavoro, di L’Aquila, con sentenza n. 822/2010 del 25/6/2010, decidendo sull’appello proposto da C.L. nei confronti di Ci.Gi. e della Carige Assicurazioni S.p.A. (chiamata in garanzia dal Ci. ) nonché sull’appello incidentale proposto da...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 gennaio 2014, n. 899. L’art. 172 n. 3 lettera c) del codice della strada, che esenta dall’uso di cintura di sicurezza gli appartenenti a servizi di vigilanza privata che effettuano scorte, prevale sull’obbligo generale di cui all’art. 2087 c.c. L’art. 172 è chiaramente una disposizione di ordine speciale tesa a regolare una specifica attività lavorativa “pericolosa” in ordine al rispetto dell’obbligo di indossare le cinture di sicurezza in una logica di bilanciamento con evidenti interessi di altra natura, come il consentire una più pronta reazione degli addetti alla vigilanza anche nel loro stesso interesse nel caso di attacchi al furgone o al mezzo vigilato
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 gennaio 2014, n. 899 Svolgimento del processo G.M. adiva il Tribunale di Genova esponendo di aver subito un incidente stradale mentre, come dipendente della Metronotte Città di Genova Istituto di vigilanza privata spa, viaggiava su un furgone blindato addetto al trasporto valori; l’autista del mezzo – imboccata...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 16 dicembre 2013, n. 50605. ll delegato per la sicurezza – figura come già detto del tutto eventuale – è invece destinatario di poteri e responsabilità originariamente ed istituzionalmente gravanti sul datore di lavoro e, perciò, deve essere formalmente individuato ed investito del suo ruolo con modalità rigorose, non ricorrenti nel caso in esame. Peraltro in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, ai sensi dell’art. 17 D.Lgs. n. 81 del 2008, il datore di lavoro non può delegare, neanche nell’ambito di imprese di grandi dimensioni, l’attività di valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza del lavoratore e la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dei rischi
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 16 dicembre 2013, n. 50605 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 20 luglio 2009 il Tribunale di Nuoro dichiarava P.M.A. responsabili dei reati di cui agli artt. 589 co. 1 e 2 c.p. (capo A), artt. 48 co. 3 e 89 co. 2 lett. a D.L.vo...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza n. 50074 del 12 dicembre 2013. Reato di estorsione per il datore di lavoro che dice al proprio dipendente: “Se non accetti uno stipendio più basso ti licenzio”
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza n. 50074 del 12 dicembre 2013 Osserva -1- B.M. e B.L. , tramite difensore, con due distinti atti ricorrono avverso la sentenza datata 5/20.12.2012 della corte di appello di Lecce , di conferma della pregressa decisione di primo grado – tribunale della stessa città in data 3.3.2009 –...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 7 novembre 2013, n. 44977. In tema di reato di lesioni colpose commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 7 novembre 2013, n. 44977 Ritenuto in fatto -1- L.G. , C.G. e P.C. sono stati chiamati a rispondere del reato di lesioni colpose commesso, con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, in pregiudizio di R.L. che, nel corso dei lavori di realizzazione, in...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 ottobre 2013, n. 42647. Non occorre che vi sia la violazione di specifiche norme dettate per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, essendo sufficiente che l’evento dannoso si sia verificato a causa dell’omessa adozione di quelle misure ed accorgimenti imposti ai fini della più efficace tutela dell’integrità fisica del lavoratore
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 17 ottobre 2013, n. 42647 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 9 dicembre 2011 la Corte d’Appello di Roma confermava la sentenza pronunciata dal Tribunale di Roma in data 8 luglio 2009, appellata da D.A.R. che aveva affermato la penale responsabilità della stessa in ordine al...