L’ascolto del minore di almeno dodici anni, e anche di età minore, ove capace di discernimento, costituisce una modalità, tra le più rilevanti, di riconoscimento del suo diritto fondamentale ad essere informato e ad esprimere le proprie opinioni nei procedimenti che lo riguardano, nonché elemento di primaria importanza nella valutazione del suo interesse (Nel caso...
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Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 17 gennaio 2017, n. 973
In tema di appalto di opere pubbliche stipulato da due imprese riunite in associazione temporanea, il fallimento dell’impresa capogruppo, costituita mandataria dell’altra ai sensi del Decreto Legislativo 19 dicembre 1991, n. 406, articolo 23, comma 8, determina lo scioglimento del rapporto di mandato, ai sensi della L. Fall., articolo 78, con la conseguenza che l’impresa...
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 11 gennaio 2017, n. 511
La L. n. 241 del 1990, articolo 21 octies, comma 2, oltre a riprendere orientamenti gia’ vigenti, che consideravano il principio ivi espresso come immanente nel sistema, e’ norma di carattere processuale e pertanto, in quanto tale, applicabile anche ai procedimenti in corso o gia’ definiti alla data di entrata in vigore della L. n....
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 9 agosto 2016, n. 16827
La banca che concede finanziamenti al debitore principale, pur conoscendone le difficoltà economiche, fidando nella solvibilità del fideiussore, senza informare quest’ultimo dell’aumento del rischio e senza chiedere la preventiva autorizzazione, viola gli obblighi di buonafede Suprema Corte di Cassazione sezione I civile sentenza 9 agosto 2016, n. 16827 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO...
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 12 luglio 2016, n. 14188
Nei contratti stipulati con la p.a., l’effetto vincolante dell’aggiudicazione si ha dopo l’approvazione ministeriale, ai sensi dell’art. 19 del r.d. 18 novembre 1923, n. 2440. La sentenza ha precisato che l’approvazione ministeriale deve essere adottata nelle forme solenni stabilite dalla legge,e e non può desumersi dalla condotta dell’amministrazione Suprema Corte di Cassazione sezione I civile...
In tema di responsabilità civile dei maestri e dei precettori, per superare la presunzione di responsabilità che ex art. 2048 cod. civ., che grava sull'insegnante per il fatto illecito dell'allievo, non è sufficiente la sola dimostrazione di non essere stato in grado di spiegare un intervento correttivo o repressivo dopo l'inizio della serie causale sfociante nella produzione del danno, ma è necessario anche dimostrare di aver adottato, in via preventiva, tutte le misure disciplinari o organizzative idonee ad evitare il sorgere di una situazione di pericolo favorevole al determinarsi di detta serie causale, commisurate all'età ed al grado di maturazione raggiunto dagli allievi in relazione alle circostanze dei caso concreto, dovendo la sorveglianza dei minori essere tanto più efficace e continuativa in quanto si tratti di fanciulli in tenera età; non costituiscono idonee misure organizzative, in relazione allo stato dei luoghi, connotato dalla presenza di un manufatto suscettibile di ostacolare la piena e totale visibilità dello spazio da controllare, la mera presenza delle insegnanti in loco, se non dislocate in prossimità del manufatto in questione, e l'avere le medesime impartito agli alunni la generica raccomandazione "di non correre troppo durante la ricreazione", se non accompagnata dall'adozione di interventi corretti immediati, diretti a prevenire e ad evitare il verificarsi di eventi dannosi. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 maggio 2016, n. 9337.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 maggio 2016, n. 9337 Ritenuto in fatto 1. Con atto di citazione del 24 marzo 2006, S.R. e D.V. convenivano in giudizio, dinanzi al Giudice di Pace di Bolzano, l’Istituto Pluricomprensivo – Bolzano – Europa 1, chiedendone la condanna al risarcimento del danno subito dalla figlia minore...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 marzo 2016, n. 5252. La pronuncia di condanna generica al risarcimento presuppone soltanto l’accertamento di un fatto potenzialmente produttivo del danno, rimanendo l’accertamento della concreta esistenza dello stesso riservato alla successiva fase, con la conseguenza che al giudice della liquidazione è consentito di negare la sussistenza del danno, senza che ciò comporti alcuna violazione del giudicato formatosi sull’”an”. Sicché, qualora la sentenza di primo grado venga specificamente impugnata in ordine alla liquidazione del danno, contestandosi che di esso sia stata fornita la prova, il giudice di appello – senza incorrere in ultrapetizione ove, all’esito di tale revisione, escluda l’esistenza di qualsiasi danno – è investito del potere di riesaminare nella sua interezza la statuizione concernente il quantum debeatur.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 16 marzo 2016, n. 5252 Ritenuto in fatto Con atto di citazione notificato il 30 luglio 1994, T.V. – premesso di essere esercente, fin dall’i gennaio 1970, di una cava di pozzolana, situata in territorio del Comune di (OMISSIS) – conveniva in giudizio, dinanzi al Tribunale di Roma,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 24 febbraio 2016, n. 3628. L’istituto della “confideiussione” di cui all’articolo 1946 codice civile, e’ caratterizzato, nei suoi presupposti, da un collegamento necessario tra le obbligazioni assunte dai singoli fideiussori, mossi consapevolmente, anche se non contestualmente, dal comune interesse di garantire lo stesso debito e lo stesso debitore, salva la divisione dell’obbligazione nei rapporti interni in virtu’ del diritto di regresso, che, a norma dell’articolo 1954 codice civile, spetta a colui che ha pagato l’intero
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 24 febbraio 2016, n. 3628 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – rel. Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. LAMORGESE...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 24 febbraio 2016, n. 3611. L’ufficio, che pretende da un contribuente le imposte non versate da parte del defunto, deve provare la sua qualità di erede. A tal fine non è sufficiente la produzione della mera denuncia di successione presentata poiché occorrono gli atti dello stato civile
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 24 febbraio 2016, n. 3611 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIELLI Stefano – Presidente Dott. VALITUTTI Antonio – rel. Consigliere Dott. SCODITTI Enrico – Consigliere Dott. TRICOMI Laura – Consigliere Dott. VELLA Paola...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 26 gennaio 2016, n. 1376. L’art. 2504 bis c.c., introdotto dalla riforma del 2003, ha natura innovativa e non interpretativa e, pertanto, il principio da esso desumibile per cui la fusione tra società si risolve in una vicenda meramente evolutivo-modificativa dello stesso soggetto giuridico, che conserva la propria identità, pur in un nuovo assetto organizzativo, non vale per le fusioni (per unione od incorporazioni) anteriori al 1°gennaio 2004. Tali fusioni pur dando luogo ad un fenomeno successorio si diversificano dalla successione mortis causa perché la modificazione dell’organizzazione societaria dipende esclusivamente dalla volontà delle società partecipanti. Neppure a dette fusioni si applica la disciplina dell’interruzione di cui agli artt. 299 e ss. c.p.c.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 26 gennaio 2016, n. 1376 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – rel. Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere Dott....