Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 20 maggio 2015, n. 20887 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott. SCARCELLA...
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Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 20 maggio 2015, n. 21014. La terza sezione penale della Cassazione ha rimesso alle sezioni Unite la decisione su alcune questioni di notevole importanza che riguardano l’operatività della nuova causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all’articolo 131 bis del Cp. I giudici di legittimità dovranno esprimersi sull’applicabilità del nuovo istituto anche per i reati tributari appena sopra la soglia di punibilità prevista dalle fattispecie incriminatrici; accertare se questa possa essere fatta valere per la prima volta in Cassazione; ed, eventualmente, se e con quali modalità la Corte può esprimere un giudizio di meritevolezza
Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 20 maggio 2015, n. 21014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRILLO Renato – rel. Consigliere Dott. SAVINO Mariapia Gaetana – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 aprile 2015, n. 15853. Nei reati tributari “la presentazione di una proposta di concordato preventivo e la sua approvazione di omologazione da parte del tribunale non fa venir meno la responsabilita’ dell’amministratore della societa’ che non ha versato quanto dovuto all’erario ai fini degli obblighi IVA
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 aprile 2015, n. 15853 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 maggio 2015, n. 18501. Omesso versamento IVA; nei reati omissivi integra la causa di forza maggiore l’assoluta impossibilità, non la semplice difficoltà di porre in essere il comportamento omesso. Ne consegue che: a) il margine di scelta esclude sempre la forza maggiore perché non esclude la suitas della condotta; b) la mancanza di provvista necessaria all’adempimento dell’obbligazione tributaria penalmente rilevante non può pertanto essere addotta a sostegno della forza maggiore quando sia comunque il frutto di una scelta/politica imprenditoriale volta a fronteggiare una crisi di liquidità; c) non si può invocare la forza maggiore quando l’inadempimento penalmente sanzionato sia stato con-causato dai mancati accantonamenti e dal mancato pagamento alla singole scadenze mensili e dunque da una situazione di illegittimità; d) l’inadempimento tributario penalmente rilevante può essere attribuito a forza maggiore solo quando derivi da fatti non imputabili all’imprenditore che non ha potuto tempestivamente porvi rimedio per cause indipendenti dalla sua volontà e che sfuggono al suo dominio finalistico. Alla luce delle considerazioni che precedono, sono state valutate inconsistenti le tesi dei ricorrenti volte a giustificare la condotta omissiva con le pessime condizioni economiche in cui versava l’impresa dell’imputato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 maggio 2015, n. 18501 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 15/11/2013 la Corte d’appello di Bari ha confermato la sentenza del 13/04/2012, impugnata dal solo imputato, con la quale il Tribunale di quello stesso capoluogo aveva dichiarato il sig. R.G. colpevole, nella sua qualità di legale...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 aprile 2015, n. 15236. In tema di reati tributari, non è sufficiente ad integrare il reato di indebita compensazione, previsto dall’art. 10 quater, d.lgs. n. 74 del 2000, un mancato versamento ma occorre che lo stesso risulti, a monte, formalmente “giustificato” da una operata compensazione tra le somme dovute all’Erario e crediti verso il contribuente, in realtà non spettanti od inesistenti
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 aprile 2015, n. 15236 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 marzo 2015, n. 12014. Con errato “copia e incolla” si afferma che il difensore ha rinunziato a una richiesta: sentenza annullabile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 marzo 2015, n. 12014 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. GAZZARA Santi...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 febbraio 2015, n. 6822. Il delitto di cui al Decreto Legislativo n. 74 del 2000, articolo 10 ter, non e’ un reato con condotta di natura esclusivamente omissiva, ma a condotta mista, in parte attiva e in parte omissiva, in cui la componente attiva e’ riconducibile alla presentazione della dichiarazione annuale i.v.a. da chi e’ obbligato a tale adempimento, dalla quale emerga un debito di imposta superiore alla soglia di punibilita’, fissata ex lege; mentre la componente omissiva e’ rappresentata dal mancato versamento dell’i.v.a., liquidata dal contribuente nella relativa dichiarazione. Inoltre, il dolo generico, normativamente richiesto per la punibilita’, vuole che il soggetto attivo, con coscienza e volonta’, presenti la predetta dichiarazione, non curando, di procedere poi, al versamento del dovuto entro il 27 dicembre del successivo periodo di imposta. Ne’, per la sussistenza del reato de quo, dal punto di vista dell’elemento soggettivo, rileva una eventuale situazione di decozione economica in cui puo’ venirsi a trovare l’interessato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 febbraio 2015, n. 6822 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. SAVINO Mariapia Gaeta – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 marzo 2015, n. 10498. Il prestanome risponde a titolo di dolo generico (per la consapevolezza della possibilità di verificazione di eventi tipici dalla condotta omissiva) o anche eventuale perché, accettando la carica sociale, assume anche i rischi connessi; ne consegue che non può essere esclusa la responsabilità penale del direttore commerciale sul presupposto che questi, pur avendo accettato di essere amministratore della società, non ha mai curato gli incombenti amministrativi, fiscali e burocratici, gestiti, invece, di fatto, da altri.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 marzo 2015, n. 10498 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. GAZZARA...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 febbraio 2015, n. 8352. Nei reati omissivi, come quello del mancato versamento dell’Iva, la causa di forza maggiore è integrata dall’assoluta impossibilità, e non invece dalla semplice difficoltà, a porre in essere il comportamento omesso. Pertanto, non si può invocare l’esimente quando l’inadempimento: è stato provocato anche dal mancato pagamento alle scadenze mensili; non è derivato da atti non imputabili all’imprenditore che non ha potuto porvi rimedio per cause indipendenti dalla sua volontà; è frutto di una scelta imprenditoriale indirizzata a fronteggiare una crisi di liquidità
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 febbraio 2015, n. 8352 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. ANDRONIO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 febbraio 2015, n. 5190. In tema di omesso versamento IVA, il dato oggettivo rappresentato dal mancato pagamento di quanto dovuto all'Erario, ove non costituisca il risultato di una scelta autonoma e discrezionale del liquidatore della societa? al momento della scadenza, ma sia conseguenza di una scelta obbligata, scaturente dalla carenza, nel breve periodo, di ogni forma di liquidita? dovuta al mancato accantonamento dell'Iva da parte di chi aveva avuto in precedenza la rappresentanza della società, impone un rigoroso accertamento della sussistenza dell'illecito sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo al fine di verificare la eventuale responsabilità del liquidatore per il reato di cui all'art. 10 ter, d. lsg. n. 74 del 2000
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 febbraio 2015, n. 5190 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio Felice – Presidente Dott. SAVINO Maria Pia G. – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel....