Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 aprile 2014, n. 17621 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. APRILE...
Tag: ingiuria
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 aprile 2014, n. 17350. L'imputato colpevole di aver indirizzato una lettera al suo avvocato caratterizzata dalle seguenti espressioni riferite al destinatario della missiva: di essere "raro esempio di deontologia professionale", di "aver pensato solo ai soldi", di aver rifiutato "l'assegno e pretendendo contanti", di "aver agito per me e contro di me", minacciando poi entrambi i fratelli infine di "rivolgersi alla Guardia di Finanza ed all'Ordine forense oltre che alla stampa". Ebbene tali contenuti hanno leso l’onorabilità e la dignità del primo professionista per tradursi le espressioni sopra menzionate in una critica incontinente
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 aprile 2014, n. 17350 Fatto e diritto -1- G.R. , già condannato dal tribunale di Rossano in data 2.2.2007 alla pena Euro seicento di multa per i delitti, in continuazione, di ingiuria aggravata e di minaccia, in tal modo qualificata l’originaria imputazione di tentativo di estorsione, ricorre,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 aprile 2014, n. 16382. Ai fini della configurabilità del reato di ingiuria non è richiesta la sussistenza dell’animus iniurandi, essendo sufficiente il dolo generico che può anche assumere la forma del dolo eventuale, in quanto basta che l’agente, consapevolmente, faccia uso di espressioni o parole socialmente interpretabili come offensive, cioè utilizzate in base al significato che esse vengono oggettivamente ad assumere, senza un diretto riferimento alle intenzioni dell’agente (nella specie il seguente messaggio a mezzo telefono cellulare: “troia, vai con altri…”).
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 aprile 2014, n. 16382 Ritenuto di fatto 1. Con l’impugnata sentenza, il Tribunale di Trento il 29 aprile 2013, ha parzialmente confermato la sentenza del Giudice di pace di Trento del 9 novembre 2012 e ha mantenuto ferma la condanna di D.G.P. per il reato di ingiurie,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 febbraio 2014, n. 8431. Non commette reato di ingiuria e minaccia l'ex marito che litiga con la moglie che non gli vuole far vedere il figlio, purchè il giudice accerti la sussistenza o la probabilità dell'esimente
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE Sentenza 21 febbraio 2014, n. 8431 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente – Dott. OLDI Paolo – Consigliere – Dott. ZAZA Carlo – Consigliere – Dott. SETTEMBRE Antonio – rel....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 25 marzo 2014, n. 14067. Al fine di accertare se l'espressione utilizzata sia idonea a ledere il bene protetto dalla fattispecie incriminatrice di cui all'art. 594 cod. pen., occorre fare riferimento ad un criterio di media convenzionale in rapporto alle personalità dell'offeso e dell'offensore nonché al contesto nel quale detta espressione sia stata pronunciata ed alla coscienza sociale. Infatti il significato delle parole dipende dall'uso che se ne fa e dal contesto comunicativo in cui si inseriscono: se è vero infatti che in linea di principio l'uso abituale di espressioni volgari non può togliere alle stesse l'obiettiva capacità di ledere l'altrui prestigio, ve ne sono alcune che in relazione proprio al contesto comunicativo perdono la loro potenzialità lesiva. l'utilizzo di un linguaggio più disinvolto, più aggressivo, meno corretto di quello in uso in precedenza caratterizza oggigiorno anche il settore dei rapporti tra i cittadini, derivandone un mutamento della sensibilità e della coscienza sociale: siffatto modo di esprimersi e di rapportarsi all'altro, infatti, se è certamente censurabile sul piano del costume, è ormai accettato (se non sopportato) dalla maggioranza dei cittadini. L'indubbia volgarità dell'espressione "scopare", non determina automaticamente la lesione del bene protetto dalla fattispecie di cui all'art. 594, cod. pen., proprio perché la frase incriminata non si è tradotta in un oggettivo giudizio di disvalore sulle qualità personali
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 25 marzo 2014, n. 14067 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata, il Giudice di pace di M. condannava C.L. alla pena di € 1800 di multa per i reati di ingiuria e diffamazione in danno di S.M. e D.F.M., in relazione ad uno scritto anonimo...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 25 marzo 2014, n. 14021. Condannato per ingiuria il padre di una bambina di 4 anni la quale riferisce al padre di essere stata offesa dal vicino di casa. Il genitore reagisce rivolgendo espressioni volgari ed ingiuriose a danno del vicino. Nessuna esimente per il padre per aver scoperto successivamente che il racconto della bimba era falso
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 25 marzo 2014, n. 14021 Ritenuto in fatto 1. C.A., ritenuto, con doppia sentenza conforme, responsabile del reato di ingiuria nei confronti di R.T., ricorre tramite il difensore avverso la sentenza di secondo grado (Tribunale di Palermo sez. dist. di Partitico in data 1-10-2012) deducendo violazione di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 marzo 2014, n. 12179. Ai fini dell'integrazione dell’esimente della provocazione,
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 marzo 2014, n. 12179 Ritenuto in fatto P.A. , unitamente al proprio difensore, ricorre avverso la pronuncia indicata in epigrafe, recante la conferma della sentenza emessa nei suoi confronti il 21/07/2010 dal Giudice di pace di Milano; il prevenuto era stato inizialmente accusato di avere offeso l’onore...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5242. In tema di provocazione, sebbene il dato temporale debba essere interpretato con elasticita’, non essendo necessaria una reazione istantanea, tuttavia l’immediatezza della reazione rispetto al fatto ingiusto altrui rende piu’ evidente la sussistenza dei presupposti di tale circostanza attenuante, mentre il passaggio di un lasso di tempo considerevole puo’ assumere rilevanza al fine di escludere il rapporto causale e di riferire la reazione ad un sentimento differente, quale l’odio o il rancore
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5242 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BEVERE Antonio – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. BRUNO Paolo A – Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 febbraio 2014, n. 8732. Nel rientrare nella propria abitazione, fermatosi a parlare con il vicino è stato bersaglio di un apprezzamento, da parte della moglie affacciatasi alla finestra del suo appartamento di ampio spessore offensivo, composto dalle seguenti parole “ecco che è arrivato il napoletano che puzza di merda”. La specifica connotazione “geografica” dell’offesa veniva confermata dall’intervento del marito che, si esibiva in un cenno caricaturale del ballo tipicamente napoletano (la tarantella). Conaddannati entrambi alla pena pecuniaria di € 500 per ingiuria e lesioni
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 febbraio 2014, n. 8732 Fatto e diritto Con sentenza 19.7.2012, il giudice di pace di Ferrara ha condannato B.S., previa concessione delle attenuanti generiche prevalenti, alla pena di 500 euro di multa, per i reati, uniti dal vincolo della continuazione, di ingiuria e lesioni in danno di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5227. “Mia suocera come una vipera”: una frase che, se pronunciata in un «contesto di rapporti tesi» ma senza ledere «l’onore e il decoro» altrui, non può giustificare una condanna per ingiuria
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5227 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 02/10/2012 il Tribunale di Nicosia ha confermato la decisione di primo grado che aveva condannato alla pena ritenuta di giustizia e al risarcimento dei danni in favore della parte civile, D.M. , avendolo ritenuto responsabile del...