Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 luglio 2015, n. 15861 Svolgimento del processo Con atto di citazione del 15 dicembre 1992, la Cassa Rurale ed Artigiana di Castelvetrano, attualmente Banca di Credito Cooperativo “G. Toniolo” di (omissis) , conveniva in giudizio, davanti al Tribunale di Marsala, i notai G.G. , A.V. e L.V....
Categoria: Responsabilità e deontologia professionale
Corte Costituzionale, sentenza n. 170 del 16 luglio 2015. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 13, comma 1, secondo periodo, del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, recante «Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati, delle relative sanzioni e della procedura per la loro applicabilità, nonché modifica della disciplina in tema di incompatibilità, dispensa dal servizio e trasferimento di ufficio dei magistrati, a norma dell’articolo 1, comma 1, lettera f), della legge 25 luglio 2005, n. 150», limitatamente alle parole da «quando ricorre» a «nonché»
Sentenza 170/2015 Giudizio Presidente CRISCUOLO – Redattore GROSSI Udienza Pubblica del 23/06/2015 Decisione del 23/06/2015 Deposito del 16/07/2015 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 13, c. 1°, secondo periodo, del decreto legislativo 23/02/2006, n. 109. Massime: Atti decisi: ordd. 182 e 204/2014 SENTENZA N. 170 ANNO 2015 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 1 giugno 2015, n. 11291. In tema di responsabilità disciplinare del magistrato, l’antigiuridicità del ritardo nel deposito di provvedimenti non è eliminata dall’esigenza di smaltire ritardi oggetto di pregresse sanzioni disciplinari.
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 1 giugno 2015, n. 11291 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente di Sez. Dott. BERNARDI Sergio – Consigliere Dott. CAPPABIANCA Aurelio –...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 14 luglio 2015, n. 14688. Deve attribuirsi a gravissima negligenza del magistrato ogni violazione del diritto di libertà non dovuta a cause eccezionali, ovvero già determinate per legge, poiché, per i rilevanti poteri che devono essere esercitati sulla libertà degli indagati, egli è tenuto ad una particolare attenzione, la cui violazione, se non necessitata da circostanze di fatto che impediscano in modo assoluto la scarcerazione, incide su un diritto fondamentale direttamente tutelato dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 14 luglio 2015, n. 14688 Svolgimento del processo Il dr. D.G.P. , per quanto ancora qui specificamente rileva, venne incolpato dell’illecito disciplinare di cui agli artt. 1 e 2, comma 1, lett. g), dl.vo n. 109/06, perché, in qualità di sostituto procuratore in servizio presso la Procura di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 giugno 2015, n. 12872. L’assicurazione per la responsabilità civile del commercialista copre anche l’attività da questo svolta come curatore fallimentare, salvo che il rischio sia espressamente escluso dal contratto. Infatti, l’espletamento di tale incarico, per il quale continua a restare un professionista privato in relazione al quale svolge pubblici poteri, rientra tra le possibili attività professionali specificamente previste per i commercialisti dalla legge. Pertanto, in caso di risarcimento di danni cagionati nell’espletamento dell’attività di ausiliare di giustizia, l’assicuratore è tenuto a tenere indenne il professionista. Questo è quanto detto dalla Cassazione che, nella specie, cassando la decisione della Corte territoriale, ha riaffermato un principio di rilievo applicabile anche nel caso in cui il curatore fallimentare sia un avvocato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 giugno 2015, n. 12872 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. PETTI Giovanni Battista – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 giugno 2015, n. 11665. Il dovere di consiglio del notaio non può spingersi fino al punto da comprendere il controllo su circostanze di fatto che rientrano nella normale prudenza delle parti o su quelli che sono i motivi dell’atto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 giugno 2015, n. 11665 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. MAZZACANE Vincenzo – Consigliere Dott. MIGLIUCCI Emilio – rel. Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott. PICARONI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 giugno 2015, n. 12732. La repressione degli illeciti disciplinari (nel caso dei Notai) incide sulla sfera giuridica della persona fisica destinataria del provvedimento, fino a intaccarne il diritto di continuare a svolgere una data attività lavorativa [tant’è che, secondo la giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, ciò può dar luogo a “controversie su diritti di natura civile”, ai sensi dell’articolo 6 § 1 della Convenzione: cfr. Konig c. Germania, 28 giugno 1978, §§ 87-95. Il potere disciplinare non si esercita secondo la consueta tecnica del provvedimento amministrativo che attua la sintesi solidaristica tra interesse generale e interesse particolare, ma in maniera immediata e diretta sulla posizione del soggetto incolpato, secondo un modulo simile a quello penalistico. La fase giurisdizionale che ne può seguire non ha ad oggetto, infatti, il controllo dell’uso legittimo di un potere altrimenti insindacabile nelle sue scelte di merito amministrativo, ma l’accertamento della fondatezza della pretesa sanzionatoria esercitata, accertamento che, una volta richiesto dalla parte percossa dal provvedimento o da quella titolare del potere d’azione, coinvolge un interesse pubblico indisponibile
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 giugno 2015, n. 12732 Svolgimento del processo Dalla sentenza impugnata si ricava che con due distinte delibere adottate il 9.11.2005 e il 22.10.2008 il Consiglio notarile dei distretti notarili riuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola, stabiliva di sottoporre a controllo ed analisi l’attività di tutti i...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 26 maggio 2015, n. 10796. Trasferimento per il magistrato che nella mailing list offende i colleghi
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 26 maggio 2015, n. 10796 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. BERNABAI Renato – rel. Consigliere Dott. CAPPABIANCA Aurelio –...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 15 giugno 2015, n. 12311. Ai fini della sussistenza della violazione di legge (l’aver ingiustificatamente ritardato – per negligenza inescusabile e violazione dei doveri di diligenza e laboriosità – le indagini relative ad una denuncia contro ignoti presentata da G.T. per il reato di cui all’art. 326 cod. pen. (rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio), non prevedono, infatti, specifici obblighi, ma, come esattamente affermato nella sentenza impugnata, individuano tempi e modalità di svolgimento delle indagini di competenza del pubblico ministero. Le indicazioni ivi contenute sono riconducibili ad uno spazio di apprezzamento del magistrato sottratto alla valutazione del giudice disciplinare. Ciò appare evidente dalla formulazione degli artt. 326 cod. proc. pen. che si limita a fissare le finalità delle indagini preliminari, e 358 cod. proc. pen. a norma del quale il pubblico ministero “compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell’articolo 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini”. Per quanto riguarda gli altri due articoli citati nel capo di incolpazione – che disciplinano, rispettivamente, l’inizio dell’azione penale, le sue forme e i relativi termini (artt. 405), nonché i termini di durata massima delle indagini preliminari (art. 407) – deve osservarsi che la contestazione di cui al capo di incolpazione in esame non riguarda alcuna violazione dei termini indicati dalle norme citate
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 15 giugno 2015, n. 12311 Svolgimento del processo 1. II Procuratore Generale della Corte di cassazione ha promosso l’azione disciplinare nei confronti dei dott. G.S., sostituto procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Bari; tale azione disciplinare era basata su distinti capi di incolpazione dei quali...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 maggio 2015, n. 10526. La responsabilità del prestatore d’opera intellettuale nei confronti del proprio cliente per negligente svolgimento dell’attività professionale presuppone la prova del danno e del nesso causale tra la condotta del professionista ed il pregiudizio del cliente. Qualora si tratti dell’attività dell’avvocato, l’affermazione della responsabilità per colpa professionale implica una valutazione prognostica positiva circa il probabile esito favorevole dell’azione giudiziale che avrebbe dovuto essere proposta e diligentemente seguita; tale giudizio, da compiere sulla base di una valutazione necessariamente probabilistica, è riservato al giudice di merito, con decisione non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata ed immune da vizi logici
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 maggio 2015, n. 10526 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere Dott. BARRECA Giuseppina Luciana – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere...