Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 24 novembre 2015, n. 23981 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. DI MARZIO Mauro – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio Pietro – rel. Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 ottobre 2015, n. 22008. La norma del D. Lgs. 17 gennaio 2003, n. 5, art. 34, contempla l’unica ipotesi di clausola compromissoria che possa essere introdotta negli atti costitutivi delle società, ad eccezione di quelle che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio a norma dell’art. 2325 bis c.c., restando escluso il ricorso in via alternativa od aggiuntiva alla clausola compromissoria di diritto comune prevista dall’art. 808 c.p.c. Sicché la clausola compromissoria contenuta nello statuto societario, la quale, non adeguandosi alla prescrizione del D. Lgs. 17 gennaio 2003, n. 5, art. 34, non preveda che la nomina degli arbitri debba essere effettuata da un soggetto estraneo alla società, è nulla anche ove si tratti di arbitrato irrituale, con la conseguenza che la clausola non produce effetti e la controversia può essere introdotta solo davanti al giudice ordinario.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I CIVILE sentenza 28 ottobre 2015, n. 22008 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente – Dott. NAPPI Aniello – Consigliere – Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere – Dott. RAGONESI Francesco Antonio –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 novembre 2015, n. 23868. Anche in presenza di clausola risolutiva espressa, i contraenti sono tenuti a rispettare il principio generale della buona fede ed il divieto di abuso del diritto, preservando l’uno gli interessi dell’altro. Il potere di risolvere di diritto il contratto avvalendosi della clausola risolutiva espressa, in particolare, è necessariamente governato dal principio di buona fede, da tempo individuato dagli interpreti sulla base del dettato normativo (art. 1175, 1375, 1356, 1366, 1371, c.c., ecc.) come direttiva fondamentale per valutare l’agire dei privati e come concretizzazione delle regole di azione per i contraenti in ogni fase del rapporto (precontrattuale, di conclusione e di esecuzione del contratto)
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 23 novembre 2015, n. 23868 Ritenuto in fatto Con sentenza del 26 aprile 2010, la Corte d’appello di Torino, in riforma della sentenza impugnata, ha dichiarato risolto per fatto e colpa della Mistral s.p.a. il contratto di licenza di marchio concluso fra la medesima e la licenziataria Coriex...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2015, n. 22118. Le creazioni di design sono oggetto di una protezione speciale, tendenzialmente soggetta alla formalità costitutiva della registrazione, individuata in un qualcosa di diverso da ciò che può costituire disegno o modello, secondo un’interpretazione del requisito del valore artistico come volto a riservare la tutela autorale ai prodotti di particolare pregio estetico, di facile riconoscibilità, anche attraverso il ricorso a criteri indiziari, opportunamente pesati (dal suo riconoscimento in ambiti critico-specialististici, alla presenza di tratti sicuramente innovativi, sia sul terreno progettuale che realizzativo, fino ad una precoce ed attendibile musealizzazione, ecc.).
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2015, n. 22118 Svolgimento del processo 1.La Corte d’Appello di Venezia ha parzialmente accolto gli appelli, proposti da L.A.L. srl (a seguito dell’impugnazione principale) nonché da G. Srl e G.A. (d’ora innanzi: i G. , per l’impugnazione incidentale), contro la sentenza del Tribunale di quella stessa...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 ottobre 2015, n. 20305. Il contratto può essere annullato ai sensi dell’art. 1434 cod. civ. qualora la volontà del contraente sia stata alterata dalla coazione, fisica o psichica, proveniente dalla controparte o da un terzo, requisiti che non ricorrono ove la determinazione della parte sia stata provocata da timori meramente interni ovvero da personali valutazioni di convenienza, senza cioè che l’oggettività del pregiudizio risalti – su iniziativa probatoria della parte che promuove la domanda di annullamento – quale idonea a condizionare un libero processo determinativo delle proprie scelte. Secondo un consolidato indirizzo, invero, cui si presta adesione, in materia di annullamento del contratto per vizi della volontà, si verifica l’ipotesi della violenza, invalidante, il negozio giuridico, qualora uno dei contraenti subisca una minaccia specificamente finalizzata ad estorcere il consenso alla conclusione del contratto, proveniente dal comportamento posto in essere dalla controparte o da un terzo e risultante di natura tale da incidere, con efficienza causale, sul determinismo del soggetto passivo, che in assenza della minaccia non avrebbe concluso il negozio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 ottobre 2015, n.20305 I fatti rilevanti della causa e le ragioni della decisione Con il primo motivo il ricorrente deduce violazione di legge ai sensi degli artt. 1427, 1434 e 1438 cod.civ. e vizio di motivazione, avendo erroneamente la corte d’appello ravvisato l’inconfigurabilità della minaccia di far...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2015, n. 17794. Il risarcimento del danno subito dal terzo in conseguenza della formazione da parte degli amministratori di un bilancio non veritiero presuppone la prova del nesso causale fra tale falsità e la decisione del terzo di concludere con la società il contratto da cui sia derivato il pregiudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 settembre 2015, n. 17794 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE Loredana...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2015, n. 17791. In tema di brevetto, il danno cagionato dalla commercializzazione di un prodotto o di un modello in violazione di privativa non è “in re ipsa”, ma, essendo conseguenza diversa ed ulteriore dell’illecito rispetto alla distorsione della concorrenza da eliminare comunque, richiede di essere provato secondo i principi generali che regolano le conseguenze del fatto illecito. Solo in presenza di tale dimostrazione è, pertanto, consentito al giudice di passare alla liquidazione del danno, eventualmente facendo ricorso all’equità, ai sensi dell’art. 1226 c.c.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 settembre 2015, n. 17791 Ritenuto in fatto 1. Con ricorso depositato il 22.10.1994, la Schreurs &C. Export B.V. – deducendo che la ditta individuale della quale era titolare B.M. , aveva in corso un’attività di produzione e di vendita, sotto la denominazione di Radius, di numerose piante...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 luglio 2015, n. 15841. La clausola compromissoria contenuta nello statuto societario, la quale non preveda che la nomina degli arbitri debba essere effettuata da un soggetto estraneo alla società, è nulla anche ove si tratti di arbitrato irrituale, ed è affetta, sin dall’entrata in vigore del D.lgs. n. 5 del 2003, da nullità sopravvenuta rilevabile d’ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 luglio 2015, n. 15841 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 24 luglio 2015, n. 15566. Deve ritenersi rituale la notifica dell’avviso di udienza effettuata presso la Cancelleria della Corte di cassazione nei confronti del difensore già cancellato dall’albo degli avvocati di appartenenza
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 24 luglio 2015, n. 15566 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Maria Rosa – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 22 luglio 2015, n. 15360. Con riferimento alla pubblicazione su un quotidiano della foto tessera
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 luglio 2015, n. 15360 Svolgimento del processo 1. – P.G.M. convenne in giudizio la R.T.I. – Reti Televisive Italiane S.p.a., per sentirla condannare al pagamento di un indennizzo ed al risarcimento dei danni derivanti dall’uso abusivo della sua immagine, posto in essere nell’ambito di un servizio televisivo...