Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 ottobre 2015, n. 21721 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 novembre 2015, n. 22379. In caso di demansionamento con condanna del datore di lavoro al pagamento delle differenze retributive conseguenti al riconoscimento del superiore inquadramento, il connesso versamento contributivo è interamente dovuto dal datore di lavoro, anche per quanto attiene alla quota di contributi a carico del lavoratore, ai sensi dell’art. 23 della Legge n. 218 del 1952, posto che il ritardo nel versamento dei contributi è addebitabile alla responsabilità del datore di lavoro, a meno che quest’ultimo non dimostri che tale ritardo non sia ad esso in alcun modo imputabile
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 2 novembre 2015, n. 22379 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 settembre 2015, n. 18276. In materia di compensazione delle spese legali, l’obbligo del Giudice di dare conto delle ragioni della compensazione totale o parziale delle stesse dovrà ritenersi assolto, oltre che in presenza di argomenti specificamente riferiti a detta statuizione, anche allorché le argomentazioni svolte per la statuizione di merito contengano in sé considerazioni giuridiche o di fatto idonee a giustificare le regolazione delle spese adottata
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI – L ordinanza 17 settembre 2015, n. 18276 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente – Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere – Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere – Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 13 ottobre 2015, n. 20585. In tema di contributi previdenziali, l’obbligo relativo alle somme aggiuntive che il datore di lavoro è tenuto a versare in caso di omesso o tardivo pagamento dei contributi medesimi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 13 ottobre 2015, n. 20585 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 settembre 2015, n. 19331. L’indennità prevista dall’art. 32, comma 5, Legge n. 183/2010 ristora in generale il danno subito dal lavoratore per l’allontanamento dal lavoro, tanto se questo sia stato unico, quanto se sia stato ripetuto. Per tali periodi di non lavoro, mentre prima il lavoratore aveva diritto ad essere comunque retribuito a decorrere dalla messa a disposizione delle energie lavorative, pur non avendo lavorato, oggi è prevista solo la predetta indennità risarcitoria
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 settembre 2015, n. 19331 Fatto e diritto Il Tribunale di Tempio Pausania, in parziale accoglimento della domanda proposta da N.V. nei confronti di Meridiana s.p.a. e Meridiana Fly s.p.a., dichiarava la nullità dei termini apposti ai contratti stipulati dalla ricorrente con Meridiana a far data da quello...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 23 giugno 2015, n. 13000. La Legge 28 febbraio 87, n. 56, articolo 23, nel demandare alla contrattazione collettiva la possibilita’ di individuare – oltre le fattispecie tassativamente previste dalla Legge 18 aprile 1962, n. 230, articolo 1 nonche’ dal Decreto Legge 29 gennaio 1983, n. 17, articolo 8 bis conv. dalla Legge 15 marzo 1983, n. 79 – nuove ipotesi di apposizione di un termine alla durata del rapporto di lavoro, configura una vera e propria delega in bianco a favore dei sindacati, i quali, pertanto, non sono vincolati all’individuazione di figure di contratto a termine comunque omologhe a quelle previste per legge
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 23 giugno 2015, n. 13000 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. AIRENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – rel. Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 giugno 2015, n. 12464. L’art. 2087 cod. civ. non configura un’ipotesi di responsabilità oggettiva, in quanto la responsabilità del datore di lavoro va collegata alla violazione degli obblighi di comportamento imposti da norme di legge o suggeriti dalle conoscenze sperimentali o tecniche del momento. Incombe sul lavoratore che lamenti di avere subito, a causa dell’attività lavorativa svolta, un danno alla salute, l’onere di provare l’esistenza di tale danno, come pure la nocività dell’ambiente di lavoro, nonché il nesso tra l’uno e l’altro. Solo se il lavoratore abbia fornito la prova di tali circostanze sussiste per il datore di lavoro l’onere di provare di avere adottato tutte le cautele necessarie ad impedire il verificarsi del danno e che la malattia del dipendente non è ricollegabile alla inosservanza di tali obblighi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 17 giugno 2015, n. 12464 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 16 giugno 2015, n. 12445. In tema di prestazione previdenziali, all’assicurato, il quale abbia chiesto in via amministrativa il solo assegno di invalidità, è precluso di richiedere in giudizio la pensione di inabilità e l’indennità di accompagnamento ed al giudice di riconoscerne il diritto
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 16 giugno 2015, n. 12445 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 luglio 2015, n. 13630. Il requisito della incollocazione al lavoro – e, attualmente, il requisito del mancato svolgimento di attività lavorativa, previsto dallaart. 35, comma 1, della legge 24 dicembre 2007, n. 247, che ha sostituito il testo dell’art.13 della legge 30 marzo 1971, n. 118, – rappresenta, al pari del requisito della ridotta capacità lavorativa e del requisito reddituale, un elemento costitutivo del diritto all’assegno di invalidità civile, la cui dalla L. 30 marzo 1971, n. 118, artt. 12 e 13 il requisito economico ed il requisito dell’incollocazione integrano (diversamente dal requisito reddituale in relazione alle prestazioni pensionistiche dell’I.N.P.S.) non già una mera condizione di erogabilità della prestazione ma , al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo della pretesa – la cui prova è a carico del soggetto richiedente la prestazione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 2 luglio 2015, n. 13630 Fatto e diritto «Con sentenza n. 1405/2011 depositata in data 28 settembre 2011, la Corte di appello di Palermo, in riforma della decisione resa dal Tribunale di Marsala, riconosceva in favore di N.G. G. l’assegno mensile di invalidità con decorrenza dall’1/12/2006 (primo giorno...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 giugno 2015, n. 11744. Un atto di costituzione in mora del debitore, per produrre i suoi effetti e, in particolare, l’effetto interruttivo della prescrizione, deve essere diretto al suo legittimo destinatario, ma non è soggetto a particolari modalità di trasmissione, né alla normativa sulla notificazione degli atti giudiziari. Pertanto, nel caso in cui detta intimazione sia inoltrata con raccomandata a mezzo del servizio postale, la sua ricezione da parte del destinatario può essere provata anche sulla base della presunzione di recepimento fondata sull’arrivo della raccomandata all’indirizzo del destinatario, che dovrà, dal suo canto, provare di non averne avuta conoscenza senza sua colpa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 giugno 2015, n. 11744 1 – Considerato che è stata depositata relazione del seguente contenuto: «L’I.N.P.S. proponeva appello, nei confronti di G.P. e della E.TR. S.p.A., contro la sentenza con cui il Tribunale di Catanzaro aveva accolto l’opposizione proposta dal medesimo P. avverso la cartella esattoriale per...