Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 ottobre 2014, n. 44791 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Maria – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – rel. Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 ottobre 2014, n. 40552. Ai fini della correttezza e della logicita' della motivazione della sentenza, non occorre che il giudice di merito dia conto, in essa, della valutazione di ogni deposizione assunta e di ogni prova, come di altre possibili ricostruzioni dei fatti che possano condurre a eventuali soluzioni diverse da quella adottata, egualmente fornite di coerenza logica, ma e' indispensabile che egli indichi le fonti di prova di cui ha tenuto conto ai fini del suo convincimento, e quindi della decisione, ricostruendo il fatto in modo plausibile con ragionamento logico e argomentato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 ottobre 2014, n. 40552 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40781. Il soggetto che si “limiti” a scaricare dal telefonino sul proprio pc i rapporti sessuali avuti con minorenni non è imputabile del reato di pornografia minorile (articolo 600-ter del cp).
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 ottobre 2014, n. 40781 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. SAVINO Mariapia Gaetan – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2014, n. 37246. Il consenso presupposto dall'omicidio del consenziente, deve essere serio, esplicito, non equivoco e perdurante sino al momento della commissione del fatto ed, inoltre, deve esprimere una volontà di morire, la cui prova deve essere univoca, chiara e convincente in considerazione dell'assoluta prevalenza da riconoscersi al diritto personalissimo alla vita, non disponibile a opera di terzi
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 8 settembre 2014, n. 37246 Ritenuto in fatto Con sentenza del 29 giugno 2011 il G.u.p. del Tribunale di Novara, all’esito del giudizio abbreviato, ha dichiarato M.A. colpevole del reato di omicidio in danno della madre R.N. , deceduta per asfissia primitiva, meccanica, violenta da occlusione estrinseca delle...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 settembre 2014, n. 37573. Ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, anche i "disturbi della personalità", che non sempre sono inquadragli nel ristretto novero delle malattie mentali, possono rientrare nel concetto di "infermità", purché siano di consistenza, intensità e gravità tali da incidere concretamente sulla capacità di intendere o di volere, escludendola o scemandola grandemente, e a condizione che sussista un nesso eziologico con la specifica condotta criminosa, per effetto del quale il fatto di reato sia ritenuto causalmente determinato dal disturbo mentale. Ne consegue che nessun rilievo, ai fini dell'imputabilità, deve essere dato ad altre anomalie caratteriali o alterazioni e disarmonie della personalità che non presentino i caratteri sopra indicati, nonché agli stati emotivi e passionali, salvo che questi ultimi non si inseriscano, eccezionalmente, in un quadro più ampio di "infermità"
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 settembre 2014, n. 37573 Rilevato in fatto Con sentenza in data 7.11.2012 la Corte di assise d’appello di Milano confermava la sentenza del GUP del Tribunale di Milano in data 31.3.2011 nei confronti di C.M. con la quale il predetto, a seguito di rito abbreviato, era stato...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 aprile 2014, n. 18120. Inutilizzabilità delle dichiarazioni confessorie rese da chi, pur dovendo essere sentito come imputato o persona sottoposta alle indagini, ha reso tali dichiarazioni senza garanzie difensive, afferma che la portata di tale principio va estesa anche al caso in cui tali dichiarazioni confessorie siano riportate da un altro soggetto ascoltato in qualità di testimone
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 aprile 2014, n. 18120 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. CASSANO Margherita – rel. Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – Consigliere Dott....
Corte Costituzionale, sentenza n. 105 del 18 aprile 2014. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 69, quarto comma, del codice penale, come sostituito dall’art. 3 della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all’art. 648, secondo comma, cod. pen., sulla recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen.
Sentenza 105/2014 Giudizio Presidente SILVESTRI – Redattore LATTANZI Camera di Consiglio del 26/02/2014 Decisione del 14/04/2014 Deposito del 18/04/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 69, c. 4°, del codice penale. Massime: Atti decisi: ord. 114/2013 SENTENZA N. 105 ANNO 2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente:...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 11 marzo 2014, n. 11773. Nei reati contro il patrimonio, la circostanza attenuante comune del danno di speciale tenuità é applicabile anche al delitto tentato quando sia possibile desumere con certezza, dalle modalità del fatto e in base ad un preciso giudizio ipotetico che, se il reato fosse stato importato al compimento, il danno patrimoniale per la persona offesa sarebbe stato di rilevanza minima
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 marzo 2014, n. 11773 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Torino, con la sentenza indicata in epigrafe, ha confermato – quanto all’affermazione di responsabilità – la sentenza con la quale il G.U.P. del Tribunale della stessa città, in data 11 gennaio 2013, all’esito del giudizio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 febbraio 2014, n. 7249. Colpevole del reato di cui all’art. 73, comma 1 bis, d.p.R. 309 del 1990, per avere detenuto a scopo di spaccio circa gr. 400 di sostanza stupefacente tipo hashish e, riconosciuta l’attenuante di cui all’art. 73, quinto comma, d.p.R. 309 del 1990 e le attenuanti generiche. il giudice del merito ha fatto corretta applicazione della norma di cui all’art. 73, quinto comma, d.p.R. 309 del 1990 e della giurisprudenza di questa Corte in proposito, secondo la quale il giudice è tenuto a valutare complessivamente tutti gli elementi indicati dalla noma sia quelli concernenti l’azione, sia quelli attinenti all’oggetto materiale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 febbraio 2014, n. 7249 Svolgimento del processo Con la sentenza in epigrafe il giudice del tribunale di Urbino dichiarò P.T. colpevole del reato di cui all’art. 73, comma 1 bis, d.p.R. 309 del 1990, per avere detenuto a scopo di spaccio circa gr. 400 di sostanza stupefacente...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 febbraio 2014, n. 6102. L’assenza di precedenti condanne per altri reati a carico del condannato non può essere, per ciò solo, posta fondamento della concessione delle circostanze di cui al primo comma. applicato il principio in forza dell’attuale testo dell’art. 62-bis, comma terzo, cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 10 febbraio 2014, n. 6102 Ritenuto in fatto La Corte di appello di Firenze, sostanzialmente confermando la precedente decisione del Tribunale di Firenze, sezione distaccata di Empoli del 5 luglio 2010, dichiarata la penale responsabilità di L.J. in relazione al reato di cui agli artt. 81 cod. pen....