Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 14 maggio 2015, n. 20103 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. MICHELI Pao – rel. Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. DEMARCHI...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 aprile 2015, n. 17715. La condotta di partecipazione ad un’associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti non è integrata dalla mera disponibilità eventualmente manifestata nei confronti di un singolo associato, quand’anche di livello apicale, né dalla condivisione ideale o di intenti, essendo, invece, indispensabile la volontaria, consapevole realizzazione di concrete attività funzionali, apprezzabili come effettivo ed operativo contributo all’esistenza e al rafforzamento dell’associazione. Il dolo del delitto di associazione a delinquere è dato dalla coscienza e volontà di partecipare attivamente alla realizzazione dell’accordo e quindi del programma delittuoso in modo stabile e permanente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 aprile 2015, n. 17715 Ritenuto in fatto 1 Con ordinanza 6.8.2014 il Tribunale di Catania ha rigettato la richiesta di riesame proposta nell’interesse di contro l’ordinanza dei GIP che aveva applicato nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere, in relazione al reato di associazione...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 24 marzo 2015, n. 12514. Nel caso in cui i fatti di un medesimo procedimento siano connessi, la retrodatazione della seconda ordinanza alla data di esecuzione o di notificazione della prima opera a condizione che sussistano due condizioni: 1) che i fatti siano stati commessi anteriormente all’emissione della prima ordinanza coercitiva rispetto alla quale si domanda la retrodatazione; 2) che sussista connessione qualificata (ex articolo 12 c.p.p., lettera b) e c)) fra i fatti di cui alle due ordinanze coercitive
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 marzo 2015, n. 12514 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – Consigliere Dott. BASSI A. – rel. Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 27 marzo 2015, n. 13062. In tema di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, l’associazione attenuata, prevista dal sesto comma dell’articolo 74 del d.p.r. 9 ottobre 1990 n. 309, costituisce una ipotesi autonoma di reato, per il quale è possibile applicare l’indulto
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 27 marzo 2015, n. 13062 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. CAIAZZO Luigi Piet – rel. Consigliere Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe – Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 dicembre 2014, n. 50965. L'elemento oggettivo del reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti prescinde dal numero di volte in cui il singolo partecipante ha personalmente provveduto allo spaccio, per cui anche il coinvolgimento in un solo episodio di cessione di droga non è incompatibile con l'affermata partecipazione dell'agente all'organizzazione, è pur vero che occorre un'adeguata motivazione sulla condotta di partecipazione dell'imputato al reato associativo e sul ruolo da lui stabilmente svolto all'interno dell'organizzazione, tenendo conto del fatto che la partecipazione al reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti va desunta da una serie di condotte significative che, complessivamente valutate, denotino l'organico inserimento in una struttura criminosa. Il vincolo associativo, infatti, può essere ravvisato quando l'attività del cd. "grossista" sia realizzata avvalendosi consapevolmente delle risorse dell'organizzazione, e con la coscienza di farne parte, ma deve escludersi che possa essere desunto automaticamente da una serie di operazioni, anche frequenti, di compravendita delle sostanze illecite concluse tra le stesse persone, in quanto è necessario che gli acquirenti agiscano con la volontà e consapevolezza di operare in qualità di aderenti ad una organizzazione criminale e nell'interesse della stessa, dovendo siffatte condotte, per le loro connotazioni, essere in grado di attestare, al di là di ogni ragionevole dubbio e secondo massime di comune esperienza, un ruolo specifico della persona, funzionale all'associazione e alle sue dinamiche operative e di crescita criminale.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 dicembre 2014, n. 50965 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 6 giugno 2014 il Tribunale di Salerno ha rigettato l’istanza di riesame proposta da N.D. avverso l’ordinanza emessa dal G.i.p. presso il Tribunale di Salerno il 5 maggio 2014, che applicava nei suoi confronti la misura...
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