La controversia per la stima indennità per i proprietari per l’occupazione temporanea di aree non soggette a esproprio
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La controversia per la stima indennità per i proprietari per l’occupazione temporanea di aree non soggette a esproprio

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 maggio 2024| n. 14583.

Spetta al giudice ordinario la controversia avente a oggetto la stima dell’indennità dovuta ai proprietari per l’occupazione temporanea di aree non soggette a esproprio (artt. 49, 50 e 54 testo unico espropriazioni), esulando del tutto dall’art. 133, primo comma, lettera g, del D.Lgs. n. 104 del 2010, che devolve alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le controversie aventi ad oggetto gli atti, i provvedimenti, gli accordi e i comportamenti, riconducibili anche mediatamente all'esercizio di un pubblico potere, delle pubbliche amministrazioni in materia di espropriazione per pubblica utilità (nel caso di specie è stata contestata la stima effettuata dalla Commissione provinciale espropri sulla base dei criteri di cui all’articolo 50 del T.U. espropriazioni che aveva attribuito al bene una vocazione agricola senza considerare l’adibizione del fondo oggetto di occupazione a cava di prestito).

La nullità conseguente all’omessa cancellazione della causa dal ruolo a seguito della diserzione delle parti a due udienze consecutive
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La nullità conseguente all’omessa cancellazione della causa dal ruolo a seguito della diserzione delle parti a due udienze consecutive

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|27 maggio 2024| n. 14810.

La nullità conseguente all'omessa cancellazione della causa dal ruolo, a seguito della diserzione delle parti a due udienze consecutive dinanzi al giudice istruttore (nella disciplina anteriore alla modifica dell'art. 181 c.p.c. da parte del d.l. n. 112 del 2008, conv. con mod. dalla l. n. 133 del 2008), è sanata per raggiungimento dello scopo, ai sensi dell'art. 156, comma 3, c.p.c., dal successivo compimento di un'attività processuale che manifesti l'intenzione di proseguire il processo e ottenere una decisione nel merito.

Disinteresse del genitore e la deprivazione del rapporto genitoriale con danno endofamiliare
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Disinteresse del genitore e la deprivazione del rapporto genitoriale con danno endofamiliare

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|27 maggio 2024| n. 14770.

La violazione dei doveri connessi alla genitorialità non trova la sua sanzione necessariamente e soltanto nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, ma nell'ipotesi in cui provochi la lesione di diritti costituzionalmente protetti può integrare gli estremi dell'illecito civile e dare luogo ad un'autonoma azione volta al risarcimento dei danni non patrimoniali, ai sensi dell'art. 2059 c.c.

Nel sistema processuale non esiste il divieto delle presunzioni di secondo grado
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Nel sistema processuale non esiste il divieto delle presunzioni di secondo grado

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|27 maggio 2024| n. 14788.

Nel sistema processuale non esiste il divieto delle presunzioni di secondo grado, in quanto lo stesso non è riconducibile né agli artt. 2729 e 2697 c.c. né a qualsiasi altra norma, ben potendo il fatto noto, accertato in via presuntiva, costituire la premessa di un'ulteriore presunzione idonea - in quanto a sua volta adeguata - a fondare l'accertamento del fatto ignoto; ne consegue che, qualora si giunga a stabilire, anche a mezzo di presunzioni semplici, che un fatto secondario è vero, ciò può costituire la premessa di un'ulteriore inferenza presuntiva, volta a confermare l'ipotesi che riguarda un fatto principale o la verità di un altro fatto secondario.

La responsabilità per i danni causati dall’alunno a sé stesso è di tipo contrattuale
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La responsabilità per i danni causati dall’alunno a sé stesso è di tipo contrattuale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|27 maggio 2024| n. 14720.

La responsabilità per i danni causati dall'alunno a sé stesso è di tipo contrattuale con la conseguenza che spetta al convenuto, e quindi al Ministero, la prova della non imputabilità del danno, prova che può essere fornita anche per presunzioni.

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Il conducente che intende eseguire una svolta a sinistra 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|27 maggio 2024| n. 14791.

In tema di circolazione stradale, il conducente che intende eseguire una svolta a sinistra deve astenersi dall'iniziarla, se non ha una chiara visione della strada retrostante e non riesce ad accertarsi della possibilità di eseguire la manovra senza pericolo o intralcio.

Il regolamento contrattuale condominiale ed i divieti e limiti alle unità immobiliari in esclusiva proprietà
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Il regolamento contrattuale condominiale ed i divieti e limiti alle unità immobiliari in esclusiva proprietà

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 maggio 2024| n. 14377.

Il regolamento contrattuale può imporre divieti e limiti di destinazione alle facoltà di godimento dei condomini sulle unità immobiliari in esclusiva proprietà, sia mediante elencazione di attività vietate, sia con riferimento ai pregiudizi che si intende evitare, ma "la compressione di facoltà normalmente inerenti alle proprietà esclusive deve risultare da espressioni incontrovertibilmente rilevatrici di un intento chiaro, non suscettibile di dar luogo ad incertezze; pertanto, l'individuazione della regola dettata dal regolamento condominiale di origine contrattuale, nella parte in cui impone detti limiti e divieti, va svolta rifuggendo da interpretazioni di carattere estensivo, sia per quanto concerne l'ambito delle limitazioni imposte alla proprietà individuale, sia per quanto attiene ai beni alle stesse soggetti.

Appaltatore ed il pagamento del proprio compenso e l’onere di dimostrare la congruità della somma pretesa
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Appaltatore ed il pagamento del proprio compenso e l’onere di dimostrare la congruità della somma pretesa

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|23 maggio 2024| n. 14399.

In tema di contratto di appalto, l'appaltatore che chieda il pagamento del proprio compenso ha l'onere di dimostrare la congruità della somma pretesa, con riferimento alla natura, all'entità e alla consistenza delle opere realizzate, non costituendo idonee prove dell'ammontare del credito le fatture emesse dal medesimo appaltatore, poiché si tratta di documenti fiscali provenienti dalla parte stessa, né la contabilità redatta dal direttore dei lavori o dallo stesso appaltatore, a meno che non risulti che essa sia stata portata a conoscenza del committente e che questi l'abbia accettata senza riserve.

In caso di domande alternative legate da rapporto di subordinazione l’accoglimento della principale non obbliga l’attore a proporre appello incidentale
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In caso di domande alternative legate da rapporto di subordinazione l’accoglimento della principale non obbliga l’attore a proporre appello incidentale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 maggio 2024| n. 14421.

Allorché la parte abbia proposto nello stesso giudizio, in forma alternativa o subordinata, due o più domande, qualora si tratti di domande alternative, ma compatibili, ovvero legate da rapporto di subordinazione l'accoglimento della principale o della domanda alternativa compatibile non obbliga l'attore, che voglia insistervi, a proporre appello incidentale, essendo sufficiente la riproposizione della domanda ai sensi dell'art. 346 cod. proc. civ. Qualora si tratti, invece, di domande incompatibili e sia accolta la subordinata, l'attore che voglia insistere nella domanda alternativa incompatibile non accolta ovvero nella domanda principale ha l'onere di riproporla con appello incidentale, eventualmente condizionato all'accoglimento dell'appello principale.

L’istanza volta ad ottenere la misura di coercizione indiretta costituisce una vera e propria domanda giudiziale
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L’istanza volta ad ottenere la misura di coercizione indiretta costituisce una vera e propria domanda giudiziale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 maggio 2024| n. 14461.

L'istanza volta ad ottenere la misura di coercizione indiretta ex art. 614-bis c.p.c. (nella formulazione anteriore alle modifiche apportate dal d.lgs. n. 149 del 2022) costituisce una vera e propria domanda giudiziale e, come tale, va avanzata prima della maturazione delle preclusioni assertive, poiché non consegue necessariamente alla pronuncia di condanna, a differenza delle spese di lite, e dev'essere determinata tenuto conto di circostanze di fatto - quali il valore della controversia, la natura della prestazione, il danno quantificato o prevedibile - che vanno tempestivamente allegate (e, se del caso, provate), così da consentire alla controparte una compiuta difesa, altrimenti impossibile se la richiesta fosse sottratta alle barriere preclusive del rito.