Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 luglio 2015, n. 28847 Ritenuto in fatto Con ordinanza in data 11/12/2014 il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, all’esito della procedura di cui all’art. 263, comma 5, cod. proc. pen., ha rigettato la richiesta di dissequestro di beni (nella specie di copri...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 luglio 2015, n. 28088. Il delitto di violenza privata ha carattere generico e sussidiario e resta escluso, in base al principio di specialità, qualora sussista il fine di procurarsi un ingiusto profitto (dolo specifico) che rende configurabile una ipotesi delittuosa più grave, quale quella di rapina. Nel delitto di rapina il profitto può concretarsi in qualsiasi utilità, anche solo morale, nonché in qualsiasi soddisfazione o godimento che l’agente si riprometta di ritrarre, anche non immediatamente, dalla propria azione, purché questa sia attuata impossessandosi con violenza o minaccia della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene. Nel caso di specie, nel momento in cui la sottrazione delle chiavi era chiaramente e logicamente finalizzata a consentire agli autori dell’azione di trarre l’ulteriore utilità di evadere dal carcere è di tutta evidenza che il reato configurabile – e correttamente ritenuto configurato dalla Corte di Appello – è quello di cui all’art. 628 cod. pen. e non certo quello di cui all’art. 610 cod. pen. Ai fini penalistici nella nozione di patrimonio sono comprese anche quelle cose che, pur prive di reale valore di scambio, abbiano comunque un’importanza per il soggetto che le possiede, nel senso che tale soggetto abbia un interesse a possederle. Onde risponde della figura delittuosa di cui all’art. 628 cod. pen. il detenuto che, per procurare a se o ad altri un ingiusto profitto, sottragga ad un agente di custodia con violenza o minaccia le chiavi delle celle
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 luglio 2015, n. 28088 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 6/3/2014 la Corte di Appello di Trieste ha confermato la sentenza emessa all’esito di giudizio abbreviato dal Giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Gorizia in data 15/1/2013 con la quale C.M. è stato dichiarato...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 maggio 2015, n. 23052. La sentenza di fallimento deve precedere i reati di “money laundering” (c.d. riciclaggio). Annullata, senza rinvio, l’ordinanza di sequestro finalizzato a confisca emessa in relazione al reato di riciclaggio dei beni acquisiti dall’indagato impiegando i proventi di una presunta distrazione di denaro dalle casse di una società successivamente fallita. Escluso, anche sotto forma di fumus, la configurabilità del reato di cui all’art. 648 bis c.p. prima che il reato (presupposto) di bancarotta abbia trovato consumazione tramite la pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 maggio 2015, n. 23052 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IANNELLI Enzo – Presidente Dott. PRESTIPINO Antonio – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco M – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 aprile 2015, n. 14112. La disciplina della messa alla prova – pur volendo tale normativa riconoscere agli imputati la possibilità di procedere ad una “risocializzazione” e comunque di accedere ad procedimento di “rieducazione” – non attribuisce un diritto assoluto per l’imputato di accedere a tale procedura condizionato alla sola richiesta dell’imputato stesso ma prevede pur sempre l’esercizio di un potere valutativo del giudice che deve inserirsi nel più ampio quadro della situazione personale dell’imputato nonché della situazione processuale nella quale verrebbe ad operare l’istituto della sospensione (parziale) del processo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 aprile 2015, n. 14112 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. TADDEI Margheri – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. ALMA M.M – rel. Consigliere Dott. CARRELLI P.D.M....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 febbraio 2015, n. 5725. In tema di responsabilita' da reato degli enti, i diritti di difesa, con esclusione degli atti difensivi cosiddetti personalissimi, possono essere esercitati in qualunque fase del procedimento dal difensore nominato d'ufficio, anche qualora la persona giuridica non si sia costituita ovvero quando la sua costituzione debba considerarsi inefficace a causa dell'incompatibilita' del rappresentante legale perche' indagato o imputato del reato presupposto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 febbraio 2015, n. 5725 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 febbraio 2015, n. 7073. La sentenza d'appello che ha assolto il titolare di uno studio legale che ha fornito pareri distorti nel campo della sanità regionale privata, se non viene appellata in Cassazione dalla procura rischia di mandare assolto definitivamente l'imputato con al più solo ricadute sotto il profilo civilistico
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 febbraio 2015, n. 7073 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. IANNELLI Enzo – Consigliere Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. VERGA Giovanna – Consigliere Dott. ALMA Marco M....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 gennaio 2015, n. 4226. Si configura la truffa aggravata se si percepisce l’indennità di disoccupazione fondata su false dichiarazioni
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 29 gennaio 2015, n. 4226 Ritenuto in fatto Con sentenza del 13/3/2014 la Corte di Appello di Palermo, in riforma della sentenza del Tribunale di Sciacca del 30/11/2012, ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di L.O. in ordine ai reati di tentata truffa e di falsità...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 13 gennaio 2015, n. 981. C'è una generale incompatibilità tra reati fiscali e truffa. Tanto da rendere incompatibile il concorso anche tra quest'ultima e l'omessa dichiarazione. Inoltre, non si può ipotizzare una sorta di «riciclaggio anticipato», senza si sia ancora concretizzato il reato presupposto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 13 gennaio 2015, n. 981 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CASUCCI Giuliano – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco Mar – rel. Consigliere Dott. BELTRANI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 dicembre 2014, n. 53677. Integra il reato di attribuzione fittizia di beni la fusione tra una società controllante ed una società controllata laddove l'operazione sia servita, anche se compiuta unitamente ad altre e perfino se non perfezionata, a schermare la posizione di chi realmente gestisce la ricchezza
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 dicembre 2014, n. 53677 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CASUCCI Giuliano – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco Mar – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 3 dicembre 2014, n. 50659. L'elemento materiale del reato di cui all'articolo 633 c.p., e' costituito dall'arbitraria invasione di terreni o edifici, mentre l'elemento soggettivo (dolo specifico) consiste nel fine di occuparli o trarre altrimenti profitto. il termine "invasione" non va inteso in senso etimologico e cioe' come azione tumultuosa e violenta compiuta da piu' persone sulla totalita' del bene, essendo, al contrario, sufficiente che l'accesso o la penetrazione arbitraria nel fondo o nell'edificio altrui siano effettuati al fine di immettersi (arbitrariamente, quindi, illegittimamente) nel possesso o trarre un qualunque profitto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 3 dicembre 2014, n. 50659 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. IANNELLI Enzo – Consigliere Dott. MACCHIA Alberto – Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere Dott. ALMA Marco...