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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 settembre 2014, n. 40382. Il reato di rapina in edificio o altro luogo destinato a privata dimora, quando la introduzione in tali luoghi abbia avuto il fine esclusivo di impossessarsi con violenza o minaccia della cosa mobile altri, dà luogo, dopo l’introduzione del n. 3 – bis del comma 3 dell’art. 628 cod. pen., ad un reato complesso, nel quale resta assorbito il delitto di cui all’art. 614 cod. pen.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 30 settembre 2014, n. 40382 Svolgimento del processo – Motivi della decisione F.S., D.F. e Da.An. ricorrono per cassazione – a mezzo dei loro rispettivi difensori – avverso la sentenza della Corte di Appello di Catanzaro del 7.11.2013, che ha confermato la pronuncia del Tribunale di Vibo Valentia,...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 ottobre 2014, n. 43341. L’esclusione dell'esimente per i delitti contro il patrimonio in danno di congiunti si riferisce, nel fare menzione dei delitti di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione, alle sole forme consumate e non anche a quelle tentate

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 16 ottobre 2014, n. 43341   Ritenuto in fatto   Con sentenza del Tribunale di Avellino, in composizione monocratica, in data 01.10.2012, S.F. veniva dichiarata responsabile dei reati di cui agli artt. 56, 629 cod. pen. (capo A), 61 n. 2, 582, 585, commi 1 e 2 cod....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40829. L’aggravante dell'aver agito con crudeltà verso la persona, di cui all'art. 61 n. 4 cod. pen., avendo natura soggettiva, richiede che la condotta dell'agente sia connotata da modalità tali da rendere evidente la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive che esulano dal normale processo di causazione dell'evento e che costituiscono un quid pluris rispetto all'attività necessaria ai fini della consumazione dei reato, rendendo la condotta stessa particolarmente riprovevole per la gratuità e superfluità dei patimenti cagionati alla vittima con un'azione efferata, rivelatrice di un'indole malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà, con la conseguenza che l'aggravante non può ravvisarsi – di norma – nella mera reiterazione dei colpi inferti alla vittima se tale azione, in quanto connessa alla natura del mezzo usato per conseguire l'effetto delittuoso, non eccede i limiti della normalità causale rispetto all'evento e non trasmoda in una manifestazione di efferatezza; anche la reiterazione dei colpi che hanno attinto la vittima può essere in concreto significativa di una condotta idonea a integrare l'aggravante, allorché essa non sia meramente funzionale al delitto, ma costituisca espressione – in puntuale coerenza all'orientamento sopra citato – della volontà dell'agente di infliggere sofferenze che esulano dal normale processo di causazione dell'evento morte.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 2 ottobre 2014, n. 40829   Ritenuto in fatto Con sentenza in data 3.05.2013 la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la sentenza pronunciata il 2.03.2012 con cui il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Aosta, all’esito di giudizio abbreviato, aveva condannato l’imputato G.R., concesse le attenuanti...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 agosto 2014, n. 36150. In presenza di un'impugnazione presentata dall'imputato, occorre salvaguardare in massimo grado il diritto di questi di usufruire di un secondo grado di giudizio

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 26 agosto 2014, n. 36150   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. IASILLO Adria – rel. Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 maggio 2014, n. 21890. Ai fini della sussistenza della circostanza aggravante del travisamento nel delitto di rapina e' sufficiente una lieve alterazione dell'aspetto esteriore della persona, conseguita con qualsiasi mezzo anche rudimentale, purche' idoneo a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona stessa

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 maggio 2014, n. 21890 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DE ROBERTO Giovanni – Presidente Dott. CONTI Giovanni – rel. Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, s.u.p., sentenza 5 maggio 2014, n. 18292. Nel processo penale a carico di imputati minorenni la competenza per il giudizio abbreviato, sia esso instaurato nell'ambito dell'udienza preliminare o a seguito di decreto di giudizio immediato, spetta al giudice nella composizione collegiale prevista dall'art. 50-bis, c. 2, dell'ordinamento giudiziario

Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 5 maggio 2014, n. 18292 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. SIRENA Pietro Antonio – Consigliere Dott. CARMENINI Secondo Libero – Consigliere Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Consigliere Dott....