Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 17 marzo 2015, n. 11193 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro Antonio – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marc – rel. Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 5 febbraio 2015, n. 5397. Non integra il reato di disastro aviatorio qualsiasi precipitare a terra di un aeromobile governato dalla sola forza di gravità ma va accertato, con verifica ex ante, alla luce degli elementi concretamente determinatisi, quali le dimensioni del mezzo, il numero dei passeggeri che può essere trasportato, il luogo effettivo di caduta, l'espansività e la potenza del danno materiale, se il fatto era in grado di esporre a pericolo l'integrità fisica di un numero indeterminato di persone nella sfera di esplicazione del fatto
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 5 febbraio 2015, n. 5397 Ritenuto in fatto -1- M.J.O. è stato tratto a giudizio davanti al Tribunale di Firenze per rispondere del reato di cui all’art. 449 cod. pen., in relazione all’art. 428 co. 1 dello stesso codice (disastro colposo a seguito di caduta di aeromobile...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 6 marzo 2015, n. 9855. Ai fini dell'operatività della così detta clausola di equivalenza di cui all'art. 40, cpv. cod. pen., nell'accertamento degli obblighi impeditivi gravanti sul soggetto che versa in posizione di garanzia, l'interprete deve tenere presente la fonte dai cui scaturisce l'obbligo giuridico protettivo, che può essere la legge, il contratto, la precedente attività svolta, o altra fonte obbligante- e, in tale ambito ricostruttivo, al fine di individuare lo specifico contenuto dell'obbligo – come scaturente dalla determinata fonte di cui si tratta – occorre valutare sia le finalità protettive fondanti la stessa posizione di garanzia, sia la natura dei beni dei quali è titolare il soggetto garantito, che costituiscono l'obiettivo della tutela rafforzata, alla cui effettività mira la clausola di equivalenza
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 6 marzo 2015, n. 9855 Ritenuto in fatto 1. Il G.i.p. presso il Tribunale di Milano, con sentenza in data 10.02.2012, resa all’esito di giudizio abbreviato, assolveva C.N. , T.E. e Pa.St. dal reato di omicidio colposo loro ascritto, per non aver commesso il fatto. Agli odierni imputati,...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 marzo 2015, n. 9187. ll dispositivo, il quale, attraverso la lettura in pubblica udienza, acquista rilevanza esterna prima della motivazione e indipendentemente a essa, non può essere modificato con la motivazione; e che, pertanto, in caso di difformità tra il dispositivo e la motivazione, il primo prevale sulla seconda, in quanto il dispositivo costituisce l'atto con il quale il giudice estrinseca la volontà "della legge" nel caso concreto, mentre la motivazione assolve una funzione strumentale. Il tema della patologica diversità tra dispositivo e motivazione deve risolversi in termini volta a volta diversi, congrui alle variabili sistematiche possibili (motivazione contestuale, sentenza camerale deliberata senza lettura preliminare del dispositivo, dispositivo letto e pubblicato in udienza con successiva redazione della motivazione) e comunque con attenzione alla peculiarità del caso concreto, per verificare l'effettivo contenuto della deliberazione come in ogni caso cristallizzatasi nel momento della sua prima "esternazione". In particolare, il principio di diritto che è stato affermato nei casi di dispositivo letto in esito alla discussione, con separata e successiva stesura della motivazione non letta in unitario contesto alla pubblicizzazione del dispositivo – come nel caso di specie – è che il contenuto del dispositivo prevale sempre e comunque, ogni qual volta esso non si appalesi intrinsecamente incoerente ovvero non presenti delle parziali omissioni nelle singole determinazioni che conducono alla determinazione della pena che risulta positivamente irrogata
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 marzo 2015, n. 9187 Ritenuto in fatto 1. M.F. ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello di Salerno del 13.12.2013, con la quale è stata confermata la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore in data 26.03.2008, in riferimento al...
Corte di Cassazione, sezione IV, 5 febbraio 2015, n. 5409. In tema di guida in stato di ebbrezza, la condotta ripetutamente elusiva del metodo idoneo a consentire la rilevazione del tasso alcolemico assume rilevanza penale ai sensi del comma 7 dell’art. 186 C.D.S. (nel caso di specie, l’imputato sottoposto a più tentativi di misurazione del tasso alcolemico mediante alcoltest, non aveva soffiato in modo adeguato, tale da consentire la misurazione del tasso, pur essendo stato reso edotto delle modalità di esecuzione dei test ed essere stato avvisato delle conseguenze del rifiuto; in particolare, l'imputato aspirava anziché soffiare e, dopo aver ripetuto tale comportamento per quattro o cinque volte, la sua condotta era stata ritenuta elusiva)
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 5 febbraio 2015, n. 5409 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Milano, con sentenza del 8/04/2014, ha parzialmente riformato la pronuncia di condanna emessa in data 4/03/2013 dal Tribunale di Milano nei confronti di A.P., concedendo all’imputato il beneficio della non menzione della condanna...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 5 febbraio 2015, n. 5413. In difetto di prova circa la qualificazione della persona giuridica come "schermo" dell'attività della persona fisica per commettere i reati tributari, è illegittimo disporre il sequestro preventivo per equivalente dei beni societari, mancando una relazione di stretta strumentalità della società, quale "apparato fittizio", agli effetti della realizzazione dei reati tributari ad opera del proprio amministratore di fatto o di diritto.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 5 febbraio 2015, n. 5413 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco M – Consigliere Dott. VITELLI CASELLA Lu – rel. Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 febbraio 2015, n. 4888. In tema di omicidio copooso l'evento morte può essere imputato anche in assenza di una spiegazione scientifica. Si possano utilizzare studi epidemiologici e che la causalità individuale possa essere ricavata attraverso un ragionamento probatorio di credibilità razionale
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 febbraio 2015, n. 4888 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro Antonio – Presidente Dott. D’ISA Claudio – rel. Consigliere Dott. ZOSO Liana M. T. – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 15 gennaio 2015, n. 1829. Per la guida in stato di ebbrezza, la pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità non può essere negata perché l'imputato ha chiesto di svolgerla in un comune esterno alla provincia di residenza e dunque contro le indicazioni di legge
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 15 gennaio 2015, n. 1829 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro Antonio – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 novembre 2014, n. 49707. In materia della causalità omissiva nell’attività medico-chirurgica vale la regola di giudizio della ragionevole, umana certezza e tale apprezzamento va compiuto tenendo conto, da un lato, delle informazioni di carattere generalizzante afferenti al coefficiente probabilistico che assiste il carattere salvifico delle misure doverose appropriate, e, dall'altro, delle contingenze del caso concreto. Ne consegue che non può rispondere di omicidio colposo il medico che non ha proceduto ad un tempestivo intervento chirurgico se non vi è assoluta certezza che con le condotte terapeutiche omesse l’evento non si sarebbe verificato
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 28 novembre 2014, n. 49707 Motivi della decisione Confermando la prima sentenza, la Corte d’appello di Milano ha affermato la responsabilità dell’imputata in epigrafe in ordine al reato di omicidio colposo in danno di F.A. ; e la ha altresì condannata al risarcimento del danno nei confronti delle...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 novembre 2014, n. 49654. In tema delitto colposo omissivo improprio, l'insufficienza, la contraddittorietà e l'incertezza del nesso causale tra condotta ed evento, e cioè il ragionevole dubbio in base all'evidenza disponibile sulla reale efficacia condizionante dell'omissione dell'agente rispetto ad altri fattori interagenti nella produzione dell'evento lesivo, comportano l'esito assolutorio del giudizio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 28 novembre 2014, n. 49654 Ritenuto in fatto Con sentenza del 8112012 il G.u.p. del Tribunale di Palermo, in sede di giudizio abbreviato, assolveva P.E. dal delitto di omicidio colposo in danno di Pi.M., perché il fatto non sussiste. All’imputato, in qualità di medico di turno presso il...