Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 ottobre 2015, n. 40394 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 10.12.2013 il Tribunale di Bologna assolse G.R. dai reati di cui agli artt. 81, 648 e 474 cod. pen. perché il fatto non sussiste. 2. Il Procuratore generale presso la Corte territoriale e le parti civili...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 settembre 2015, n. 37678. Per configurare il reato previsto dall’art. 648 ter cod. pen. non è necessario che la condotta di reimpiego abbia una concreta idoneità dissimulatoria, essendo la fattispecie orientata in via principale a tutelare il fisiologico sviluppo del mercato che deve essere preservata dall’inquinamento che deriva dalla immissione di capitali illeciti
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 settembre 2015, n. 37678 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. VERGA Giovanna – Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere Dott. RECCHIONE Sandra...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 ottobre 2015, n. 40380. Il delitto di usura si atteggia a reato a condotta frazionata o a consumazione prolungata, costituito da due fattispecie (destinate strutturalmente l’una ad assorbire l’altra con l’esecuzione della pattuizione usuraria) aventi in comune l’induzione del soggetto passivo alla pattuizione di interessi od altri vantaggi usurari in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra cosa mobile, delle quali luna è caratterizzata dal conseguimento del profitto illecito e l’altra dalla sola accettazione del sinallagma ad esso preordinato. Nella prima, il verificarsi dell’evento lesivo del patrimonio altrui si atteggia non già ad effetto del reato, più o meno esteso nel tempo in relazione all’eventuale rateizzazione del debito, bensì ad elemento costitutivo dell’illecito il quale, nel caso di integrale adempimento dell’obbligazione usuraria, si consuma con il pagamento del debito. Nella seconda, invece, che si verifica quando la promessa del corrispettivo, in tutto o in parte, non viene mantenuta, il reato si perfeziona con la sola accettazione dell’obbligazione rimasta inadempiut. Se la consumazione del reato non è limitata al momento della pattuizione originaria, ma si prolunga al momento in cui – in seguito alla pattuizione in questione – si verifichi “effettiva riscossione degli interessi o il concreto conseguimento dei vantaggi usurari
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 ottobre 2015, n. 40380 Svolgimento del processo Con sentenza del 26.10.2011, il Tribunale di Paola dichiarò C.P. colpevole dei reati ascrittigli, ritenuto integrato il delitto di usura a decorrere dall’entrata in vigore dell’art.644 bis c.p. ed il delitto di estorsione di cui all’art. 629, 2 co. c.p.,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 settembre 2015, n. 36012. Nel caso di rinnovazione del dibattimento per mutamento del giudice, le dichiarazioni acquisite nella precedente fase dibattimentale possono essere utilizzate, mediante la semplice lettura, a condizione che vi sia il consenso delle parti
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 settembre 2015, n. 36012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. DIOTALLEVI G. – rel. Consigliere Dott. ALMA Marco Maria – Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 settembre 2015, n. 39457. Nella propria motivazione il giudice del merito non è tenuto a compiere un’analisi approfondita di tutte le deduzioni delle parti e a prendere in esame dettagliatamente tutte le risultanze processuali e gli argomenti esposti, essendo invece sufficiente che, anche attraverso una valutazione globale di quelle deduzioni e risultanze, spieghi, in modo logico e adeguato, le ragioni che hanno determinato il proprio convincimento, dimostrando di aver tenuto presente ogni fatto decisivo, nel qual caso devono considerarsi implicitamente disattese le deduzioni difensive che, anche se non espressamente confutate, siano logicamente incompatibili – come avvenuto nel caso in esame -con la decisione adottata
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 30 settembre 2015, n. 39457 Ritenuto in fatto Con sentenza del 14.7.14 la Corte d’Appello di Milano confermava la condanna emessa il 31.10.13 dal Tribunale della stessa sede nei confronti di Z.G. per il delitto di truffa aggravata ex art. 61 n. 7 c.p.. Questi i fatti, come...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 luglio 2015, n. 33434. Il divieto di testimonianza indiretta della polizia giudiziaria non è assoluto, ma limitato ad evitare l’aggiramento del divieto di utilizzare le dichiarazioni inizialmente rese da soggetti che nel processo assumono la veste di dichiaranti a vario titolo. Tale divieto, infatti, va necessariamente correlato con la norma di cui all’art. 203c.p.p., che vieta l’utilizzo di informazioni confidenziali solo fino a quando l’ufficiale di polizia giudiziaria non indichi l’identità del confidente, diventando a quel punto, invece, utilizzabili
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 luglio 2015, n. 33434 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 9.1.2013 la Corte d’appello di Catania confermò, in punto di responsabilità, la sentenza di condanna emessa in primo grado il 22.11.2010 dal Tribunale di Catania nei confronti di S.G. in ordine: A) al delitto di cui...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 luglio 2015, n. 33441. Costituisce raggiro o artificio, elemento integrante il delitto di truffa, il pagamento di merci con un assegno di conto corrente postdatato, fornendo al contempo rassicurazioni sulla capacità economica di adempiere all’obbligazione pecuniaria che si appresta ad assumere
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 luglio 2015, n. 33441 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 27/2/2015 la Corte di Appello di Milano, in riforma della sentenza emessa in data 10/1/2012 dal Tribunale di Lodi appellata dal Procuratore Generale e dalla parte civile, ha dichiarato D.G.E. colpevole del reato di truffa aggravata...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 luglio 2015, n. 29061. I dati di carattere informatico contenuti in un computer, in quanto rappresentativi di cose, rientrano nella nozione di “prove documentali”. L’estrazione di tali dati da un supporto informatico, tuttavia, è una operazione di natura meccanica e ripetibile infinite volte, non essendovi quindi i presupposti per configurarla quale accertamento tecnico irripetibile ai sensi dell’art. 360 c.p.p. La Legge n. 48 del 18 marzo 2008, infatti, ha previsto la possibilità di estrarre copia dei predetti dati informatici con modalità idonee a garantire la conformità dei dati acquisiti a quelli originali; occorrerà quindi esaminare in concreto, nell’ambito del procedimento di valutazione della prova, la eventuale avvenuta alterazione dei dati originali e la corrispondenza di quelli estratti rispetto ai dati autentici
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 luglio 2015, n. 29061 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. GALLO Domenico – Consigliere Dott. DAVIGO Piercamill – rel. Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 luglio 2015, n. 28067. Una condizione di difficoltà economica non può legittimare, ai sensi dell’art. 54 c.p., un’occupazione permanente di un immobile per risolvere, in realtà, in modo surrettizio, un’esigenza abitativa, atteso che non può parlarsi di attualità del pericolo in tutte quelle situazioni non contingenti, caratterizzate da una sorta di cronicità essendo destinate a protrarsi nel tempo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 luglio 2015, n. 28067 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. TADDEI Margherita – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. VERGA Giovanna – rel. Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 luglio 2015, n. 29065. Con riferimento alla tipologia dei reati a consumazione prolungata, il furto di energia elettrica rientra tra i delitti a consumazione prolungata (o a condotta frazionata), perché l’evento continua a prodursi nel tempo, sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva, e spostano in avanti la cessazione della consumazione fino all’ultimo prelievo. Nel caso in esame è ipotizzato il reato di truffa aggravata in danno di ente pubblico conseguente alla percezione di assegno di accompagnamento conseguente ad artifici e raggiri. Trattandosi di reato a consumazione prolungata il reato è flagrante in relazione ad ogni singola percezione di danaro.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 luglio 2015, n. 29065 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 3.12.2014 il G.I.P. del Tribunale di Velletri non convalidò l’arresto in flagranza di S.M. per il reato di cui all’art. 640 comma 1 e 2 n. i cod. pen. ritenendo che per la convalida dell’arresto deve...