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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 27 marzo 2012, n.4919. ?I?n tema di interpretazione del contratto, il criterio ermeneutico previsto dall’art. 1367 cod. civ., postulando che il giudice non abbia potuto identificare chiaramente l’intento delle parti attraverso l’utilizzazione degli altri criteri previsti dalle precedenti disposizioni (artt. 1362 e ss, cod. civ.), ha carattere integrativo e sussidiario rispetto a questi ultimi

L massima In tema di interpretazione del contratto, il criterio ermeneutico previsto dall’art. 1367 cod. civ., postulando che il giudice non abbia potuto identificare chiaramente l’intento delle parti attraverso l’utilizzazione degli altri criteri previsti dalle precedenti disposizioni (artt. 1362 e ss, cod. civ.), ha carattere integrativo e sussidiario rispetto a questi ultimi: pertanto, qualora gli...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza del 3 aprile 2012, n.5285. Preliminare: a norma degli art. 2934, 2935 e 2946 c.c., l’inattività delle parti protrattasi per oltre dieci anni da quando il diritto alla stipulazione del contratto definitivo poteva essere fatto valere, comporta l’estinzione del diritto medesimo per prescrizione

Le massime 1. Il contratto preliminare è fonte di obbligazione al pari di ogni altro contratto ed il suo particolare oggetto, cioè l’obbligo di concludere il contratto definitivo, non esclude che, ove non sia fissato un termine né in sede convenzionale, né in sede giudiziale, sia applicabile ai sensi dell’art. 1183 c.c. la regola dello...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 26 marzo 2012, n. 4854. Preliminare ed oggetto determinato. Nullità

La massima L’esigenza della determinatezza o almeno della determinabilità dell’oggetto del contratto, sanzionata di nullità dall’art. 1418 c.c., comma 2, in relazione all’art. 1346 c.c. e all’art. 1325 c.c., n. 3, è soddisfatta – con riferimento al contratto preliminare di compravendita immobiliare avente ad oggetto la comproprietà, in ragione della metà, di un terreno e...

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Corte di Cassazione, sezione II, sntenza 20 marzo 2012, n.4382. Sulla responsabilità precontrattuale della P.A.

La massima Qualora un immobile, in possesso della PA, venga detenuto a titolo di comodato, in buona fede a seguito di trattative che non hanno portato alla conclusione del contratto, la buona fede ed il legittimo affidamento del comodatario vengono meno se l’altra parte manifesti in modo inequivoco di non consentire la prosecuzione del rapporto...

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Corte Costituzionale, sentenza n. 75 del 21 marzo 2012. Illegittimità costituzionale dell’articolo 15 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 111 (Attuazione della direttiva n. 90/314/CEE concernente i viaggi, le vacanze ed i circuiti «tutto compreso»), nella parte in cui, limitatamente alla responsabilità per danni alla persona, pone come limite all’obbligo di ristoro dei danni quello indicato dalla Convenzione internazionale relativa al contratto di viaggio

Illegittimità costituzionale dell’articolo 15 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 111 (Attuazione della direttiva n. 90/314/CEE concernente i viaggi, le vacanze ed i circuiti «tutto compreso»), nella parte in cui, limitatamente alla responsabilità per danni alla persona, pone come limite all’obbligo di ristoro dei danni quello indicato dalla Convenzione internazionale relativa al contratto di...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza n. 4372 del 20 marzo 2012. La causa del contratto non può ulteriormente essere intesa, in senso del tutto astratto, come funzione economico-sociale del negozio, svincolata tourt court dalla singola fattispecie contrattuale

La causa del contratto non può ulteriormente essere intesa, in senso del tutto astratto, come funzione economico-sociale del negozio, svincolata tourt court dalla singola fattispecie contrattuale, bensì come funzione economico-individuale del singolo, specifico negozio, da valutarsi in tali termini sotto il profilo tanto genetico, quanto funzionale; onde la obbiettivazione (quale quella verificatasi nel caso di...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 settembre 2011, n. 19494. Ai fini della sussistenza dell’obbligazione risarcitoria del venditore per i vizi del bene venduto non è necessario provare la sua mala fede, ma è sufficiente che egli non riesca a dimostrare di non aver potuto, senza colpa, averne conoscenza.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II CIVILE Sentenza 23 settembre 2011, n. 19494 Svolgimento del processo G.M. e P.P., premesso di avere acquistato da C.A.M. un’autovettura usata per il prezzo di lire 18.000.000 e di avere successivamente scoperto che la stessa presentava vizi derivanti da un pregresso incidente, convennero dinanzi al Giudice di pace di...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 24 novembre 2011, n. 24841. In tema di adempimento contrattuale, la parte adempiente che abbia agito richiedendo l’esecuzione del contratto in forma specifica, ha la facoltà di invocare, in sostituzione dell’originaria pretesa, la facoltà di recesso ai sensi dell’art. 1385 comma 2 c.c.

La massima In tema di adempimento contrattuale, la parte adempiente che abbia agito richiedendo l’esecuzione del contratto in forma specifica, ha la facoltà di invocare, in sostituzione dell’originaria pretesa, la facoltà di recesso ai sensi dell’art. 1385 comma 2 c.c., in quanto il recesso costituisce un diritto della parte che sopravvive alla domanda di adempimento....

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Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 3 febbraio 2012 n. 1584. Nullo il contratto di vendita di prodotti finanziari qualora non sia menzionata la clausola di recesso

Corte di cassazione – Sezione I – Sentenza 3 febbraio 2012 n. 1584. Nullo il contratto di vendita di prodotti finanziari qualora non sia menzionata la clausola di recesso Il testo integrale[1] Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 3 febbraio 2012 n. 1584 Così deciso dalla I sezione della S.C. secondo la quale il...