Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 luglio 2015, n. 32787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria T – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 luglio 2015, n. 32702. Il giudice può applicare la custodia cautelare in carcere in deroga ai limiti di legge quando ritiene inadeguata ogni misura cautelare meno afflittiva. Così ha stabilito la Cassazione per la quale la riforma della custodia cautelare, approvata con il D.l. 92/2014, convertito dalla legge 117/2014, che ha introdotto all’articolo 275 comma 2° bis limiti di applicabilità della custodia cautelare in carcere, non impedisce al giudice di adottare la misura più restrittiva se ritiene che altre misure meno afflittive siano inadeguate a soddisfare le esigenze cautelari. La Suprema corte ha così sottolineato l’importanza dell’esigenza di rimettere alla discrezionalità del giudice la valutazione della necessità di ricorrere o meno alla custodia cautelare in carcere
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 luglio 2015, n. 32702 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 15 luglio 2015, n. 30507. E’ legittima la notificazione al difensore dell’avviso di deposito dell’ordinanza cautelare (art. 293, c. 3, c.p.p.) effettuata a mezzo fax, trattandosi di modalità idonea a notiziare il legale, anche i fini della proposizione dell’istanza di riesame ex art. 309 c.p.p., che abbia comunicato all’autorità il proprio numero di telefax o lo abbia comunque reso di pubblico dominio, versandosi in una delle ipotesi rientranti nell’ambito di operatività dell’art. 148, c. 2 bis, c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 15 luglio 2015, n. 30507 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. D’ISA Claudio – Presidente Dott. BIANCHI Luisa – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – rel. Consigliere Dott. SERRAO...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 6 luglio 2015, n. 28640. In assenza di una disposizione transitoria, la misura cautelare in corso di esecuzione, disposta prima dell’entrata in vigore della legge 16/4/2015, n. 47 (che ha introdotto modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali), non può subire modifiche unicamente per effetto della nuova e più favorevole normativa
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 6 luglio 2015, n. 28640 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giusepp – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Mar – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 giugno 2015, n. 25955. Ove venga ravvisata l’ipotesi di cui al Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73, comma 5, e’ possibile procedere alla confisca del danaro trovato in possesso dell’imputato solo in presenza dei presupposti di cui all’articolo 240 c.p., comma 1 e non ai sensi del Decreto Legge n. 306 del 1992, articolo 12 sexies. L’articolo 240 c.p., prevede la confisca delle cose che costituiscono profitto del reato. Il profitto e’ costituito dal lucro e cioe’ dal vantaggio economico che si ricava, direttamente o indirettamente, dalla commissione del reato. E’ pertanto certamente ammessa la confisca del danaro che costituisca provento del reato di vendita di sostanze stupefacenti.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 giugno 2015, n. 25955 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 9 luglio 2015, n. 29316. A seguito della dichiarazione d’incostituzionalità degli artt. 4-bis e 4-vicies-ter del decreto-legge n. 272 del 2005, come modificato dalla legge n. 49 del 2006, pronunciata dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 32 del 2014, deve escludersi la rilevanza penale delle condotte che, poste in essere a partire dall’entrata in vigore di detta legge e fino all’entrata in vigore del decreto-legge n. 36 del 2014, abbiano avuto ad oggetto sostanze stupefacenti incluse nelle tabelle solo successivamente all’entrata in vigore del d.P.R. n. 309 del 1990 nel testo novellato dalla richiamata legge n. 49 del 2006
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 9 luglio 2015, n. 29316 Ritenuto in fatto Il Tribunale di Pesaro ha affermato la responsabilità di D.C.S. in ordine ai reati seguenti, secondo la rubricazione riportata nell’imputazione originaria: A) artt. 81, secondo comma, cod. pen., e 9, comma 7, legge 14 dicembre 2000, n. 376 (ritenuti in esso...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 luglio 2015, n. 28153. Nel settore del diritto processuale penale opera il principio tempus regit actum, il quale trova il proprio precipitato normativo nell’art. 11 r.d. 16 marzo 1942 n. 262 e si articola nei seguenti principi: 1) la nuova norma che disciplina una data fase procedimentale lo fa dal momento della sua entrata in vigore, segnandone definitivamente le condizioni di legittimità; 2) gli atti compiuti medio tempore, vale a dire nel vigore della legge vigente, restano validi; 3) la nuova disciplina non ha effetto retroattivo.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 luglio 2015, n. 28153 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. IZZO Fausto – Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere Dott. SERRAO Eugenia...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 luglio 2015, n. 29800. In tema di sostanze stupefacenti, il fatto di lieve entità (articolo 73, comma 5, del dpr 9 ottobre 1990 n. 309) può essere riconosciuta solo in ipotesi di “minima offensività penale” della condotta, deducibile sia dal dato qualitativo e quantitativo, sia dagli altri parametri richiamati dalla norma (mezzi, modalità e circostanze dell’azione), con la conseguenza che, ove venga meno anche uno soltanto degli indici previsti dalla legge, diviene irrilevante l’eventuale presenza degli altri. Ciò in quanto la finalità dell’attenuante si ricollega al criterio di ragionevolezza derivante dall’articolo 3 della Costituzione, che impone – tanto al legislatore, quanto all’interprete – la proporzione tra la quantità e la qualità della pena e l’offensività del fatto
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 10 luglio 2015, n. 29800 Ritenuto in fatto S.M. ricorre avverso la sentenza di cui in epigrafe che, confermando quella di primo grado, resa in esito a giudizio abbreviato, l’ha riconosciuta colpevole del reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente del tipo metanfetamina [shaboo o ice] [grammi 7,5...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 giugno 2015, n. 25316. Ai fini della punibilità della coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, l’offensività della condotta consiste nella sua idoneità a produrre la sostanza per il consumo, attese la formulazione delle norme e la ratio della disciplina, anche comunitaria, in materia, sicché non rileva la quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, ma la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre la sostanza stupefacente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 giugno 2015, n. 25316 Ritenuto in fatto Con sentenza del 7 maggio 2014 la Corte di appello di Cagliari, riqualificato il fatto contestato a M.S. non più come violazione dell’art. 73, comma 1, dei d.p.r. n. 309 dei 1990, attenuato ai sensi del comma 5 della medesima...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 28 maggio 2015, n. 22471. Per i delitti di cui all’articolo 73 del Dpr 9 ottobre 1990 n. 309, l’aumento di pena calcolato a titolo di continuazione per i reatisatellite in relazione alle droghe leggere deve essere oggetto di specifica rivalutazione da parte dei giudici di merito, alla luce della più favorevole cornice edittale applicabile per tali violazioni, a seguito della sentenza n. 32 del 2014 della Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 4 bis e 4 vicies ter della legge 21 febbraio 2006 n. 49, di conversione del decreto legge 30 dicembre 2005 n. 272, ed ha così determinato, in merito, la reviviscenza della più favorevole disciplina anteriore vigente
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 28 maggio 2015, n. 22471 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. CHIEFFI Severo – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio –...