Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 gennaio 2016, n. 360 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. TORRICE Amelia – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. BUFFA Francesco –...
Tag: Relatore BUFFA Francesco
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 gennaio 2016, n. 203. Ai fini del decorso del termine di decadenza di cui all’art. 18, comma 5, nel testo applicabile “ratione temporis”, dello Statuto dei Lavoratori per il pagamento dell’indennità sostitutiva della reintegra, assume rilevanza la conoscenza – effettiva e completa – da parte del lavoratore della sentenza di declaratoria di illegittimità del licenziamento, a prescindere dalla comunicazione di avvenuto deposito della stessa da parte della cancelleria, potendo avere il valore di questa anche la notificazione – operata dallo stesso ricorrente – della sentenza, ai fini esecutivi della stessa nel capo relativo al risarcimento del danno da licenziamento illegittimo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 11 gennaio 2016, n. 203 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. BUFFA Francesco...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 gennaio 2016, n. 79. In caso di svolgimento di attività libero professionale in regime di intramoenia, l’onere dell’IRAP resta a carico esclusivo della ASL – soggetto passivo del tributo – la quale può soltanto trasferire sui pazienti il relativo onere economico previo adeguamento delle tariffe. Resta invece escluso che la disciplina del contratto aziendale possa configurare oneri a carico dei medici in tema di adeguamento delle tariffe con aumento del valore corrispondente all’aliquota IRAP dovuta dall’azienda sanitaria. Lo ha ribadito il giudice di legittimità in una recente sentenza
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 7 gennaio 2016, n. 79 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. TORRICE Amelia – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. BUFFA Francesco –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 gennaio 21016, n. 496. In tema di inidoneità fisica al lavoro, l’impossibilità di utilizzazione di un apprendista in mansioni equivalenti, in ambiente compatibile con il suo stato di salute e con disponibilità di personale che possa fornire la necessaria formazione, deve essere provata dal datore di lavoro, sul quale incombe anche l’onere di contrastare eventuali allegazioni del prestatore di lavoro, nei cui confronti è esigibile però una collaborazione nell’accertamento di un possibile “repechage” in ordine all’esistenza di altri posti di lavoro nei quali possa essere ricollocato. Se dunque l’impossibilità di utilizzazione del lavoratore deve essere provata dal datore di lavoro, costituendo uno degli elementi che costituiscono il presupposto di fatto ed il requisito giuridico per la legittimità dell’esercizio del potere di assegnazione delle mansioni nel caso di inidoneità lavorativa del lavoratore, peraltro, al datore di lavoro non può chiedersi una prova assoluta ed inconfutabile, atteso che la concreta possibilità di diverso impiego del dipendente può emergere solo nel contraddittorio con le parti. Se dunque il datore di lavoro ha l’onere di provare, anche mediante elementi presuntivi ed indiziali, l’impossibilità di una differente utilizzazione del lavoratore in mansioni diverse compatibili, tale prova, tuttavia, non deve essere intesa in modo rigido, dovendosi esigere dallo stesso lavoratore che impugni il licenziamento una collaborazione nell’accertamento di un possibile repechage, mediante l’allegazione dell’esistenza di altri posti di lavoro nei quali egli poteva essere utilmente ricollocato, e conseguendo a tale allegazione l’onere del datore di lavoro di provare la non utilizzabilità nei posti predetti
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 14 gennaio 21016, n. 496 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente – Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere – Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere – Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 15 gennaio 2016, n. 597. Il termine triennale di decadenza per il conseguimento dell’indennizzo in favore di soggetti danneggiati da emotrasfusioni, introdotto dalla l. 25 luglio 1997, n. 238, si applica anche in caso di epatite postrasfusionale contratta prima del 28 luglio 1997, data di entrata in vigore della detta legge, con decorrenza, però, da questa stessa data, dovendosi ritenere, conformemente ai principi generali dell’ordinamento in materia di termini, che, ove una modifica normativa introduca un termine di decadenza prima non previsto, la nuova disciplina operi anche per le situazioni soggettive già in essere, ma la decorrenza del termine resta fissata con riferimento all’entrata in vigore della modifica legislativa.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 15 gennaio 2016, n. 597 Svolgimento del processo Con sentenza 9/8/07, la corte d’appello di Milano, in riforma parziale della sentenza del tribunale di Milano del 19/9/06, ha rigettato la domanda di riconoscimento dell’indennizzo ex art. 1 co. 6 l. 238/97 (previsto in favore dei figli affetti da...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 ottobre 2015, n. 21249. Tfr, retribuzione al netto dei benefit per i “distaccati” all’estero
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 ottobre 2015, n. 21249 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. BUFFA Francesco...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 30 aprile 2015, n. 8791. Nel rapporto di impiego alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, il mero fatto del mancato godimento delle ferie non da titolo ad un corrispondente ristoro economico se l’interessato non prova che esso è stato cagionato da eccezionali e motivate esigenze di servizio o da cause di forza maggiore. Con specifico riferimento poi alla posizione del dirigente, si è affermato che il dirigente che, pur avendo il potere di attribuirsi il periodo di ferie senza alcuna ingerenza del datore di lavoro, non eserciti il potere medesimo e non usufruisca quindi del periodo di riposo annuale, non ha il diritto all’indennità sostitutiva delle ferie non godute, a meno che non provi la ricorrenza di necessità aziendali assolutamente eccezionali ed obiettive ostative alla suddetta fruizione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 30 aprile 2015, n. 8791 Svolgimento del processo 1. Con sentenza 18/7/08, la Corte d’appello di Firenze, confermando la sentenza 26/9/05 del tribunale di Pistoia, rigettava la domanda volta al pagamento dell’indennità sostitutiva delle ferie non godute, ritenendo che, in quanto dirigente in posizione apicale, vincolato per...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 1 aprile 2015, n. 6631. Possono rifiutarsi di eseguire la prestazione di lavoro, mantenendo comunque il diritto alla retribuzione, i lavoratori che si trovino ad operare in un ambiente di lavoro la cui temperatura sia resa gelida a causa del malfunzionamento dell’impianto termico
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 1 aprile 2015, n. 6631 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. BUFFA Francesco...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 10 marzo 2015, n. 4757. Se l'esercizio dell'attività economica privata, garantito dall'art. 41 Cost., non è sindacabile nei suoi aspetti tecnici dall'autorità giurisdizionale, esso deve svolgersi nel rispetto dei diritti al lavoro ed alla salute, sicché non vìola la norma citata il giudice che dichiara illegittimo il licenziamento intimato per sopravvenuta inidoneità fisica alle mansioni assegnate, senza che il datore di lavoro abbia accertato se il lavoratore potesse essere addetto a mansioni diverse e di pari livello, evitando trasferimenti di altri lavoratori o alterazioni dell'organigramma aziendale
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 10 marzo 2015, n. 4757 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. GHINOY Paola – Consigliere Dott. BUFFA Francesco...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 febbraio 2015, n. 3121. È illegittimo il licenziamento del dirigente non gradito per sostituirlo con un proprio uomo di fiducia. La libertà di iniziativa economica, infatti, non è in grado ex se di offrire copertura a licenziamenti immotivati o pretestuosi
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 febbraio 2015, n. 3121 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAMORGESE Antonio – Presidente Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio – Consigliere Dott. BUFFA Francesco –...