L’invio di SMS può integrare il reato di cui all’art. 660 cod.pen.; si tratta, infatti, di molestia commessa col mezzo del telefono e gli SMS non possono essere assimilati a messaggi di tipo epistolare, in quanto il destinatario di essi è costretto, sia “de auditu” che “de visu”, a percepirli, con corrispondente turbamento della quiete...
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Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 24 maggio 2016, n. 21644
I giocattoli pirici o altre materie qualificate esplodenti, non micidiali se singolarmente considerate, possono in determinate circostanze acquistare tali caratteristiche, quando dalla loro concentrazione, nelle specifiche circostanze di fatto, derivi una oggettiva ed intrinseca potenzialità di pericolo per persone o cose, di guisa che assumano, nel loro insieme, la caratteristica della micidialità Suprema Corte...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 28 aprile 2016, n. 17625
In tema di immigrazione clandestina, la giurisdizione nazionale e’ configurabile anche nel caso in cui il trasporto dei migranti, avvenuto in violazione del Decreto Legislativo n. 286 del 1998, articolo 12 a bordo di una imbarcazione (nella specie, un gommone con oltre cento persone a bordo) priva di bandiera e, quindi, non appartenente ad alcuno...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 maggio 2016, n. 20450.
Il “saluto fascista” o “saluto romano” costituisce una manifestazione che rimanda all’ideologia fascista e a valori politici di discriminazione razziale e di intolleranza, la fattispecie contestata non richiede che le manifestazioni siano caratterizzate da elementi di violenza, svolgendo una funzione di tutela preventiva, secondo quanto previsto dall’art. 2 del decretolegge n. 122 del 1993. Suprema...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 marzo 2016, n. 12742. Il convivente more uxorio può presentare opposizione alla richiesta di archiviazione nel caso in cui la persona offesa sia deceduta in conseguenza del reato e può, conseguentemente, ricorrere per cassazione avverso il provvedimento emesso in sede oppositiva
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 marzo 2016, n. 12742 Ritenuto in fatto 1. Il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Asti con decreto 5.5.2014 dichiarava inammissibile l’opposizione di P.A.E. alla richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero nel procedimento contro G.F. e M.G. . Pur essendovi dissapori tra la vittima...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 gennaio 2016, n. 882. Non costituisce motivo grave che, se accertato, può legittimare la concessione di permesso al detenuto a norma dell’art. 30 dell’Ordinamento penitenziario la necessità di trascorrere un breve periodo di tempo con il coniuge, al fine di consumare un rapporto sessuale da parte di detenuto che si trovi sottoposto al regime del c.d. carcere duro
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 gennaio 2016, n. 882 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria Cristina – Presidente Dott. MAZZEI Antonella P – rel. Consigliere Dott. CASA Filippo – Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 gennaio 2016, n. 864. Ai fini dell’aggravante dei motivi abietti e futili.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 gennaio 2016, n. 864 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26.2.2014, la Corte di Assise di Appello di Ancona confermava la decisione resa in data 2.4.2013, con la quale il G.I.P. del Tribunale di Macerata aveva condannato C.S. , CA.Se.Ca. e G.S. alla pena di trent’anni...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 dicembre 2015, n. 48642. In tema di diffamazione a mezzo televisione, diritto di critica e importanza del contesto, può essere lecito apostrofare un giudice come ‘corrotto’. Attribuire la qualifica di “corrotti” a magistrati non indagati per corruzione, ma di cui sia accertata una degenerazione della funzione svolta, costituisce legittimo esercizio del diritto di critica
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 dicembre 2015, n. 48642 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria Cristin – Presidente Dott. DI TOMASSI Mariastefania – Consigliere Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere Dott. CASSANO Margherita – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 dicembre 2015, n. 48654. In tema di contravvenzione agli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, la prescrizione di non associarsi abitualmente alle persone che hanno subito condanne o sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza non va intesa nel senso letterale che l’espressione ha nella legislazione penale, con il richiamo a profili di comunanza di vita e di interessi, ma deve essere riferita esclusivamente alla nozione di pericolosità sociale che qualifica la materia delle misure di prevenzione. Ne consegue che, ai fini della configurabilità della citata contravvenzione, non è richiesta la costante e assidua relazione interpersonale, ben potendo la reiterata frequentazione essere assunta a sintomo univoco dell’abitualità di tale comportamento; né vale a scriminare la condotta violativa l’eventuale legame di parentela o affinità tra l’agente e la persona frequentata non convivente
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 dicembre 2015, n. 48654 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 4.4.2014, la Corte di Appello di Firenze confermava la decisione resa in data 18.5.2010, con la quale il Tribunale della sede aveva condannato R. A., sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 ottobre 2015, n. 41693. In tema di stupefacenti, nel rideterminare la pena calcolata a titolo di continuazione tra reati di detenzione illecita di droghe c.d. “pesanti” e di droghe c.d. “leggere”, alla luce della più favorevole cornice edittale applicabile a seguito della pronuncia della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, il giudice dell’esecuzione può rielaborare il rapporto tra “reato-base” e “reati-satellite”. In tema di stupefacenti, per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, il minimo edittale di anni sei resta intangibile per la detenzione a fini di spaccio della droga pesante ed è quest’ultimo il fatto-reato da porre – nella nuova determinazione – a base della continuazione, degradando tutte le ulteriori fattispecie a reato-satellite, la cui incidenza andrà commisurata ai rivissuti parametri edittali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 ottobre 2015, n. 41693 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria C. – Presidente Dott. VECCHIO Massimo – Consigliere Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Consigliere Dott. BONITO Francesco M. –...