Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 22 marzo 2016, n. 12186 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. CATENA Rossella – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. SCARLINI Enrico V. S. – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 marzo 2016, n. 8638. Tenuto conto del principio generale del favor conciliationis, cui è improntato il sistema normativo che regola il procedimento penale dinanzi al Giudice di Pace, e che esso è collocabile nell’ambito del più ampio principio della ragionevole durata dei processi, la mancata comparizione del querelante – previamente e chiaramente avvisato del fatto che l’eventuale successiva assenza possa essere interpretata come volontà di non perseguire nell’istanza di punizione – integra gli estremi della remissione tacita, sempre che lo stesso querelante abbia personalmente ricevuto detto avviso, non sussistano manifestazioni di segno opposto e nulla induca a dubitare che si tratti di perdurante assenza dovuta a libera e consapevole scelta
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 marzo 2016, n. 8638 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. CATENA Rossella – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – rel. Consigliere Dott. SCARLINI Enrico V.S. – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 febbraio 2016, n. 7285. Lo stato di “quasi-flagranza”, che rende legittimo l’arresto, ricorre anche nel caso in cui l’inseguimento da parte della polizia giudiziaria trovi causa non solo nella diretta percezione dei fatti da parte della polizia giudiziaria, ma anche nella denuncia della persona offesa o nelle indicazioni di terze persone
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 febbraio 2016, n. 7285 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. SETTEMBRE Antonio – rel. Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 agosto 2015, n. 34390. L’acufene, o tinnitus, è un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni non legati a stimoli esterni. Chi ne è affetto è disturbato da rumori di diverso tipo (ronzii, fischi, scrosci) avvertiti in modo continuo o intermittente e con diversa intensità, per effetto di processi patologici di varia natura interessanti l’orecchio interno, il nervo acustico o strutture anatomiche vicine. Essi possono indurre talora – a seconda della intensità – vere e proprie disabilità o alterazioni psichiche. Non v’è dubbio che, allorché l’affezione sia conseguente a traumi prodotti dall’azione dell’uomo, essa possa rientrare nel concetto di malattia rilevante ai sensi degli artt. 582 e 583 cod. pen., comportando – nei casi più gravi – un indebolimento dell’udito, compromesso dalla percezione di rumori endogeni, conseguenti alla provocata alterazione anatomica.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 agosto 2015, n. 34390 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Torre Annunziata, con sentenza confermata dalla Corte di appello di Napoli in data 14/11/2013, ha ritenuto C.A. responsabile di lesioni personali gravi in danno di A.V. , ripetutamente picchiata – fino a compromettergli la funzione uditiva...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 16 giugno 2015, n. 25154. In tema di reati fallimentari l’allontanamento del fallito dal luogo di residenza, in assenza dell’autorizzazione del giudice delegato, non e’ piu’ assoggettata a sanzione penale, essendo stata operata una “abolitio criminis” della condotta integrata dalla mera formale violazione dell’obbligo di munirsi dell’autorizzazione del giudice delegato in vista di un cambiamento di domicilio, sostituendo, peraltro, tale obbligo con la previsione di un onere di comunicazione delle variazioni del domicilio o della residenza al curatore, laddove e’ stato mantenuto l’obbligo di personale presentazione agli organi concorsuali all’occorrenza e salvo legittimo impedimento se occorrono informazioni o chiarimenti ai fini della gestione della procedura, obbligo la cui violazione e’ sanzionata dall’articolo 220 (e’ punito con la reclusione da sei a diciotto mesi il fallito che … non osserva gli obblighi imposti dagli articoli 16, nn, 3 e 49)
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 16 giugno 2015, n. 25154 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. LIGNOLA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 14 maggio 2015, n. 20101. Ai fini della confisca del profitto del reato commesso da più concorrenti, non può essere disposta la confisca per l’intero nei confronti di uno solo di essi per il sol fatto che si siano verificati fatti impeditivi della confisca (nella specie, uno dei correi era deceduto, mentre l’altro coimputato era stato prosciolto per prescrizione del reato), dovendosi applicare la confisca “pro quota” nei confronti dell’unico correo rimasto, atteso che ciò che rileva è solo la presenza dei correi, anche se poi materialmente nei alcuni di essi non può essere disposta la confisca
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 14 maggio 2015, n. 20101 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 marzo 2015, n. 13505. Le investigazioni difensive possono essere svolte senza limiti temporali in qualsiasi stato e grado del procedimento e possono essere prodotte anche nel giudizio abbreviato. Questo è quanto affermato dalla Cassazione che ha così segnato un punto a favore delle indagini difensive escludendo che queste possano essere prodotte e, dunque, utilizzate solo in caso di richiesta di rito abbreviato condizionato a integrazione probatoria.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 30 marzo 2015, n. 13505 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. LIGNOLA Ferdinand...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 aprile 2015, n. 14548. Sussiste il dolo eventuale nella condotta di chi, pur affetto da vizio parziale di mente, programmi e attui un incendio a locali occupati da persone, cagionando ad esse la morte in quanto l’evento letale è probabile, date le circostanze, costituendo una conseguenza collaterale, un prezzo eventuale della condotta voluta e tenuta dall’agente che, tuttavia, realizza l’azione nonostante l’evento ulteriore sia percepibile come diretta conseguenza della propria azione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 aprile 2015, n. 14548 Ritenuto in fatto 1. L’11/04/2011, la Corte di appello di Genova riformava la sentenza emessa dal Gup del Tribunale della stessa città in data 08/04/2010 nei confronti di M.G. : l’imputato, condannato in primo grado alla pena di anni 16 di reclusione per...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 aprile 2015, n. 13997. Nella presentazione di un esposto, con il quale si richieda l’intervento della autorità amministrativa su fatto del dipendente “ritenuto” contrario alla deontologia, anche se nel comunicato vengono usate espressioni oggettivamente aspre e polemiche, non è configurabile il delitto di diffamazione. Infatti, nel bilanciamento tra due beni costituzionalmente protetti, il diritto di critica (art. 21 Cost.) e quello alla dignità personale (artt. 2 e 3 Cost.), occorre dare la prevalenza alla libertà di parola, senza la quale la dialettica democratica non potrebbe realizzarsi. Pertanto, ussiste l’esimente del diritto di critica quando il fatto riportato sia conforme allo stato accertato della realtà al momento della propalazione, sempre che sia rispettato il canone della continenza e della rilevanza sociale dell’informazione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 aprile 2015, n. 13997 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 5.4.2013 il Tribunale di Napoli, in riforma della sentenza emessa dal locale Giudice di Pace in data 22.2.2010, con Sa quale G.M. era stato condannato alla pena di Euro 1600,00 di multa, oltre al risarcimento danni,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 marzo 2015, n. 9726. In tema di confisca di prevenzione, per scongiurare che un bene sia sottoposto a tale confisca è necessario dimostrarne non solo la provenienza tout court, ma anche che si tratti di provenienza legittima: e ciò non può dirsi accada laddove la giustificazione della disponibilità del bene venga offerta indicandolo quale provento di evasione fiscale
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 marzo 2015, n. 9726 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. POSITANO...