Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 17 febbraio 2016, n. 6405 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI S. – rel. Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. PATERNO’...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 marzo 2016, n. 8389. In tema di confisca di prevenzione poiché la pericolosità sociale qualificata oltre ad essere presupposto della confisca stessa è anche misura temporale del suo ambito applicativo, il giudice di merito che la disponga, in difetto di perspicui dati indiziari che riscontrino una dilatazione temporale della prima destinata a ricomprendere l’intero percorso di vita del proposto, è tenuto a circoscriverla al periodo in cui si è avuta la manifestazione di pericolosità, debitamente valorizzando le relative condotte
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 marzo 2016, n. 8389 Ritenuto in fatto 1. Con decreto in data 5 febbraio 2015, la Corte di appello di Bari, in accoglimento dell’impugnativa proposta da C.R. e da B.A. avverso il decreto del Tribunale del 12 giugno 2013, ha ridotto la misura personale della sorveglianza speciale...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8614. Integra il reato di evasione la condotta di volontario allontanamento dal luogo di restrizione domiciliare e di presentazione presso la stazione dei Carabinieri ancorché per chiedere di essere ricondotto in carcere. Qualsiasi condotta di volontario allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, in difetto di previa autorizzazione da parte della competente A.G., vale ad integrare il reato previsto e punito dall’art. 385 cod. pen., comportando la lesione dell’interesse protetto dalla norma incriminatrice al rispetto dell’autorità delle decisioni giudiziarie, a tale riguardo non assumendo alcun rilievo, in senso contrario, né la durata o la distanza dello spostamento, né i motivi alla base della determinazione dei soggetto agente, ove pure riconducibili al deterioramento del rapporto con i familiari conviventi, trattandosi di situazione ad esempio ovviabile mediante la richiesta di mutamento del domicilio della restrizione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2016, n. 8614 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza 14.02.2014 la Corte di Appello di Napoli riconosceva ad U.A.C. la circostanza attenuante di cui all’art. 385 co. 4 cod. pen., con conseguente riduzione a mesi due di reclusione della pena inflitta dal Tribunale monocratico della stessa...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8610. E’ nulla la notificazione eseguita a norma dell’art. 157, comma 8-bis, cod. proc. pen., presso il difensore di fiducia
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2016, n. 8610 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 19 maggio 2014 la Corte d’appello di Milano, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Monza del 20 novembre 2012, ha rideterminato in mesi sei di reclusione la pena inflitta a R.R.E. per il reato...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 febbraio 2016, n. 4126. In tema di peculato, al fine di individuare se l’attività svolta da un soggetto possa essere qualificata come pubblica, ai sensi e per gli effetti delle norme definitorie di cui agli artt. 357 e 358 cod. pen., risulta dirimente verificare se essa sia o meno disciplinata da norme di diritto pubblico, quale che sia la connotazione soggettiva del suo autore, distinguendosi poi – nell’ambito dell’attività definita pubblica sulla base di detto parametro oggettivo – la pubblica funzione dal pubblico servizio per la presenza, nell’una, o la mancanza, nell’altro, dei poteri tipici della potestà amministrativa, come indicati dall’art. 357 cpv. cod. pen. Conseguentemente a prescindere dalla sua natura giuridica, se la fondazione svolge attività di natura pubblica, il presidente della stessa acquisisce la qualifica di incaricato di pubblico servizio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 febbraio 2016, n. 4126 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CALVANESE Ersil – rel. Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 20 gennaio 2016, n. 2347. L’amministratore del condominio può presentare querela solo se l’assemblea condominiale gli conferisce espresso mandato. Per essere valida, la presentazione di una querela in relazione a un reato commesso in danno del patrimonio condominiale richiede uno specifico incarico conferito all’amministratore dall’assemblea del condomini, ciò che presuppone che siasi formata una volontà dei condomini di promuovere querela e di incaricare l’amministratore di sporgere querela.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 20 gennaio 2016, n. 2347 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. COSTANZO Angel – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 febbraio 2016, n. 4888. E’ legittimo il provvedimento con cui il giudice di merito rigetti l’istanza di rinvio dell’udienza, per impedimento dei difensore a comparire, documentata da un certificato medico che si limiti ad attestare un’infermità con stato febbrile (nella specie virosi respiratoria) e ad indicare una prognosi di quattro giorni senza precisare il grado di intensità di tale stato e la sua attitudine a determinare l’impossibilità a lasciare l’abitazione, trattandosi di elementi essenziali per la valutazione della fondatezza, serietà e gravità dell’ impedimento, non riscontrabili laddove si tratti di una diagnosi e di una prognosi che, secondo nozioni di comune esperienza, denotino l’insussistenza di una condizione tale da comportare l’impossibilità di comparire in giudizio, se non a prezzo di un grave e non altrimenti evitabile rischio per la propria salute. Nella specie, – rilevata la mancata nomina di un sostituto e l’assenza di qualsiasi giustificazione a riguardo – la Corte di merito si è posta nell’alveo di legittimità da ultimo richiamato laddove – senza vizi logici – ha rilevato la inidoneità della attestazione medica, che si limitava a prolungare di tre mesi il periodo di convalescenza dei difensore istante, senza attestare o comunque giustificare l’incompatibilità di tale periodo con la possibilità di comparire ed assolvere al mandato difensivo. Né vizio logico può essere ravvisato rispetto alla decisione di accoglimento di precedente istanza, anche in considerazione delle diverse indicazioni temporali e della prossimità all’intervento operatorio rispetto al quale la convalescenza era giustificata
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 febbraio 2016, n. 4888 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 17.4.2015 la Corte di appello di Firenze – a seguito di gravame interposto dall’imputato S.V. avverso la sentenza emessa il 25.10.2012 dal Tribunale di Viareggio – ha confermato detta decisione con la quale l’imputato è stato...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 gennaio 2016, n. 1096. Censurato un provvedimento fondato, quanto all’esigenza di cautela probatoria, sulle dichiarazioni rese dall’indagato nel corso dell’interrogatorio di garanzia e su una condotta latamente manipolatoria del corpo del reato, nonché carente della precisazione delle fonti su cui avrebbe inciso la condotta mistificatoria, così come basato, in punto di rischio di ricaduta nel crimine, sulla possibilità di accesso – diretto o mediato – al denaro pubblico legata alla carica di parlamentare nelle more assunta dall’indiziato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 gennaio 2016, n. 1096 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. COSTANZO Angelo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluig – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 gennaio 2016, n. 3358. II Pubblico Ministero può legittimamente selezionare gli atti da inviare al Giudice per le indagini preliminari, a fondamento delle proprie istanze perché non ha l’obbilgo dl produrre gli atti integrali. È pertanto possibile la trasmissione di stralci di verbali o l’oscuramento di parte di essi con omissis, ai fine di garantire ii segreto che permane nella fase delle indagini preliminari, per evitare la compromissione degli accertamenti in corso. Gli atti allegati alla richiesta del Pubblico Ministero devono però essere idonei a supportare adeguatamente li provvedimento cautelare. Questo sistema, che caratterizza la fase delle indagini preliminari, non Impedisce Il contraddittorio, che comunque può concretamente svilupparsi sulla valutazione delï’entità e della rilevanza degli elementi indiziari posti a base dell’ordinanza impugnata
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 gennaio 2016, n. 3358 Ritenuto di fatto 1. Il Giudice per le Indagini preliminari dei Tribunale di Latina, con ordinanza emessa Il 12/10/2015 nel procedimento n.1308/2015 R.G.N.R., ha applicato a P.C. e D.T.R. — in relazione ai reati ex artt.110 e 317 cod.pen. descritti nelle imputazioni provvisorie...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 novembre 2015, n. 47302. Il giudice della cautela, chiamato ad esprimersi, ai sensi dell’art. 275, comma 2-bis, secondo periodo, cod. proc. pen., in via prognostica, sulla pena detentiva da irrogarsi all’esito del giudizio al fine di escludere l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere ove la pena risulti contenuta nella misura non superiore ai tre anni, deve condurre il proprio sindacato discrezionale, tenendo conto di tutti gli indici sintomatici della gravità del reato e della capacità a delinquere previsti dall’art. 133 cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 novembre 2015, n. 47302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA Laura – rel. Consigliere Dott. BASSI...