Corte di Cassazione, sezione prima penale, Sentenza 26 ottobre 2018, n. 49129 La massima estrapolata: Ai fini della qualificazione della circostanza aggravante dei futili motivi nella determinazione della pena a carico di un imputato per tentato omicidio, non può considerarsi motivo abbietto o futile la manifestazione di gelosia che, per quanto esasperata, non integri in...
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 20 novembre 2017, n. 52747. No all’aggravante dei futili motivi se l’aggressione è arrivata al termine di una discussione per motivi politici e ideologici, un simile movente infatti non è futile..
No all’aggravante dei futili motivi se l’aggressione è arrivata al termine di una discussione per motivi politici e ideologici, un simile movente infatti non è futile. Sentenza 20 novembre 2017, n. 52747 Data udienza 28 settembre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 12 settembre 2016, n. 37815
La circostanza aggravante dei futili motivi sussiste soltanto se la determinazione alla commissione del crimine è stata generata da uno stimolo talmente lieve, banale e sproporzionato rispetto alla gravità del reato, tanto da apparire alla luce del sentire comune, più che una causa, un mero pretesto SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I PENALE SENTENZA 12...
Corte di Cassazione, sezione I, 5 settembre 2014, n. 37204. In tema di circostanza aggravante per futili motivi, il motivo deve intendersi l'antecedente psichico della condotta, ossia l'impulso che ha indotto il soggetto a delinquere e deve qualificarsi futile quando la determinazione delittuosa sia stata causata da uno stimolo esterno così lieve, banale e sproporzionato, rispetto alla gravità del reato, da apparire, per la generalità delle persone, assolutamente insufficiente a provocare l'azione delittuosa, tanto da potersi considerare, più che una causa determinante dell'evento, un pretesto o una scusa per l'agente di dare sfogo al suo impulso criminale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 5 settembre 2014, n. 37204 Ritenuto in fatto Con sentenza del 14 luglio 2011 il G.u.p. del Tribunale di Benevento, all’esito del giudizio abbreviato condizionato all’espletamento di perizia psichiatrica, ha dichiarato B.G. colpevole del reato di omicidio in danno della madre M.M.L. , strangolata con un filo di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 luglio 2014, n. 28506. L'intervenuto accordo tra un numero non esiguo di persone di aggredire in modo deciso ed efferato una persona sola, in un clima di reciproca esaltazione punitiva e violenta, con l'evidente incapacità di ciascuno, in tale contesto, di controllare lo sviluppo della condotta del gruppo, rappresentano tutti insieme elementi per ritenere che lo sfregio permanente del viso (o altra gravissima conseguenza) sia stato in concreto previsto e accettato dai componenti del branco, rappresentando una eventualità estremamente probabile e non certo atipica della condotta in concreto tenuta, non ravvisandosi alcuna frattura del nesso psicologico e causale con l'evento più grave, ed anzi quest'ultimo innestandosi in una condivisa, violenta e prolungata aggressione di gruppo. Ne consegue che non è applicabile in tal caso la circostanza attenuante di cui all’art. 116 c.p.
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione V SENTENZA 2 luglio 2014, n. 28506 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Torino, con sentenza del 14/12/2012, riformando parzialmente, in punto di pena, quella emessa dal locale Tribunale, all’esito di giudizio abbreviato, ha condannato G.D. , V.M. e C.G. per lesioni gravissime – con le aggravanti del...