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Valutazione del requisito della continenza

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 1 marzo 2019, n. 8828. La massima estrapolata: Nella valutazione del requisito della continenza, necessario ai fini del legittimo esercizio del diritto di critica, si deve tenere conto del complessivo contesto dialettico in cui si realizza la condotta e verificare se i toni utilizzati dall’agente, pur aspri e...

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Esercizio del diritto di critica

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 20 febbraio 2019, n. 7798. La massima estrapolata: L’esercizio del diritto di critica richiede la verita’ del fatto attribuito e assunto a presupposto delle espressioni criticate, in quanto non puo’ essere consentito attribuire ad un soggetto specifici comportamenti mai tenuti o espressioni mai pronunciate. Ne consegue che, limitatamente...

Sussiste l’esimente dell’esercizio del diritto di critica sindacale nel caso in cui il segretario generale di un sindacato affigga nella bacheca all’interno di una Casa Circondariale un comunicato in cui si attribuisce al direttore la responsabilità di avere autorizzato la diffusione di alcool tra i detenuti indirizzi
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Sussiste l’esimente dell’esercizio del diritto di critica sindacale nel caso in cui il segretario generale di un sindacato affigga nella bacheca all’interno di una Casa Circondariale un comunicato in cui si attribuisce al direttore la responsabilità di avere autorizzato la diffusione di alcool tra i detenuti indirizzi

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 18 ottobre 2018, n. 47513. SENTENZA 18 ottobre 2018, n. 47513. Pres. Fumo est. Riccardi Ritenuto in fatto 1. Con sentenza emessa il 27/03/2017 la Corte di Appello di Lecce, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Brindisi, ha confermato l’affermazione di responsabilità nei confronti di S.G....

Il diritto di critica non si concreta nella mera narrazione di fatti, ma si esprime in un giudizio avente carattere necessariamente soggettivo rispetto ai fatti stessi, con la precisazione che, per riconoscere carattere esimente all’esercizio di tale diritto, occorre tuttavia che il fatto presupposto ed oggetto della critica corrisponda a verità
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Il diritto di critica non si concreta nella mera narrazione di fatti, ma si esprime in un giudizio avente carattere necessariamente soggettivo rispetto ai fatti stessi, con la precisazione che, per riconoscere carattere esimente all’esercizio di tale diritto, occorre tuttavia che il fatto presupposto ed oggetto della critica corrisponda a verità

Corte di Cassazione, sezione terza civile, Ordinanza 7 giugno 2018, n. 14727. La massima estrapolata: Il diritto di critica non si concreta nella mera narrazione di fatti, ma si esprime in un giudizio avente carattere necessariamente soggettivo rispetto ai fatti stessi (che ha per sua natura carattere congetturale che non può per definizione pretendersi rigorosamente...

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In ordine al mancato riconoscimento dell’esimente della provocazione di cui all’articolo 599 c.p., comma 2

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 18 giugno 2018, n. 27922. La massima estrapolata: In ordine al mancato riconoscimento dell’esimente della provocazione di cui all’articolo 599 c.p., comma 2, il comportamento provocatorio si configura in presenza di una condotta contraria alle norme giuridiche, ovvero all’insieme delle regole sociali vigenti in un contesto di civile...

Perche’ operi la scriminante del diritto di critica
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Perche’ operi la scriminante del diritto di critica

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 4 giugno 2018, n. 24891. La massima estrapolata: Perche’ operi la scriminante del diritto di critica, le espressioni usate devono essere tali da non trasmodare in un’aggressione verbale e comunque limitarsi ad espressioni aspre e appellativi forti, ma prive di potenzialita’ di insulto, in quanto inserite in un...

L’esercizio del diritto di critica richiede la verita’ del fatto attribuito e assunto a presupposto delle espressioni criticate
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L’esercizio del diritto di critica richiede la verita’ del fatto attribuito e assunto a presupposto delle espressioni criticate

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 10 maggio 2018, n. 20800. La massima estrapolata: L’esercizio del diritto di critica richiede la verita’ del fatto attribuito e assunto a presupposto delle espressioni criticate, in quanto non puo’ essere consentito attribuire ad un soggetto specifici comportamenti mai tenuti. Ne consegue che, limitatamente alla verita’ del fatto,...

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L’accertamento circa la natura diffamatorio o meno dell’espressione utilizzata resta prerogativa del giudice di merito ed il relativo giudizio sfugge al controllo di legittimita’ se congruamente e logicamente motivato.

Corte di Cassazione, sezione terza civile, ordinanza 23 marzo 2018, n. 7242. L’accertamento circa la natura diffamatorio o meno dell’espressione utilizzata resta prerogativa del giudice di merito ed il relativo giudizio sfugge al controllo di legittimita’ se congruamente e logicamente motivato. In tema di diffamazione a mezzo stampa ed, in particolare, di scriminante del diritto...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n. 7859. La circostanza aggravante della finalita’ di discriminazione o di odio etnico, razziale o religioso
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n. 7859. La circostanza aggravante della finalita’ di discriminazione o di odio etnico, razziale o religioso

Il legittimo esercizio del diritto di critica, pur non potendosi pretendere caratterizzato dalla particolare obiettivita’ propria del diritto di cronaca, non consente comunque gratuite aggressioni alla dimensione morale della persona offesa e presuppone sempre il rispetto del limite della continenza delle espressioni utilizzate, da ritenersi superato nel momento in cui le stesse, per il loro...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 16 febbraio 2018, n. 7754. La divulgazione di valutazioni e commenti non oggettivi e “partigiani”, se ammessa, deve pur sempre fondarsi sull’attribuzione di fatti veri, non essendo ammissibile che una interpretazione soggettiva, fonte di discredito, tragga le sue premesse da una prospettazione dei fatti non veritiera
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 16 febbraio 2018, n. 7754. La divulgazione di valutazioni e commenti non oggettivi e “partigiani”, se ammessa, deve pur sempre fondarsi sull’attribuzione di fatti veri, non essendo ammissibile che una interpretazione soggettiva, fonte di discredito, tragga le sue premesse da una prospettazione dei fatti non veritiera

La divulgazione di valutazioni e commenti non oggettivi e “partigiani”, se ammessa, deve pur sempre fondarsi sull’attribuzione di fatti veri, non essendo ammissibile che una interpretazione soggettiva, fonte di discredito, tragga le sue premesse da una prospettazione dei fatti non veritiera. Nel caso di specie la prima delle frasi incriminate indica le due parti offese...

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