Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|10 giugno 2024| n. 16043.
L’omessa rendicontazione annuale per oltre dieci anni rappresenta, oltre che una violazione degli obblighi di amministratore, anche un inadempimento grave da parte del socio, tale da rendere meno agevole il conseguimento dello scopo sociale, che è quello di esercitare l’impresa collettiva allo scopo di dividere gli utili conseguiti, tanto da giustificare l’esclusione dalla società, atteso che nelle società di persone non sarebbe possibile distinguere la posizione di socio da quella di amministratore, con la conseguenza che anche la violazione dei doveri gestori ridonderebbe in una lesione dell’affectio societatis, tale da legittimare l’esclusione del socio amministratore. La circostanza che alcuni soci, pur avendone diritto, si astengano dall’amministrare, affidando la gestione agli altri è espressamente contemplata dall’art. 2261 cod. civ. che, in tale evenienza, ribadisce che anche i soci non amministratori mantengono il diritto di ricevere da chi amministra tutte le informazioni inerenti allo svolgimento degli affari sociali, ivi compreso, ove tale esclusiva gestione duri più di un anno, il rendiconto analitico della gestione.
Categoria: Sezioni Diritto
Il diritto del mandatario al compenso e alle spese non deriva dalla mera allegazione del contratto
Cassazione, civile, Ordinanza|10 giugno 2024| n. 16107.
Il diritto del mandatario al compenso e alle spese non deriva dalla mera allegazione del contratto, essendo invece necessaria la prova del suo adempimento, poiché nella struttura esecutiva del mandato, regolato da una piena corrispettività, il mandatario è tenuto ad adempiere per primo la sua obbligazione per dare effettività a quella, contrapposta, del mandante.
Appalto privato e l’obbligazione collaterale di versamento del trattamento previdenziale e retributivo dei lavoratori
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|10 giugno 2024| n. 16075.
In tema di appalto privato, l'obbligazione collaterale di versamento del trattamento previdenziale e retributivo dei lavoratori, non determina la contitolarità del debito contributivo ma la "responsabilità di garanzia" del coobbligato committente, ai sensi dell'art. 29, comma 2, del d.lgs. n. 276 del 2003; ne consegue che il predetto, dopo aver soddisfatto il credito, in caso di inadempimento del datore di lavoro può agire in regresso nei confronti di quest'ultimo per l'intero importo pagato.
Non costituisce domanda nuova la prospettazione in appello di una qualificazione giuridica del contratto
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|3 giugno 2024| n. 15470.
Non costituisce domanda nuova, ai sensi dell’articolo 345 cod. proc. civ., la prospettazione, in appello, di una qualificazione giuridica del contratto oggetto del giudizio diversa da quella effettuata dalla parte in primo grado, ove basata sui medesimi fatti
Il chiamato all’eredità investito della nuda proprietà di un immobile e l’accettazione tacita
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|3 giugno 2024| n. 15468.
Il chiamato all'eredità investito della nuda proprietà di un immobile, con l'occupazione di quest'ultimo esercita il possesso corrispondente alla nuda proprietà, secondo la definizione dell'art. 1140 c.c., ancorché sul medesimo cespite insista il possesso dell'usufruttuario generale dei beni ereditari, ed acquista, pertanto, la qualità di erede in base al meccanismo di cui all'art. 485 c.c..
La cessione gratuita della quota di partecipazione ad una cooperativa edilizi integra donazione indiretta dell’immobile
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 giugno 2024| n. 15517.
La cessione gratuita della quota di partecipazione ad una cooperativa edilizia, finalizzata all'assegnazione dell'alloggio in favore del cessionario, integra donazione indiretta dell'immobile, soggetta, in morte del donante, alla collazione ex art. 746 c.c., giacché tale quota esprime non una semplice aspettativa, ma un vero e proprio credito all'attribuzione dell'alloggio.
L’opposizione a decreto ingiuntivo proposta da un soggetto nella qualità di erede dell’ingiunto costituisce accettazione tacita dell’eredità
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|3 giugno 2024| n. 15504.
L'opposizione a decreto ingiuntivo proposta da un soggetto nella qualità di erede dell'ingiunto costituisce accettazione tacita dell'eredità, senza che assuma alcuna rilevanza la circostanza che tale opposizione sia stata dichiarata inammissibile, posto che l'accettazione dell'eredità, a tutela della stabilità degli effetti connessi alla successione mortis causa, si configura come atto puro ed irrevocabile e quindi insuscettibile di essere caducato da eventi successivi.
L’attore non è legittimato a impugnare per incompetenza la pronuncia del giudice da lui adito ancorché sfavorevole nel merito
Corte di Cassazione, civile, Sentenza|4 giugno 2024| n. 15563.
L'attore non è legittimato a impugnare per incompetenza la pronuncia del giudice da lui adito, ancorché sfavorevole nel merito, poiché il riconoscimento della competenza, desumibile dalla proposizione della domanda, esclude la sua soccombenza sul punto.
Nei giudizi di divisione la prova della comproprietà dei beni da dividere non è quella rigorosa
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 giugno 2024| n. 15573.
Nei giudizi di divisione la prova della comproprietà dei beni da dividere non è quella rigorosa richiesta in caso di azione di rivendicazione o di accertamento positivo della proprietà, atteso che la divisione, oltre a non operare alcun trasferimento di diritti dall'uno all'altro condividente, è volta a far accertare un diritto comune a tutte le parti in causa e non la proprietà dell'attore con negazione di quella dei convenuti, sicché, non si può escludere a priori la rilevanza della non contestazione e, a fortiori, dell'esplicito o implicito riconoscimento dell'appartenenza dei beni ai coeredi.
La responsabilità precontrattuale derivante dalla violazione della regola di condotta costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 giugno 2024| n. 15643.
La responsabilità precontrattuale derivante dalla violazione della regola di condotta, posta dall’art. 1337 cod. civ. a tutela del corretto dipanarsi dell’iter formativo del negozio, costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale, cui vanno applicate le relative regole in tema di distribuzione dell’onere della prova. In particolare, il danno risarcibile, resta circoscritto al c.d. interesse negativo, quale interesse al ristoro delle conseguenze della lesione della libertà negoziale, perpetrata con l’illecito precontrattuale