Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 23 gennaio 2014, n. 1394 In fatto e in diritto Nella causa indicata in premessa, é stata depositata la seguente relazione: “1. – La sentenza impugnata (Tribunale di Bari – sez. di Modugno 09/02/2012, notificata il 08/03/2012), rigettando l’appello dell’odierno ricorrente, condivideva integralmente la sentenza con cui il...
Categoria: Illecito aquiliano (o extracontrattuale)
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 gennaio 2014, n. 999. Proposta azione di risarcimento danno conseguenti ad una caduta dovuta al manto stradale sconnesso e dissestato in danno del Comune di Sorrento, in Appello veniva confermata la sentenza di rigetto poichè l’attrice aveva chiesto in primo grado la condanna ai sensi dell’art. 2043 cod. civ., sicché non poteva essere proposta per la prima volta in appello la diversa domanda fondata sull’art. 2051 cod. civ., richiedendo i due tipi di responsabilità l’accertamento di elementi di fatto diversi. La Cassazione conferma il provvedimento della Corte di merito affermando principi già consolidati, ovvero: una volta proposta in primo grado una domanda ai sensi dell’art. 2043 cod. civ. – fondata, ad esempio, sulle figure dell’insidia e del trabocchetto, ancorché impropriamente richiamate – non è consentito alla parte in grado di appello fondare la medesima domanda sulla violazione dell’obbligo di custodia, perché ciò verrebbe inevitabilmente a stravolgere il processo, mettendo il danneggiante nella situazione di doversi attivare quando una serie di preclusioni processuali si sono già maturate. Infine anche nel merito viene confermato la responsabilità del pedone: in una strada dissestata è del tutto ragionevole l’esistenza di un tombino malfermo e mobile, sicché la caduta in una situazione del genere può ricondursi anche alla esclusiva responsabilità del pedone, ovvero non si deve ritenere di necessità “cagionata dalla cosa in custodia
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 20 gennaio 2014, n. 999 Svolgimento del processo 1. V.E. conveniva in giudizio il Comune di Sorrento, davanti al Tribunale di Torre Annunziata, Sezione distaccata di Sorrento, chiedendo il risarcimento dei danni conseguenti ad una caduta dovuta al manto stradale sconnesso e dissestato. Costituitosi il Comune, il Tribunale...
Corte di cassazione, sezione III, sentenza 16 gennaio 2014, n. 759. In caso di sinistro stradale non può essere riconosciuto il danno catastrofale ai genitori della vittima che è entrata subito in coma senza aver mai ripreso conoscenza e dunque senza potersi rendere conto dell’accaduto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 gennaio 2014, n. 759 Svolgimento del processo C.G. e D.S. , anche quali genitori esercenti la potestà sui figli minori Carmelo e Adriano, hanno citato innanzi al Tribunale di Siracusa P.G. e la Fondiaria Assicurazioni, per ottenere il risarcimento dei danni per la morte del proprio figlio,...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 gennaio 2014, n. 760. In materia di responsabilità da sinistri derivanti dalla circolazione stradale, la ricostruzione delle modalità del fatto generatore del danno, la valutazione della condotta dei singoli soggetti che vi sono coinvolti, l’accertamento e la graduazione della colpa, l’esistenza o l’esclusione del rapporto di causalità tra i comportamenti dei singoli soggetti e l’evento dannoso, integrano altrettanti giudizi di merito, come tali sottratti al sindacato di legittimità se il ragionamento posto a base delle conclusioni sia caratterizzato da completezza, correttezza e coerenza dal punto di vista logico-giuridico (sentenza 23 febbraio 2006, n. 4009, più volte confermata in seguito). Di recente, il principio è stato ribadito anche in riferimento alla valutazione della prova liberatoria da parte del conducente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 gennaio 2014, n. 760 Svolgimento del processo 1. In data (OMISSIS) si verificava in (…) un incidente stradale che vedeva coinvolti il motociclo condotto da D.D.M. , assicurato con la società MEIE, e l’autovettura condotta da M.M. , assicurata con la società Savoia, poi divenuta Winterthur. A...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 10 gennaio 2014, n. 386. Il danno morale e quello sessuale e alla vita di relazione rientrano pur sempre nell’ampia ed omnicomprensiva categoria del danno non patrimoniale, che non è possibile suddividere in ulteriori sottocategorie, se non con valenza meramente descrittiva, si tenga presente che la loro esistenza può presumersi anche in base a mere massime di esperienza (cfr. Cass. S.U. 11.11.08 n. 26972), in particolare se basate sui rapporti personali fra coniugi (regolati dall’art. 143 c.c.)
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 10 gennaio 2014, n. 386 Svolgimento del processo Con sentenza n. 14822/07 questa S.C. cassava – con rinvio alla Corte d’appello di Roma – la sentenza n. 116/2003 con cui il Tribunale di Latina (pronunciando quale giudice di secondo grado) aveva, in riforma della sentenza di prime cure...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 gennaio 2014, n. 38. In tema di scontro tra veicoli, la presunzione di eguale concorso di colpa stabilita dall’articolo 2054 c.c., comma 2, ha funzione sussidiaria, operando soltanto nel caso in cui le risultanze probatorie non consentono di accertare in modo concreto in quale misura la condotta dei due conducenti abbia cagionato l’evento dannoso e di attribuire le effettive responsabilita’ del sinistro
Suprema Corte di Cassazione sezione III Sentenza 3 gennaio 2014, n. 38 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott. VINCENTI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 dicembre 2013, n. 28616. L’art. 2051 cod. civ. contempla un criterio di imputazione della responsabilità che, per quanto oggettiva in relazione all’irrilevanza del profilo attinente alla condotta del custode, è comunque volto a sollecitare chi ha il potere di intervenire sulla cosa all’adozione di precauzioni tali da evitare che siano arrecati danni a terzi. A tanto, peraltro, fa pur sempre riscontro un dovere di cautela da parte di chi entri in contatto con la cosa. Pertanto, qualora il comportamento di tale secondo soggetto sia apprezzabile come incauto, occorre stabilire se il danno sia stato cagionato dalla cosa o dal comportamento della stessa vittima o se vi sia concorso causale tra i due fattori
La massima 1. La responsabilità per le cose in custodia ai sensi dell’art. 2051 cod. civ. ha natura oggettiva e necessita, per la sua configurabilità, del mero rapporto eziologico tra cosa ed evento e tale da prescindere dall’accertamento della pericolosità della cosa stessa e sussistere in relazione a tutti i danni da essa cagionati, sia...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 11 dicembre 2013, n. 27801. In tema di responsabilità civile (si consideri che la vicenda risulta inquadrata in base all’art. 2043 c.c. sula base della prospettazione delle parti e della configurazione attribuita dai giudici di merito), dovendosi ancorare il concetto di caso fortuito al criterio generale della prevedibilità con l’ordinaria diligenza del buon padre di famiglia, la quale si risolve in un giudizio di probabilità, non si può far carico al soggetto dell’obbligo di prevedere e prevenire, nell’infinita serie di accadimenti naturali (la presenza della volpe sulla strada) o umani che possono teoricamente verificarsi, anche quegli eventi di provenienza esterna che presentino un così elevato grado di improbabilità, accidentalità o anormalità da poter essere parificati, in pratica, ai fatti imprevedibili
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 11 dicembre 2013, n. 27801 In fatto e in diritto Nella causa indicata in premessa. é stata depositata la seguente relazione: “1. – La Corte d’appello di Lecce, con la sentenza oggetto della presente impugnazione (depositata il 21/06/2012, notificata il 30/07/2012), in accoglimento dell’appello spiegato dalla Regione Puglia,...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 dicembre 2013, n. 27287. Condannato il Ministero delle Finanza ex art. 2051 c.c. per lo scoppio all’interno di una Caserma della Guardia di Finanza di una stufa a gas
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 dicembre 2013, n. 27287 Svolgimento del processo Con sentenza del 26 gennaio 2005 il Tribunale di Palermo, sezione distaccata di Bagheria, accogliendo la domanda, proposta da L.F.F. , di risarcimento dei danni da lui subiti in conseguenza dell’incendio verificatosi il (omissis) , a causa del cattivo funzionamento...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 dicembre 2013, n. 27035. Nell’ipotesi di cui all’art. 2051 c.c., l’attore agisca per il riconoscimento del danno, ha l’onere di provare l’esistenza del rapporto eziologico tra la cosa e l’evento lesivo, mentre il custode convenuto, per liberarsi dalla sua responsabilità, devo provare l’esistenza di un fattore estraneo alla sua sfera soggettiva, idoneo ad interrompere quel nesso causale. Caso fortuito da intendersi secondo un’accezione ampie, comprensiva dello stesso atto del danneggiato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 2 dicembre 2013, n. 27035 In fatto e diritto Nella causa indicata in premessa è stata depositata la seguente relazione: “1. – La sentenza impugnata (Corte d’appello di Roma 11/06/2012, non notificata), respingendo l’appello delle odierne ricorrenti, escludeva la responsabilità del Comune odierno intimato, con riferimento al sinistro...