In materia condominiale, le norme relative ai rapporti di vicinato, tra cui quella dell’art.889 cod. civ., trovano applicazione rispetto alle singole unità immobiliari soltanto in quanto compatibili con la concreta struttura dell’edificio e con la particolare natura dei diritti e delle facoltà dei singoli proprietari; pertanto, qualora esse siano invocate in un giudizio tra condomini,...
Categoria: Distanze
Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 17 giugno 2016, n. 12527
Anche alla luce dell’articolo 31, primo comma, lettera d),l. 5 agosto 1978 n. 457, si ha “ristrutturazione” nel caso in cui gli interventi, poiché comportanti modifiche esclusivamente interne, abbiano lasciato inalterati i componenti essenziali dell’edificio, quali i muri perimetrali, le strutture orizzontali e la copertura; e si ha “ricostruzione” quando tali componenti essenziali dell’edificio preesistente...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 23 maggio 2016, n. 10618
La canna fumaria non è una costruzione, ma un semplice accessorio di un impianto e quindi non trova applicazione la disciplina di cui all’art. 907. Nel caso di specie le caratteristiche dei manufatti di cui si discute si tratta in sostanza di semplici tubi in materiale metallico Per un maggior approfondimento sul tema delle luci...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 febbraio 2016, n. 2574. In materia di notificazione, per il combinato disposto degli articoli 106 e 107, comma 2, del Dpr n. 1229 del 1959, costituisce principio fondamentale quello dell’attribuzione concorrente della potestà notificatoria all’ufficiale giudiziario del luogo in cui deve essere eseguita la notificazione e a quello addetto all’autorità giudiziaria competente a conoscere della causa cui attiene la notificazione, il quale ultimo può operare anche fuori della circoscrizione territoriale, ma solo a mezzo del servizio postale. È, quindi, perfettamente valida la notificazione di un ricorso per Cassazione eseguita dagli ufficiali giudiziari addetti agli uffici giudiziari dei domicili eletti dagli intimati presso i loro difensori
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 febbraio 2016, n. 2574 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 2 febbraio 2016, n. 1989. In caso di violazione delle norme sulle distanze nelle costruzioni previste dal codice civile e dalle norme integrative dello stesso quali i regolamenti edilizi comunali, al proprietario confinante che lamenti tale violazione compete sia la tutela in forma specifica, finalizzata al ripristino della situazione antecedente al verificarsi dell’illecito, sia quella risarcitoria, e il danno che egli subisce (danno conseguenza e non danno evento) essendo l’effetto, certo e indiscutibile, della abusiva imposizione di una servitù nel proprio fondo e, quindi, della limitazione del relativo godimento, che si traduce in una diminuzione temporanea del valore della proprietà medesima, deve ritenersi in re ipsa, senza necessità di una specifica attività probatoria
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 febbraio 2016, n. 1989 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. GIUSTI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 marzo 2016, n. 5594. La facoltà di trasformare una veduta illegittima in luce, quale si desume dall’art. 903 c.c., presuppone che anche questa debba essere aperta lungo il medesimo muro preesistente, in mancanza del quale non può darsi trasformazione dell’una apertura nell’altra. È pertanto da escludere che la veduta esercitata da un balcone posto a distanza inferiore a quella di cui all’art. 905, cpv. c.c., possa essere eliminata e trasformata in luce previo tamponamento su tre lati del balcone stesso, cioè creando ex novo dei muri che, a loro volta, integrerebbero gli estremi di una costruzione da tenere a distanza ancora maggiore, in quanto la reintegrazione di un diritto leso non può essere attuata provocando una lesione di tipo diverso
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 22 marzo 2016, n. 5594 Svolgimento del processo Con separati atti di citazione M.E. , W. e A.M. e V.N. , comproprietari pro diviso in (OMISSIS) di un fabbricato elevato per due piani, con terreno circostante per tre lati, convenivano in giudizio, innanzi al Tribunale locale, D.A. e...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 febbraio 2016, n. 2444. La qualificazione di una apertura come venduta o come luce spetta al giudice, sulla base della situazione di fatto e il relativo giudizio è insindacabile in cassazione se – come nel caso di specie – congruamente motivato. Né, d’altra parte, l’apposizione di una inferriata alla finestra vale a trasformarla da veduta in luce, ben potendo l’inferriata essere rimossa ad nutum da proprietario.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 febbraio 2016, n. 2444 Ritenuto in fatto 1. – I coniugi G.T. e C.L. convennero in giudizio T.P. , chiedendo che quest’ultimo fosse condannato alla demolizione del ballatoio e della canna fumaria realizzati nel suo appartamento, limitrofo a quello degli attori all’interno del medesimo condominio. Il convenuto...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 gennaio 2016, n. 1549. La legittimazione ad agire per la specifica tutela dei diritti di veduta non può che appartenere ai singoli condomini. In assenza di ogni altra allegazione quanto alla possibilità di coesistenza di vedute di singoli condomini e di vedute quali, ad esempio, quelle delle finestre delle scale del condominio, il diritto di veduta a favore delle singole unità abitative è proprio del titolare della proprietà di ciascun singola appartamento e, pertanto, non del Condominio, ma del singolo condomino-proprietario.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 gennaio 2016, n. 1549 Considerato in fatto Il Condominio di via (…) di R. conveniva in giudizio innanzi al Tribunale di Chiavari il condomino R.P. rappresentando che lo stesso aveva realizzato una costruzione ed apposto gronde in aderenza al muro condominiale con ciò ledendo il diritto di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 11 dicembre 2015, n. 25032. Quando gli strumenti urbanistici stabiliscano determinate distanze dal confine ma prevedano anche la possibilità di costruire in aderenza o in appoggio, si versa in ipotesi del tutto analoga a quella disciplinata dagli articoli 873 e seguenti del Cc, con la conseguenza che si applica il criterio della prevenzione, in forza del quale è consentito al preveniente di costruire sul confine, ponendo così il vicino, che intenda a sua volta edificare, nell’alternativa di chiedere la comunione del muro e di costruire in aderenza (eventualmente esercitando le opzioni previste dagli articoli 875 e 877, secondo comma, del Cc), ovvero di arretrare la sua costruzione sino a rispettare la maggiore intera distanza imposta dallo strumento urbanistico
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 dicembre 2015, n. 25032 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – rel. Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 novembre 2015, n. 23934. Poiche’ i limiti di ammissibilita’ della prova testimoniale avente ad oggetto l’esistenza di un negozio per il quale e’ richiesta la forma scritta ad substantiam, sono dettati da ragioni di ordine pubblico, l’inammissibilita’ della prova per contrasto con la norma (articolo 2725 c.c.) che la vieta non e’ sanata dalla mancata tempestiva opposizione della parte interessata; conseguentemente, la relativa eccezione puo’ essere utilmente formulata anche dopo l’espletamento della prova vietata, e quindi con la proposizione di uno specifico motivo di appello a fronte di un’assunzione avvenuta in primo grado. Correttamente, pertanto, la Corte d’appello ha scrutinato “la tematica relativa alle prove testimoniali di cui l’appellante” aveva lamentano “la nullita’ in quanto tendenti a comprovare la costituzione verbale di una servitu’ prediale in dispregio alla fattispecie di cui all’articolo 1350 c.c.”.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 novembre 2015, n. 23934 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NUZZO Laurenza – Presidente Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – rel. Consigliere Dott. FALASCHI Milena – Consigliere Dott. ABETE...