Licenziamento ed il pregiudizio al diritto di difesa
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Licenziamento ed il pregiudizio al diritto di difesa

Corte di Cassazione, ordinanza n. 458 del 9 gennaio 2025: in un licenziamento per giusta causa, la violazione del diritto di difesa deve essere dimostrata con prove concrete e specifiche, non solo con ipotesi astratte. Inoltre, quando si valuta se la contestazione disciplinare è avvenuta in tempi brevi, bisogna considerare le circostanze specifiche, il tempo necessario per indagare e la complessità dell'organizzazione aziendale.

In termini semplici, se un dipendente contesta un licenziamento sostenendo che non ha avuto modo di difendersi, deve dimostrare in modo preciso come questo suo diritto sia stato violato. Allo stesso modo, il concetto di "immediatezza" nella contestazione disciplinare non è rigido: i giudici devono considerare quant

Licenziamento discriminatorio pur motivato da ragioni valide
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Licenziamento discriminatorio pur motivato da ragioni valide

Corte di Cassazione, ordinanza n. 460 del 9 gennaio 2025: un licenziamento può essere considerato discriminatorio anche se motivato da ragioni apparentemente valide, come difficoltà economiche. La legge, sia italiana che europea, vieta espressamente la discriminazione, quindi un licenziamento è nullo se fondato su motivi discriminatori.

A differenza del licenziamento per ritorsione, dove deve esserci un motivo illecito decisivo, un licenziamento discriminatorio è tale anche se motivato da altre ragioni legittime. In pratica, se una persona viene licenziata a causa del suo genere, orientamento sessuale, religione, ecc., il licenziamento è discriminatorio e quindi illegittimo, anche se l'azienda è in crisi economica.

Giudice può chiedere regolamento competenza di terzo Giudice
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Giudice può chiedere regolamento competenza di terzo Giudice

Corte di Cassazione, ordinanza n. 539 del 9 gennaio 2025: Il regolamento di competenza può essere richiesto d'ufficio anche quando il giudice successivamente adito ritenga di dover escludere la propria competenza in relazione alla ravvisata competenza di un terzo giudice anziché di quello adito per primo, sempreché il titolo di competenza in contestazione rientri fra quelli previsti dall'art. 45 c.p.c.

Annotazione cessione ipoteca essenziale per trasferimento diritto
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Annotazione cessione ipoteca essenziale per trasferimento diritto

Corte di Cassazione, sentenza n. 486 del 9 gennaio 2025: la registrazione del trasferimento di un'ipoteca su un immobile, come previsto dall'articolo 2843 del codice civile, è fondamentale per stabilire chi ha il diritto di garanzia. Questo significa che il nuovo titolare dell'ipoteca diventa ufficialmente tale solo quando il trasferimento è registrato nei registri immobiliari.

In altre parole, anche se il trasferimento è avvenuto, il nuovo titolare non può far valere i propri diritti finché non è registrato. Allo stesso modo, se la registrazione viene fatta in modo errato, può essere annullata solo con una decisione del giudice, su richiesta della parte interessata.

In un caso specifico, la Cassazione ha annullato una sentenza in cui un giudice aveva negato la responsabilità di un notaio che aveva cancellato un'ipoteca senza il consenso del nuovo titolare, nonostante il trasferimento fosse stato correttamente registrato. Il giudice aveva liquidato la questione parlando di un errore formale, senza tenere conto degli effetti legali della registrazione.

Obbligo giudice richiedere info P.A. se necessario
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Obbligo giudice richiedere info P.A. se necessario

Corte di Cassazione, ordinanza n. 525 del 9 gennaio 2025: se un giudice rifiuta di richiedere informazioni alla Pubblica Amministrazione (come previsto dall'articolo 213 del codice di procedura civile) in modo non giustificato, la sua decisione può essere contestata. Tuttavia, ciò è possibile solo se la parte interessata ha richiesto al giudice di farlo e se non ci sono altri modi per ottenere quelle informazioni.

In un caso di risarcimento danni per emotrasfusioni, ad esempio, la Cassazione ha annullato una sentenza perché il giudice non aveva spiegato perché non poteva chiedere alla Regione i documenti sugli indennizzi già ricevuti dalla vittima.

In sostanza, la Cassazione ha stabilito che i giudici devono usare questo potere per ottenere informazioni dalle Pubbliche Amministrazioni quando è necessario, ma solo se le parti lo richiedono e non ci sono alternative.

Appalto: responsabilità per difetti funzionali dell’edificio
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Appalto: responsabilità per difetti funzionali dell’edificio

Corte di Cassazione, ordinanza n. 367 dell'8 gennaio 2025: in tema di contratti di appalto, l'impresa edile non è responsabile solo per problemi che rendono l'edificio pericolante o che ne minano la struttura portante. La sua responsabilità si estende anche a quei difetti che, pur non essendo di tale gravità, compromettono in modo significativo l'utilizzo e il valore dell'immobile.

Immaginiamo una casa: se l'impresa che l'ha costruita ha installato tubature difettose che causano allagamenti frequenti, o se il tetto presenta infiltrazioni d'acqua, questi sono problemi che rendono la vita in quella casa problematica. Anche se l'edificio non rischia di crollare, questi difetti ne diminuiscono la qualità e il valore.

Secondo la Cassazione, questi problemi rientrano nella responsabilità dell'impresa edile, che deve garantire che l'edificio sia costruito in modo da poter essere utilizzato normalmente e goduto appieno. La Cassazione chiarisce dunque che anche i vizi non gravi , come i difetti degli impianti idrici o le infiltrazioni di umidità, possono essere causa di responsabilità per l'appaltatore ai sensi dell'articolo 1669 del codice civile.

Appalto e responsabilità per difetti uso edificio
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Appalto e responsabilità per difetti uso edificio

Secondo la Corte di Cassazione, ordinanza n. 367 dell'8 gennaio 2025, in un contratto di appalto, l'impresa edile è responsabile verso il cliente (e chi acquista da lui) per gravi difetti che compromettono l'uso e il valore dell'edificio, anche se non ne minacciano la stabilità. Questi difetti includono problemi idrici, infiltrazioni e umidità, che limitano l'uso normale dell'immobile.

Risoluzione per ritardo eccessivo, anche senza diffida
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Risoluzione per ritardo eccessivo, anche senza diffida

Corte di Cassazione, ordinanza n. 357 dell'8 gennaio 2025: anche in assenza di una formale richiesta di adempimento (diffida), se un termine non essenziale stabilito per un'obbligazione viene superato in modo significativo, il contratto può essere annullato. Ciò avviene se il ritardo è così grave da diventare un inadempimento importante, oltre ogni ragionevole aspettativa. La decisione finale spetta al giudice, che valuterà la natura del contratto, le azioni delle parti e l'interesse persistente del contraente ad avere la prestazione.

Condanna in solido e comunanza interessi spese processuali
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Condanna in solido e comunanza interessi spese processuali

La sentenza n. 369 dell'8 gennaio 2025 della Corte di Cassazione ha stabilito che, in materia di spese processuali, la condanna in solido al pagamento può avvenire non solo in caso di indivisibilità o solidarietà del rapporto sostanziale, ma anche quando vi è una comunanza di interessi tra le parti soccombenti. Tale comunanza può essere dedotta dall'identità delle questioni sollevate, dalla convergenza delle difese o dall'interesse comune al riconoscimento di un fatto costitutivo, anche se le domande proposte hanno valori diversi.

In altre parole, se più parti perdono una causa e condividono un interesse comune, il giudice può condannarle a pagare le spese processuali insieme, anche se le loro richieste iniziali erano di importi diversi.

Divieto di prestiti per acquisto azioni proprie
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Divieto di prestiti per acquisto azioni proprie

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 372 dell'8 gennaio 2025, ha ribadito l'applicabilità dell'articolo 2358 del Codice Civile alle società cooperative per azioni e, in modo particolare, alle banche popolari che adottano tale forma societaria. Tale articolo vieta alle società di concedere prestiti o fornire garanzie per l'acquisto o la sottoscrizione delle proprie azioni, salvo specifiche eccezioni.