Il committente che agisce per dei danni derivati da vizi o difformità non è tenuto a dimostrare la colpa dell’appaltatore
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Il committente che agisce per dei danni derivati da vizi o difformità non è tenuto a dimostrare la colpa dell’appaltatore

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|1 marzo 2024| n. 5525.

Il committente, il quale agisce nei confronti dell’appaltatore ai sensi dell’art. 1668 cod. civ. per il risarcimento dei danni derivati da vizi o difformità dell’opera, non è tenuto a dimostrare la colpa dell’appaltatore medesimo, in quanto, vertendosi in tema di responsabilità contrattuale, tale colpa è presunta fino a prova contraria.

Obbligazione pecuniaria e la determinazione del forum destinatae solutionis
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Obbligazione pecuniaria e la determinazione del forum destinatae solutionis

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|1 marzo 2024| n. 5543.

In tema di obbligazione pecuniaria, ai fini della determinazione del “forum destinatae solutionis”, ma anche agli effetti della “mora ex re”, la liquidità dell’obbligazione ricorre esclusivamente quando il titolo ne determini l’ammontare, oppure indichi i criteri per determinarlo senza lasciare nessun margine di discrezionalità; i presupposti della liquidità sono accertati dal giudice in base allo stato degli atti, ai sensi dell’articolo 38, comma 4, c.p.c. e ricorrono quando non è necessario un ulteriore titolo negoziale o giudiziale, in quanto il titolo indica il criterio per determinare il compenso, a nulla rilevando le eventuali contestazioni riferite all’“an” ed al “quantum”

Revocazione di una sentenza della Corte di cassazione per errore di fatto
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Revocazione di una sentenza della Corte di cassazione per errore di fatto

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|1 marzo 2024| n. 5574.

In tema di revocazione di una sentenza della Corte di cassazione per errore di fatto, ove si deduca che tale errore sia integrato dall'omessa applicazione di una determinata disciplina a una specifica fattispecie, l'errore, a prescindere dalla sua natura, in tanto è configurabile in quanto la parte nell'originario ricorso per cassazione abbia specificamente dedotto la sussistenza di tale fattispecie.

L’identificazione di un immobile può avvenire attraverso mezzi diretti o indiretti
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L’identificazione di un immobile può avvenire attraverso mezzi diretti o indiretti

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|1 marzo 2024| n. 5536.

L'identificazione di un immobile può avvenire attraverso mezzi diretti o indiretti, legali o convenzionali a seconda che siano stati predisposti al fine specifico di stabilire dei "contrassegni" di identificazione - così i dati catastali - ovvero consistano in un rinvio ad entità, rapporti o situazioni giuridiche di diverso contenuto e, rispettivamente, che siano previsti o imposti dalla legge o in via convenzionale. Il codice civile non stabilisce un criterio generale di identificazione dei beni immobili ai fini della validità del contratto.

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Risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 marzo 2024| n. 5769.

In tema di risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale, la presunzione iuris tantum di esistenza del pregiudizio - configurabile per i membri della famiglia nucleare "successiva" (coniuge e figli) - si estende ai membri della famiglia "originaria" (genitori e fratelli), senza che assuma ex se rilievo il fatto che la vittima ed il superstite non convivessero o che fossero distanti; tale presunzione impone al terzo danneggiante l'onere di dimostrare che vittima e superstite fossero tra loro indifferenti o in odio, con conseguente insussistenza in concreto dell'aspetto interiore del danno risarcibile (c.d. sofferenza morale) derivante dalla perdita, ma non riguarda, invece, l'aspetto esteriore (c.d. danno dinamico-relazionale), sulla cui liquidazione incide la dimostrazione, da parte del danneggiato, dell'effettività, della consistenza e dell'intensità della relazione affettiva (desunta dalla coabitazione o da altre allegazioni fornite di prova).

Appalto ed i gravi difetti e l’azione di responsabilità extracontrattuale
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Appalto ed i gravi difetti e l’azione di responsabilità extracontrattuale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 marzo 2024| n. 5648.

In tema di appalto, i gravi difetti che, a norma dell’art. 1669, cod. civ., legittimano il committente all’azione di responsabilità extracontrattuale possono consistere in una qualsiasi alterazione, conseguente ad una insoddisfacente realizzazione dell’opera, che, pur non riguardando parti essenziali della stessa bensì quegli elementi accessori o secondari che ne consentono l’impiego duraturo cui è destinata incidono negativamente ed in modo considerevole sul godimento di essa

Inottemperanza del precedente locatario del rilascio alla scadenza e l’inadempimento del locatore all’obbligazione di consegnare l’immobile 
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Inottemperanza del precedente locatario del rilascio alla scadenza e l’inadempimento del locatore all’obbligazione di consegnare l’immobile 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 marzo 2024| n. 5782.

In tema di locazione ad uso diverso da quello abitativo, l'inottemperanza del precedente locatario all'obbligazione di rilascio alla scadenza del contratto non può essere dedotta quale sopravvenuta impossibilità della prestazione ex art. 1256 c.c. per escludere l'inadempimento del locatore all'obbligazione di consegnare l'immobile al conduttore nel termine pattuito.

Non costituisce errore revocatorio la declaratoria di improcedibilità del ricorso per omesso deposito integrale della sentenza impugnata
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Non costituisce errore revocatorio la declaratoria di improcedibilità del ricorso per omesso deposito integrale della sentenza impugnata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5270.

Non costituisce errore revocatorio, ai sensi degli artt. 391-bis, comma 1, e 395, n. 4 c.p.c., la declaratoria di improcedibilità del ricorso per omesso deposito integrale della sentenza impugnata, pur in presenza della trascrizione di quest'ultima nel ricorso e controricorso, in quanto il vizio denunciato attiene all'interpretazione e la valutazione degli atti di causa estranei al rimedio revocatorio.

In materia di contratti e la presupposizione
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In materia di contratti e la presupposizione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5234.

In materia di contratti, si ha presupposizione quando una determinata situazione di fatto o di diritto – comune ad entrambi i contraenti ed avente carattere certo e obiettivo – sia stata elevata dai contraenti stessi a presupposto condizionante il negozio, in modo tale da assurgere a fondamento, pur in mancanza di un espresso riferimento, dell’esistenza ed efficacia del contratto

La ripetizione d’indebito oggettivo è circoscritta tra il “solvens” ed il destinatario del pagamento
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La ripetizione d’indebito oggettivo è circoscritta tra il “solvens” ed il destinatario del pagamento

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5268.

La ripetizione d'indebito oggettivo, che rappresenta un'azione di natura restitutoria e non risarcitoria, a carattere personale, è circoscritta tra il "solvens" ed il destinatario del pagamento, sia che questi lo abbia incassato personalmente, sia che l'incasso sia avvenuto a mezzo di rappresentante. Ne consegue che deve essere esclusa la legittimazione passiva in proprio del rappresentante in un'azione promossa ai sensi dell'art. 2033 c.c., al fine di ottenere la restituzione di somme versate al medesimo in tale specifica qualità, spettando tale legittimazione esclusivamente al rappresentato.