Assegno di mantenimento l’avvenuta rinuncia da parte del coniuge beneficiario formulata in fase di appello
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Assegno di mantenimento l’avvenuta rinuncia da parte del coniuge beneficiario formulata in fase di appello

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 febbraio 2024| n. 4715.

In tema di assegno di mantenimento l’avvenuta rinuncia da parte del coniuge beneficiario formulata in fase di appello, non pregiudica né priva di fondamento la domanda di revoca avanzata nella medesima fase dal soggetto obbligato. Ciò in quanto le due posizioni riguardano fasi differenti, la prima il futuro, l’altra il periodo pregresso.

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Azione di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo della stampa ed il canone della verità

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 febbraio 2024| n. 4955.

In tema di azione di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo della stampa, il canone della verità si atteggia diversamente in ipotesi di esercizio del diritto di cronaca, per il quale è richiesta la continenza dei fatti narrati tanto in senso formale quanto in senso sostanziale, e di esercizio del diritto di critica, il quale non si concreta nella mera narrazione dei fatti, ma nell'espressione di un giudizio (necessariamente soggettivo) rispetto ai fatti stessi; perciò, non può pretendersi che l'opinione sia assolutamente obiettiva, potendo essere la stessa esternata anche con l'uso di un linguaggio colorito e pungente, purché non leda l'integrità morale del soggetto.

In ipotesi di abusiva costruzione su terreno demaniale
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In ipotesi di abusiva costruzione su terreno demaniale

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|23 febbraio 2024| n. 4914.

In ipotesi di abusiva costruzione su terreno demaniale, il positivo completamento della procedura di rilascio della concessione in sanatoria prevista dall'art. 32 della l. n. 47 del 1985. da accertarsi dal giudice di merito secondo i normali criteri di interpretazione dei contratti e degli atti amministrativi, supera l'originario difetto del titolo autorizzativo alla realizzazione del manufatto eretto dal privato su area di proprietà pubblica di talché al rilascio della concessione in sanatoria concernente un manufatto eretto su area demaniale consegue la configurabilità, in capo al soggetto che la ottenga, di un diritto reale sul bene, declinabile in termini di proprietà superficiaria, con esclusione dell'operatività del criterio dell'accessione.

Opposizione a decreto ingiuntivo la condanna alle spese di lite in caso di revoca integrale del decreto ingiuntivo 
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Opposizione a decreto ingiuntivo la condanna alle spese di lite in caso di revoca integrale del decreto ingiuntivo 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 febbraio 2024| n. 4860.

Anche nel giudizio di cui all’articolo 645 cod. proc. civ., la valutazione della soccombenza, ai fini della condanna alle spese, dev’essere compiuta in rapporto all’esito finale della lite, sicché il creditore opposto che veda conclusivamente riconosciuto, sebbene in parte (quand’anche minima) rispetto a quanto richiesto ed ottenuto con il monitorio, il proprio credito, se legittimamente subisce la revoca integrale del decreto ingiuntivo, non può essere tuttavia ritenuto soccombente e condannato neppure in parte al pagamento delle spese processuali, ferma restando la facoltà del giudice di disporne la compensazione

Nella vendita con spedizione il contratto di trasporto concluso tra venditore-mittente e vettore
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Nella vendita con spedizione il contratto di trasporto concluso tra venditore-mittente e vettore

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 febbraio 2024| n. 4519.

Nella vendita con spedizione disciplinata dall'articolo 1510, secondo comma, del codice civile, il contratto di trasporto concluso tra venditore-mittente e vettore, pur essendo collegato da un nesso di strumentalità con il contratto di compravendita concluso tra venditore-mittente ed acquirente-destinatario, conserva la sua autonomia ed è, pertanto, soggetto alla disciplina dettata dagli articolo 1683 e seguenti del codice civile, con la conseguenza che il venditore-mittente, anche dopo la rimessione delle cose al vettore, conserva la titolarità dei diritti nascenti dal contratto di trasporto, ivi compreso quello al risarcimento del danno da inadempimento, fino al momento in cui, arrivate le merci a destinazione (o scaduto il termine entro il quale esse sarebbero dovute arrivare), il destinatario non ne richieda la riconsegna al vettore, ai sensi dell'articolo 1689, primo comma, del codice civile.

Competenza per territorio in materia di cause relative alla protezione dei dati personali
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Competenza per territorio in materia di cause relative alla protezione dei dati personali

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|19 febbraio 2024| n. 4411.

In tema di competenza per territorio in materia di cause relative alla protezione dei dati personali, quando il Garante per la protezione dei dati personali è parte di una controversia rientrante tra quelle espressamente indicate all’articolo 152, comma 1, del D.lgs. n. 196 del 2003, ai sensi dell’articolo 10 del D.lgs. n. 150 del 2011 sono competenti, in via alternativa, il tribunale del luogo in cui il titolare del trattamento risiede o ha sede ovvero il tribunale del luogo di residenza dell’interessato. Viceversa, quando in una di tali controversie è parte in causa, come titolare del trattamento o ad altro titolo, un’amministrazione statale diversa dal Garante, in applicazione delle regole sul foro erariale, devono ritenersi competenti le sedi dell’Avvocatura distrettuale dello Stato corrispondenti al luogo in cui ha sede il titolare del trattamento o al luogo di residenza dell’interessato

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Nell’ipotesi di danni patiti dal conduttore della cosa locata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 febbraio 2024| n. 4578.

Nell'ipotesi di danni patiti dal conduttore della cosa locata, il diritto al risarcimento sussiste su base contrattuale, e discende dall'articolo 1581 del codice civile, che richiama l'articolo 1578 del codice civile, e in particolare il suo secondo comma, in quanto il danno deriva da un vizio della cosa locata, giusto il principio di diritto già affermato da questa Corte, secondo cui appunto costituiscono vizi della cosa locata, agli effetti di cui all'articolo 1578 del codice civile, quelli che incidono sulla struttura materiale della cosa, alterandone l'integrità in modo tale da impedirne o ridurne notevolmente il godimento secondo la destinazione contrattuale o legale.

Ultrapetizione in caso di accoglimento di domanda principale unitamente a quella subordinata
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Ultrapetizione in caso di accoglimento di domanda principale unitamente a quella subordinata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 febbraio 2024| n. 4535.

Sussiste violazione dell’articolo 112 cod. proc. civ. (applicabile anche al giudizio d’appello) e quindi vizio d’ultrapetizione, quando, proposte due o più domande, l’una in via principale e l’altra in via subordinata e gradata, il giudice accolga la richiesta principale e pronunci anche su quella subordinata; tale censura, tuttavia, non può essere fatta valere, per difetto d’interesse, dalla parte la cui domanda subordinata sia stata accolta unitamente a quella principale

Omesso esame di un’istanza di remissione in termini concretizza di per sé un vizio di omessa pronuncia
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Omesso esame di un’istanza di remissione in termini concretizza di per sé un vizio di omessa pronuncia

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|21 febbraio 2024| n. 4667.

L’omesso esame di un’istanza di remissione in termini concretizza di per sé un vizio di omessa pronuncia, non occorrendo che la parte che l’abbia proposta deduca uno specifico nocumento

La configurabilità dell’inosservanza del dovere di vigilanza imposto ai sindaci
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La configurabilità dell’inosservanza del dovere di vigilanza imposto ai sindaci

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|19 febbraio 2024| n. 4315.

In tema di responsabilità degli organi sociali, la configurabilità dell’inosservanza del dovere di vigilanza imposto ai sindaci dall’art. 2407, comma 2, cod. civ. non richiede l’individuazione di specifici comportamenti che si pongano espressamente in contrasto con tale dovere, ma è sufficiente che essi non abbiano rilevato una macroscopica violazione o comunque non abbiano in alcun modo reagito di fronte ad atti di dubbia legittimità e regolarità, così da non assolvere l’incarico con diligenza, correttezza e buona fede, eventualmente anche segnalando all’assemblea le irregolarità di gestione riscontrate o denunciando i fatti al Pubblico Ministero per consentirgli di provvedere ai sensi dell’art. 2409 cod. civ. Pertanto, non è richiesto per configurare la responsabilità dei sindaci, che un particolare comportamento, la cui inosservanza è idonea ad integrare una condotta omissiva dell’organo di controllo, sia espressamente previsto dalla legge: sussiste, infatti, un obbligo di attivazione e di immediata reazione dei sindaci tutte le volte in cui gli organi amministrativi abbiano compiuto atti di “mala gestio”, ricorrendo tale fattispecie anche in una situazione, in cui, in presenza di una situazione gravemente deficitaria della società, gli organi amministrativi non abbiano attuato il cd. autofallimento, così determinando, peraltro, l’aggravamento del dissesto