Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 settembre 2015, n. 19246 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – rel. Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere Dott....
Categoria: Responsabilità e deontologia professionale
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 15 settembre, n. 18077. La pretesa punitiva esercitata dal Consiglio dell’Ordine forense in relazione agli illeciti disciplinari commessi dai propri iscritti ha natura di diritto soggettivo potestativo che, sebbene di natura pubblicistica, resta soggetto a prescrizione dovendo escludersi che il termine di cui all’art. 51 del r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578 possa intendersi come un termine di decadenza, insuscettibile di interruzione o di sospensione. La previsione, da parte del citato art. 51 di un termine quinquennale di prescrizione, mentre delimita nel tempo l’inizio dell’azione disciplinare, vale anche ad assicurare il rispetto dell’esigenza che il tempo dell’irrogabilità della sanzione non venga protratto in modo indefinito, perché al procedimento amministrativo di inflizione della sanzione è da ritenere applicabile non già la regola dell’effetto interruttivo permanente della prescrizione sancito dall’art. 2945, secondo comma, cod. civ., bensì quello dell’interruzione ad effetto istantaneo di cui al precedente art. 2943 cod. civ., con la conseguente idoneità interruttiva anche dei successivi atti compiuti dal titolare dell’azione disciplinare in pendenza del relativo procedimento
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 15 settembre, n. 18077 Svolgimento del processo l’Avvocato B.P. ha depositato ricorso, illustrato con successiva memoria, con il quale chiede la cassazione della sentenza del Consiglio Nazionale Forense, con la quale è stata confermata la decisione del COA di Verona, di applicazione nei suoi confronti della sanzione disciplinare...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 15 settembre 2015, n. 18075. Se oggetto della contestazione disciplinare sono i modi, toni ed i contenuti della missiva inviata da un avvocato ad un collega e non (se non in via indiretta) la vicenda giudiziale e stragiudiziale che l’ha determinata, l’elemento soggettivo dell’illecito va innanzitutto riguardato con riferimento all’invio ad una collega di una missiva caratterizzata dai suddetti modi, toni e contenuti, dovendo escludersi invece una rilevanza immediata e diretta – al fine di indurre ad escludere l’elemento soggettivo nell’illecito contestato – della inconsapevolezza (o della consapevolezza), da parte dell’incolpato, di determinati elementi di fatto attinenti al merito della vicenda che ha occasionato l’invio della lettera in discussione e quindi della maggiore o minore consapevolezza, da parte dell’incolpato, della fondatezza o meno delle accuse mosse alla collega con la suddetta missiva
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 15 settembre 2015, n. 18075 Ritenuto in fatto Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza ha comminato all’avvocato D.R.G. la sanzione dell’avvertimento avendolo ritenuto responsabile dell’illecito disciplinare consistente nell’aver inviato alla collega D.L. una comunicazione nella quale le imputava una serie di negligenze professionali nella difesa di B.L....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 luglio 2015, n. 14639. Nell’adempimento dell’incarico professionale conferito, l’obbligo di diligenza da osservare ai sensi del combinato disposto di cui all’art. 1176 c.c., comma 2, e art. 2236 c.c., impone al professionista di assolvere, sia all’atto del conferimento del mandato che nel corso dello svolgimento del rapporto, (anche) ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, essendo tenuto a rappresentare a quest’ultimo tutte le questioni di fatto e di diritto, comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi; di richiedergli gli elementi necessari o utili in suo possesso; a sconsigliarlo dall’intraprendere o proseguire un giudizio dall’esito probabilmente sfavorevole. A tal fine incombe su di lui l’onere di fornire la prova della condotta mantenuta, insufficiente al riguardo peraltro essendo il rilascio da parte del cliente delle procure necessarie all’esercizio dello “jus postulandi”, stante la relativa inidoneità ad obiettivamente ed univocamente deporre per la compiuta informazione in ordine a tutte le circostanze indispensabili per l’assunzione da parte del cliente di una decisione pienamente consapevole sull’opportunità o meno d’iniziare un processo o intervenire in giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 luglio 2015, n. 14639 Svolgimento del processo 1. Nel luglio del 2002, la E. s.a.s. di R.F. e i suoi soci accomandatati, R.I., Ra.Ga., R. F., R.L., g. e G., convennero in giudizio il loro commercialista, dottor B.G., per sentirlo condannare al risarcimento dei danni loro causati...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 24 agosto 2015, n. 17114. Ai sensi della disciplina recata dal r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578, convertito dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36 – applicabile nella specie ratione temporis in assenza di una specifica norma di contenuto contrario l’assunzione, da parte di un avvocato, della qualità di socio nell’ambito di una società di persone, deve ritenersi dare luogo ad una situazione di incompatibilità, a prescindere dalla mancata assunzione di cariche comportanti dei poteri di gestione e di amministrazione della società medesima, censurabile con la sola adozione del provvedimento amministrativo, non sanzionatorio, della cancellazione dall’albo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 24 agosto 2015, n. 17114 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. TRIA Lucia – rel. Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. GHINOY Paola...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 5 settembre 2015, n. 17592. In tema di dichiarazioni pubbliche del magistrato e quindi di responsabilità disciplinare, spetta anche al giudice il diritto di critica sui provvedimenti giudiziari, a condizione, però, che ciò non trascenda in offese e/o riferimenti alla persona del magistrato procedente esorbitanti dal contenuto del provvedimento criticato: così, costituisce violazione dei doveri di correttezza, riservatezza ed equilibrio nonché lesione dell’immagine, dell’onore e della reputazione il criticare l’operato del magistrato sottoposto per non avere, tra l’altro, «conciliato il rispetto delle regole» per «forte mania di protagonismo e per interessi personali»
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 5 settembre 2015, n. 17592 Svolgimento del processo 1. II dott. G.T., all’epoca dei fatti giudice della sezione GIP/GUP del Tribunale di Taranto, facente funzioni di Presidente della sezione, è stato rinviato a giudizio dinanzi alla Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura sulla base delle seguenti incolpazioni:...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 4 agosto 2015, n. 16364. In merito alla carenza di diligenza del legale che commette un errore nell’individuazione del giudice competente a trattare una determinata materia
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 4 agosto 2015, n. 16364 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. PARZIALE Ippolisto – rel. Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott. ABETE...
Corte di Casaszione, sezioni unite, sentenza 23 luglio 2015, n. 15478. Il magistrato con funzioni direttive o semidirettive che nel corso di un procedimento disciplinare a suo carico viene trasferito con provvedimento cautelare non può essere assegnato ad analoghe mansioni organizzative
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 23 luglio 2015, n. 15478 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente di Sez. Dott. DI PALMA Salvatore – Consigliere Dott. BANDINI...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 16 luglio 2015, n. 14905. È legittima la sanzione disciplinare della sospensione di due mesi dall’esercizio dell’attività professionale inflitta all’avvocato che, per rimediare all’intervenuta prescrizione per il proprio assistito del diritto al risarcimento del danno derivatole da un sinistro stradale, utilizzi un altro avviso di ricevimento relativo ad altro sinistro. Lo hanno affermato le sezioni Unite civili respingendo il ricorso del legale
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 16 luglio 2015, n. 14905 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. MAZZACANE Vincenzo...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 agosto 2015, n. 16990. La responsabilità del notaio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 20 agosto 2015, n. 16990 Svolgimento del processo Con sentenza del 21/4/2011 la Corte d’Appello di Milano, in accoglimento del gravame interposto dal sig. L.P. e in conseguente riforma della pronunzia Trib. Milano n. 2598/07, ha rigettato la domanda nei confronti del medesimo proposta dai sigg. V.A. e...