Se l’arresto in flagranza è convalidato si può procedere immediatamente al giudizio direttissimo senza violare il diritto di difesa Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 25 gennaio 2017, n. 3802 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco...
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 24 gennaio 2017, n. 3624
Illegittima l’individuazione dell’indagato con una mera comparazione di fermi-immagini o frames senza elementi esterni di confronto Disattesa la doglianza concernente la dedotta inconfigurabilita’ dell’ipotesi di reato di coltivazione di sostanze stupefacenti a fronte di un accertamento circoscritto alle fasi del taglio e della raccolta delle essenze arboree, dal momento che l’esecuzione di tali attivita’ non...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 25 gennaio 2017, n. 3801
In tema di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, rileva la nozione di malattia non solo fisica ma anche della mente, di portata “più ampia di quelle concernenti l’imputabilità o i fatti di lesione personale, estendendosi fino a comprendere ogni conseguenza rilevante sulla salute psichica del soggetto passivo, dallo stato d’ansia all’insonnia, dalla...
Corte id Cassazione,s ezione VI penale, sentenza 19 dicembre 2016, n. 53739
Il sequestro conservativo per il recupero delle spese di giudizio deve avvenire pro quota in caso di più persone condannate Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 19 dicembre 2016, n. 53739 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 30 novembre 2016, n. 50812
Non può procedersi all’arresto in flagranza sulla base di informazioni della vittima o di terzi fornite nella immediatezza del fatto. Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 30 novembre 2016, n. 50812 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 21 dicembre 2016, n. 54457
Ai fini della consumazione della calunnia, occorre la specifica e circostanziata attribuzione di un fatto costituente reato a persona identificata o facilmente identificabile di cui sia nota l’innocenza. L’elemento indefettibile del delitto di calunnia consiste, infatti, nell’incolpazione, specifica e circostanziata, di taluno di cui si conosce l’innocenza di un fatto concreto, da cui derivi la...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 7 novembre 2016, n. 46627
La mera pluralità di illeciti, come lo spaccio continuativo di sostanze stupefacenti su strada, non osta al fatto che i reati rimangano ontologicamente di lieve entità se dotati di minima offensività Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 7 novembre 2016, n. 46627 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 11 ottobre 2016, n. 42951
Opera la disciplina del concorso apparente di norme, e perciò il principio di specialità, di cui all’art. 9 della legge di depenalizzazione n. 689/1981 nel caso in cui uno stesso fatto sia punito da una disposizione penale e da una disposizione che preveda una sanzione amministrativa, ovvero da una pluralità di disposizioni che prevedano sanzioni...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 28 aprile 2016, n. 17676
Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 323 c.p. occorre, tra l’altro, lo scrutinio in ordine alla valutazione della cd. doppia ingiustizia, che postula un duplice distinto apprezzamento, concernente sia la condotta che deve essere connotata da violazione di norme di legge o di regolamento, sia l’evento di vantaggio patrimoniale in quanto non...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 dicembre 2015, n. 50284. La qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio non deriva automaticamente dall’appartenenza dell’autore di una mediazione illecita ad una pubblica amministrazione, ma esige – nel caso di distacco presso un altro ufficio pubblico – che si accerti in concreto se il soggetto abbia posto in essere o abbia concorso a porre in essere atti propri dell’amministrazione presso cui è distaccato. In mancanza di tale elemento può procedersi all’applicazione dell’art. 346-bis c.p. che sanziona il traffico illecito di influenze
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 dicembre 2015, n. 50284 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....