Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 maggio 2016, n. 18727
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 maggio 2016, n. 18727

È configurabile il reato di estorsione in capo al datore di lavoro che prospetti ai propri dipendenti l’ipotesi di licenziamento in caso di mancata accettazione delle condizioni di lavoro eccessivamente penalizzanti da lui imposte. Nel caso di specie, il datore aveva subordinato l’assunzione a un accordo con cui i lavoratori si impegnavano a firmare una...

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Il giudizio sull'esistenza o meno della giusta causa di recesso costituiva giudizio di fatto, denunciabile per cassazione solo se affetto da vizi di motivazione, ed essendosi invece consolidato il principio di diritto secondo cui la giusta causa di licenziamento, quale fatto "che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, dei rapporto", è una nozione che la legge configura con una disposizione ascrivibile alla tipologia delle cosiddette clausole generali e come tale delinea un modulo generico che richiede di essere specificato in sede interpretativa, mediante la valorizzazione sia di fattori esterni relativi alla coscienza generale sia di principi che la stessa disposizione tacitamente richiama, la disapplicazione dei quali, trattandosi di specificazioni dei parametro normativo aventi natura giuridica, è deducibile in sede di legittimità come violazione di legge, rimanendo invece nell'ambito del giudizio di fatto, incensurabile in sede di legittimità se non nei limiti dell'art. 360 n. 5 c.p.c., l'accertamento della concreta ricorrenza, nel fatto dedotto in giudizio, degli elementi che integrano il parametro normativo e le sue specificazioni, nonché della loro concreta attitudine, sotto il profilo della proporzionalità, a costituire giusta causa di licenziamento. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 maggio 2016, n. 9635.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 11 maggio 2016, n. 9635 Fatto Con sentenza depositata il 12.3.2013, la Corte d’appello di Potenza rigettava il gravame proposto dall’Istituto Provinciale di Vigilanza “La Ronda” di P.P.G. e confermava la sentenza di primo grado, che aveva dichiarato l’illegittimità dei licenziamento intimato dall’azienda a C.C., condannandola a reintegrarlo...

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In tema di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo, il giudizio di proporzionalità o adeguatezza della sanzione all’illecito commesso – istituzionalmente rimesso al giudice di merito – si sostanzia nella valutazione della gravità dell’inadempimento imputato al lavoratore in relazione al concreto rapporto ed a tutte le circostanze del caso. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 26 aprile 2016, n. 8236.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 26 aprile 2016, n. 8236 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – rel. Consigliere Dott....

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È discriminatorio il licenziamento della lavoratrice che ha manifestato il proposito di sottoporsi all’estero a pratiche di inseminazione artificiale. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 aprile 2016, n. 6575.

SUPREMA CORTE  DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO  sentenza 5 aprile 2016, n. 6575 Fatto e diritto Con ricorso dei 15.3.2007 S.S. agiva nei confronti dell’avvocato C.L.G. davanti al Tribunale di Roma , quale Giudice dei Lavoro, chiedendo accertarsi la intercorrenza tra le parti di un rapporto di lavoro subordinato nel periodo 6 settembre 1993- 27 settembre...

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Non è licenziabile il dipendente che con funzioni di responsabile del settore ricerca e sviluppo, fissato un appuntamento con il direttore generale, vada in azienda per l’incontro ma faccia ritorno a casa per non essersi sentito bene, non comunicandolo al direttore stesso. Sebbene il comportamento del prestatore sia censurabile, tuttavia, non è così grave da far venire meno il vincolo fiduciario tra datore e prestatore. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 8 aprile 2016, n. 6898.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 8 aprile 2016, n. 6898 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI CERBO Vincenzo – Presidente Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola – Consigliere Dott. TRICOMI Irene – rel. Consigliere Dott. LEO...

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In tema di licenziamento disciplinare, la rilevanza penale dei fatti non fa venire meno l’obbligo di immediata contestazione, in considerazione della rilevanza che esso assume rispetto alla tutela dell’affidamento e del diritto di difesa dell’incolpato, sempre che i fatti riscontrati facciano emergere, in termini di ragionevole certezza, significativi elementi di responsabilità a suo carico. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 aprile 2016, n. 7031.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 11 aprile 2016, n. 7031 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – rel. Consigliere Dott....