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Il superamento dei limiti di rumore stabiliti dalle leggi e dai regolamenti che disciplinano le attività produttive

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|26 febbraio 2024| n. 5074.

In materia di immissioni, il superamento dei limiti di rumore stabiliti dalle leggi e dai regolamenti che disciplinano le attività produttive è, senz'altro, illecito, in quanto, se le emissioni acustiche superano la soglia di accettabilità prevista dalla normativa speciale a tutela di interessi della collettività, così pregiudicando la quiete pubblica, a maggior ragione esse, ove si risolvano in immissioni nell'ambito della proprietà del vicino, - ancor più esposto degli altri, in ragione della contiguità dei fondi, ai loro effetti dannosi - devono, per ciò solo, considerarsi intollerabili, ex art. 844 cod. civ. e, pertanto, illecite anche sotto il profilo civilistico.

La determinazione del risarcimento dovuto a titolo di danno biologico iure hereditatis
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La determinazione del risarcimento dovuto a titolo di danno biologico iure hereditatis

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|21 febbraio 2024| n. 4658.

La determinazione del risarcimento dovuto a titolo di danno biologico iure hereditatis, nel caso in cui il danneggiato sia deceduto dopo un apprezzabile lasso di tempo dall'evento lesivo, va commisurata all'invalidità temporanea rapportabile a tale periodo, ferma restando la necessità di adeguarla alle circostanze del caso concreto, tenuto conto che il pregiudizio, pur temporaneo, ha raggiunto la massima intensità, esitando nella morte e non già nella stabilizzazione dei postumi.

Nell’ordinamento processuale vigente sono ammesse sentenze di condanna condizionate
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Nell’ordinamento processuale vigente sono ammesse sentenze di condanna condizionate

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 febbraio 2024| n. 4762.

Nell’ordinamento processuale vigente sono ammesse sentenze di condanna condizionate, quanto alla loro efficacia, al verificarsi di un determinato evento futuro ed incerto, alla scadenza di un termine prestabilito o ad una controprestazione specifica, sempre che la circostanza tenuta presente sia tale per cui il suo verificarsi non richieda ulteriori accertamenti di merito da compiersi in un nuovo giudizio di cognizione

Omesso esame di elementi istruttori in quanto tale ed il vizio di omesso esame circa un fatto decisivo
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Omesso esame di elementi istruttori in quanto tale ed il vizio di omesso esame circa un fatto decisivo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 febbraio 2024| n. 4797.

L'omesso esame di elementi istruttori, in quanto tale, non integra il vizio di omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio, previsto dall’art. 360, n. 5, c.p.c quale vizio specifico denunciabile per cassazione, quando il fatto storico rappresentato, sia stato comunque preso in considerazione dal giudice, ancorché questi non abbia dato conto di tutte le risultanze probatorie astrattamente rilevanti.

Assegno di mantenimento l’avvenuta rinuncia da parte del coniuge beneficiario formulata in fase di appello
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Assegno di mantenimento l’avvenuta rinuncia da parte del coniuge beneficiario formulata in fase di appello

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 febbraio 2024| n. 4715.

In tema di assegno di mantenimento l’avvenuta rinuncia da parte del coniuge beneficiario formulata in fase di appello, non pregiudica né priva di fondamento la domanda di revoca avanzata nella medesima fase dal soggetto obbligato. Ciò in quanto le due posizioni riguardano fasi differenti, la prima il futuro, l’altra il periodo pregresso.

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Azione di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo della stampa ed il canone della verità

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 febbraio 2024| n. 4955.

In tema di azione di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo della stampa, il canone della verità si atteggia diversamente in ipotesi di esercizio del diritto di cronaca, per il quale è richiesta la continenza dei fatti narrati tanto in senso formale quanto in senso sostanziale, e di esercizio del diritto di critica, il quale non si concreta nella mera narrazione dei fatti, ma nell'espressione di un giudizio (necessariamente soggettivo) rispetto ai fatti stessi; perciò, non può pretendersi che l'opinione sia assolutamente obiettiva, potendo essere la stessa esternata anche con l'uso di un linguaggio colorito e pungente, purché non leda l'integrità morale del soggetto.

In ipotesi di abusiva costruzione su terreno demaniale
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In ipotesi di abusiva costruzione su terreno demaniale

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|23 febbraio 2024| n. 4914.

In ipotesi di abusiva costruzione su terreno demaniale, il positivo completamento della procedura di rilascio della concessione in sanatoria prevista dall'art. 32 della l. n. 47 del 1985. da accertarsi dal giudice di merito secondo i normali criteri di interpretazione dei contratti e degli atti amministrativi, supera l'originario difetto del titolo autorizzativo alla realizzazione del manufatto eretto dal privato su area di proprietà pubblica di talché al rilascio della concessione in sanatoria concernente un manufatto eretto su area demaniale consegue la configurabilità, in capo al soggetto che la ottenga, di un diritto reale sul bene, declinabile in termini di proprietà superficiaria, con esclusione dell'operatività del criterio dell'accessione.

Opposizione a decreto ingiuntivo la condanna alle spese di lite in caso di revoca integrale del decreto ingiuntivo 
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Opposizione a decreto ingiuntivo la condanna alle spese di lite in caso di revoca integrale del decreto ingiuntivo 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 febbraio 2024| n. 4860.

Anche nel giudizio di cui all’articolo 645 cod. proc. civ., la valutazione della soccombenza, ai fini della condanna alle spese, dev’essere compiuta in rapporto all’esito finale della lite, sicché il creditore opposto che veda conclusivamente riconosciuto, sebbene in parte (quand’anche minima) rispetto a quanto richiesto ed ottenuto con il monitorio, il proprio credito, se legittimamente subisce la revoca integrale del decreto ingiuntivo, non può essere tuttavia ritenuto soccombente e condannato neppure in parte al pagamento delle spese processuali, ferma restando la facoltà del giudice di disporne la compensazione

Nella vendita con spedizione il contratto di trasporto concluso tra venditore-mittente e vettore
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Nella vendita con spedizione il contratto di trasporto concluso tra venditore-mittente e vettore

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 febbraio 2024| n. 4519.

Nella vendita con spedizione disciplinata dall'articolo 1510, secondo comma, del codice civile, il contratto di trasporto concluso tra venditore-mittente e vettore, pur essendo collegato da un nesso di strumentalità con il contratto di compravendita concluso tra venditore-mittente ed acquirente-destinatario, conserva la sua autonomia ed è, pertanto, soggetto alla disciplina dettata dagli articolo 1683 e seguenti del codice civile, con la conseguenza che il venditore-mittente, anche dopo la rimessione delle cose al vettore, conserva la titolarità dei diritti nascenti dal contratto di trasporto, ivi compreso quello al risarcimento del danno da inadempimento, fino al momento in cui, arrivate le merci a destinazione (o scaduto il termine entro il quale esse sarebbero dovute arrivare), il destinatario non ne richieda la riconsegna al vettore, ai sensi dell'articolo 1689, primo comma, del codice civile.