Indennità di esproprio ed i rilievi delle parti alla c.t.u.
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Indennità di esproprio ed i rilievi delle parti alla c.t.u.

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 settembre 2024| n. 25109.

In tema di indennità di esproprio, nel procedimento di opposizione alla stima le contestazioni e i rilievi critici delle parti alla c.t.u. non sono soggette a preclusioni e possono formularsi anche nelle note conclusionali, depositate in vista della discussione orale, poiché l'art. 29 del d.lgs. n. 150 del 2011, nella formulazione ratione temporis vigente, prevede un rito celere e deformalizzato come il rito sommario.

Servitù coattiva di passaggio e impedimento d’uscita
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Servitù coattiva di passaggio e impedimento d’uscita

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 settembre 2024| n. 25088.

Servitù coattiva di passaggio e impedimento d'uscita

In tema di servitù coattiva di passaggio, costituisce impedimento d'uscita sulla pubblica via, ai sensi dell'art. 1051, comma 1, c.c., il fatto che tale accesso risulti precluso dalla legge o dalla P.A..

Direttori e disciplina della responsabilità amministratori
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Direttori e disciplina della responsabilità amministratori

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|17 settembre 2024| n. 24888.

L’art. 2396 cod. civ. assoggetta i direttori generali alla disciplina prevista per la responsabilità degli amministratori in presenza di atti di nomina formale dell’assemblea o per disposizioni dello Statuto in relazione ai compiti loro affidati

Distanze fra gli edifici ed il diritto soggettivo al risarcimento del danno od al ripristino
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Distanze fra gli edifici ed il diritto soggettivo al risarcimento del danno od al ripristino

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 settembre 2024| n. 24719.

Le norme del codice civile sulle distanze tra edifici e quelle, ivi richiamate, dei regolamenti edilizi locali, fondano e riconoscono, nelle controversie tra privati, il diritto soggettivo, di colui che si ritenga danneggiato dalla violazione al risarcimento del danno ed alla riduzione in pristino ovvero allo spostamento della costruzione alla distanza prescritta dalle dette parti normative, senza che possa in contrario rilevare il disposto dell'art. 2933 cod. civ. e l'ivi previsto divieto di distruzione pregiudizievole per l'economia nazionale.

Ammissione al passivo e pendenza in appello dell’accertamento del credito
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Ammissione al passivo e pendenza in appello dell’accertamento del credito

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 settembre 2024| n. 24806.

La pendenza del giudizio d'appello relativo all'accertamento del proprio credito non esonera il creditore dal richiederne l'insinuazione al passivo del sopravvenuto fallimento del debitore, nel rispetto dei termini fissati dalla legge, posto che la domanda d'insinuazione è atto proprio del creditore anche in caso di pronuncia favorevole in primo grado, non rinvenendosi alcun fondamento normativo per lo spostamento, in tale ipotesi, dell'onere in capo al curatore.

Separazione e prova dell’intollerabilità della convivenza
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Separazione e prova dell’intollerabilità della convivenza

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 settembre 2024| n. 24811.
In tema di separazione, la parte che chiede l'addebito della separazione all'altro coniuge, per l'inosservanza dell'obbligo di fedeltà, ha l'onere di dimostrare la relativa condotta e la sua efficacia causale nel rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza. Al contrario, spetta a chi eccepisce l'inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda, e quindi dell'infedeltà nella determinazione dell'intollerabilità della convivenza, provare le circostanze su cui l'eccezione si fonda, vale a dire l'anteriorità della crisi matrimoniale all'accertata infedeltà.

L’assegno divorzile va adeguato all’apporto fornito dal coniuge
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L’assegno divorzile va adeguato all’apporto fornito dal coniuge

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|16 settembre 2024| n. 24795.
In tema di scioglimento del matrimonio, l'assegno divorzile, avendo una funzione compensativo-perequativa, va adeguato all'apporto fornito dal coniuge richiedente che, pur in mancanza di prova della rinuncia a realistiche occasioni professionali-reddituali, dimostri di aver contribuito in maniera significativa alla vita familiare, facendosi carico in via esclusiva o preminente della cura e dell'assistenza della famiglia e dei figli, anche mettendo a disposizione, sotto qualsiasi forma, proprie risorse economiche, come il rilascio di garanzie, o proprie risorse personali e sociali, al fine di soddisfare i bisogni della famiglia e di sostenere la formazione del patrimonio familiare e personale dell'altro coniuge, restando di conseguenza assorbito l'eventuale profilo prettamente assistenziale.

L’obbligazione alternativa e l’originario concorso di due o più prestazioni
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L’obbligazione alternativa e l’originario concorso di due o più prestazioni

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|16 settembre 2024| n. 24819.

L'obbligazione alternativa presuppone l'originario concorso di due o più prestazioni, in posizione di parità e dedotte in modo disgiuntivo, nessuna delle quali può essere adempiuta prima dell'indispensabile scelta di una di esse, rimessa alla volontà di una delle parti e che diventa irrevocabile con la dichiarazione comunicata alla controparte; l'obbligazione facoltativa, invece, ha ad oggetto una prestazione principale, unica e determinata fin dall'origine, nonché, accanto a questa, una prestazione facoltativa, dovuta in via subordinata e secondaria, ove venga preferita dal creditore stesso e costituisca quindi l'oggetto di una sua specifica ed univoca opzione, esercitabile fino al momento in cui non vi sia stato l'adempimento della prestazione principale.

Mantenimento di figlio maggiorenne e l’onere della prova 
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Mantenimento di figlio maggiorenne e l’onere della prova 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 settembre 2024| n. 24731.

In ordine al mantenimento l’onere della prova della persistenza dei presupposti grava sul richiedente e pertanto in caso di figlio maggiorenne, verte sullo stesso l’onere di provare di aver curato con il maggior impegno possibile la propria preparazione professionale o tecnica e di essersi impegnato nella ricerca del lavoro. Infatti, una volta raggiunta la maggior età si presume che il soggetto sia economicamente autonomo, tale presunzione è vinta dalla prova della necessità incolpevole ad un mantenimento ulteriore.

Il muro di contenimento ed il concetto di “costruzione”
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Il muro di contenimento ed il concetto di “costruzione”

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 settembre 2024| n. 24842.

In tema di distanze legali, il muro di contenimento di una scarpata o di un terrapieno naturale non può considerarsi "costruzione" agli effetti della disciplina di cui all'art. 873 c.c. per la parte che adempie alla sua specifica funzione di sostegno e contenimento, dalle fondamenta al livello del fondo superiore, qualunque sia l'altezza della parete naturale o della scarpata o del terrapieno cui aderisce, impedendone lo smottamento, dovendosi escludere la qualifica di costruzione anche se una faccia non si presenti come isolata e l'altezza possa superare i tre metri, qualora tale sia l'altezza del terrapieno o della scarpata.