Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 13 ottobre 2015, n. 20585 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 luglio 2015, n. 13630. Il requisito della incollocazione al lavoro – e, attualmente, il requisito del mancato svolgimento di attività lavorativa, previsto dallaart. 35, comma 1, della legge 24 dicembre 2007, n. 247, che ha sostituito il testo dell’art.13 della legge 30 marzo 1971, n. 118, – rappresenta, al pari del requisito della ridotta capacità lavorativa e del requisito reddituale, un elemento costitutivo del diritto all’assegno di invalidità civile, la cui dalla L. 30 marzo 1971, n. 118, artt. 12 e 13 il requisito economico ed il requisito dell’incollocazione integrano (diversamente dal requisito reddituale in relazione alle prestazioni pensionistiche dell’I.N.P.S.) non già una mera condizione di erogabilità della prestazione ma , al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo della pretesa – la cui prova è a carico del soggetto richiedente la prestazione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 2 luglio 2015, n. 13630 Fatto e diritto «Con sentenza n. 1405/2011 depositata in data 28 settembre 2011, la Corte di appello di Palermo, in riforma della decisione resa dal Tribunale di Marsala, riconosceva in favore di N.G. G. l’assegno mensile di invalidità con decorrenza dall’1/12/2006 (primo giorno...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 giugno 2015, n. 11744. Un atto di costituzione in mora del debitore, per produrre i suoi effetti e, in particolare, l’effetto interruttivo della prescrizione, deve essere diretto al suo legittimo destinatario, ma non è soggetto a particolari modalità di trasmissione, né alla normativa sulla notificazione degli atti giudiziari. Pertanto, nel caso in cui detta intimazione sia inoltrata con raccomandata a mezzo del servizio postale, la sua ricezione da parte del destinatario può essere provata anche sulla base della presunzione di recepimento fondata sull’arrivo della raccomandata all’indirizzo del destinatario, che dovrà, dal suo canto, provare di non averne avuta conoscenza senza sua colpa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 giugno 2015, n. 11744 1 – Considerato che è stata depositata relazione del seguente contenuto: «L’I.N.P.S. proponeva appello, nei confronti di G.P. e della E.TR. S.p.A., contro la sentenza con cui il Tribunale di Catanzaro aveva accolto l’opposizione proposta dal medesimo P. avverso la cartella esattoriale per...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 21 gennaio 2015, n. 930. Il principio secondo il quale in tema di liquidazione delle spese giudiziali e nel caso di soccombenza reciproca, non prevedendo nessuna norma un criterio di valutazione della prevalenza della soccombenza che si basi sul numero di domande accolte o respinte, per ciascuna di esse, dovendo essere valutato l'oggetto della lite nel suo complesso
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 21 gennaio 2015, n. 930 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 12 gennaio 2015, n. 262. Nel caso di trasformazione, in un unico rapporto di lavoro a tempo indeterminato, di più contratti a termine succedutisi fra le stesse parti, per effetto dell'illegittimità dell'apposizione del termine, l'indennità risarcitoria, dovuta ai sensi dell'art. 32, comma 5, della legge 4 novembre 2010, n. 183, ristora per intero il pregiudizio subito dal lavoratore, comprendendo tutti i danni retributivi e contributivi causati dalla perdita del lavoro a causa dell'illegittima apposizione del termine, con riferimento agli intervalli non lavorati fra l'uno e l'altro rapporto a termine; al contrario, i "periodi lavorati", non solo nel primo, ma anche nei successivi contratti del periodo intermedio, una volta inseriti nell'unico rapporto a tempo indeterminato, fanno parte dell'anzianità retributiva e devono essere considerati ai fini della quantificazione degli aumenti periodici di anzianità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 12 gennaio 2015, n. 262 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere Dott. MAROTTA...
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