Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 21 ottobre 2015, n. 42230 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....
Tag: Relatore GENTILI Andrea
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 giugno 2015, n. 24958. In tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente il giudice che emette il provvedimento ablativo è tenuto soltanto ad indicare l’importo complessivo da sequestrare, mentre l’individuazione specifica del bene è riservata alla fase esecutiva, con la conseguenza che una contestazione da parte dell’indagato relativa ai beni non può essere proposta mediante richiesta di riesame ma attraverso incidente di esecuzione con tutto ciò che consegue in termini di diversa disciplina. Là dove l’individuazione dei beni da sequestrare avvenga in sede esecutiva il terzo può rivendicare l’esclusiva titolarità o disponibilità del bene attraverso la richiesta di riesame in quanto finisce per mettere in discussione la stessa legittimità del sequestro proprio perché realizzato nei suoi confronti
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 giugno 2015, n. 24958 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 giugno 2015, n. 25316. Ai fini della punibilità della coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, l’offensività della condotta consiste nella sua idoneità a produrre la sostanza per il consumo, attese la formulazione delle norme e la ratio della disciplina, anche comunitaria, in materia, sicché non rileva la quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, ma la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre la sostanza stupefacente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 giugno 2015, n. 25316 Ritenuto in fatto Con sentenza del 7 maggio 2014 la Corte di appello di Cagliari, riqualificato il fatto contestato a M.S. non più come violazione dell’art. 73, comma 1, dei d.p.r. n. 309 dei 1990, attenuato ai sensi del comma 5 della medesima...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 maggio 2015, n. 20380. Non e’ soggetta al vaglio della Suprema Corte la attivita’ di interpretazione e di valutazione delle risultanze probatorio costituite dalle intercettazioni telefoniche in quanto in tale materia, costituisce appunto questione di fatto, rimessa all’esclusiva competenza del giudice di merito, l’interpretazione e la valutazione del contenuto delle conversazioni, il cui apprezzamento non puo’ essere sindacato in sede di legittimita’ se non nei limiti della manifesta illogicita’ ed irragionevolezza della motivazione con cui esse sono recepite
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 maggio 2015, n. 20380 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere Dott. SCARCELLA...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 maggio 2015, n. 18654. Il versamento tardivo all’Inps delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei propri dipendenti non esclude il dolo del datore di lavoro
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 maggio 2015, n. 18654 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 aprile 2015, n. 16889. Pur non essendo infrequente nella giurisprudenza di legittimità l’affermazione dell’irrilevanza penale della pratica del gioco di carte denominato Texas hold’em (ovvero il poker texano), tuttavia esso esula dalla qualificazione come “gioco d’azzardo” ove lo stesso sia svolto secondo la modalità “torneo” e nel caso in cui sia presente la previsione di quote predeterminate di partecipazione a detto torneo per ciascun giocatore, che siano di importo minimo o, comunque, contenuto e purchè, infine, siano altresì soddisfatte ulteriori condizion
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 aprile 2015, n. 16889 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 marzo 2015, n. 12244. Applicabilità dell’art. 275, comma 2-bis, c.p.p. (che vieta l’applicazione di misure cautelari privative della libertà personale se il giudice ritiene che con la sentenza definitiva potrà essere concessa la sospensione condizionale della pena) anche rispetto alle misure cautelari previste per i minorenni.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 marzo 2015, n. 12244 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 marzo 2015, n. 8979. Per trasporti episodici, occasionali di rifiuti non pericolosi, privi dei caratteri sopra illustrati, le imprese che li producono, pur non essendo tenute all'obbligo di iscrizione nell'albo nazionale gestori ambientali, anziché provvedere al trasporto con mezzi propri, debbono rivolgersi ad imprese esercenti servizi di smaltimento, regolarmente autorizzate ed iscritte all'albo gestori ambientali; laddove, tuttavia, eseguano il trasporto di rifiuti con mezzi propri e non autorizzati, ciò integra il reato previsto dall'art. 256, co. 1, d. lgs. n. 152 del 2006
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 marzo 2015, n. 8979 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio Felice – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 marzo 2015, n. 9633. Il gestore di un esercizio commerciale è responsabile del reato di cui all'art. 659 c.p., comma 1, per i continui schiamazzi e rumori provocati dagli avventori dello stesso, con disturbo delle persone. Infatti la qualità di titolare della gestione dell'esercizio pubblico comporta l'assunzione dell'obbligo giuridico di controllare che la frequentazione del locale da parte dei clienti non sfoci in condotte contrastanti con le norme concernenti la polizia di sicurezza. Perché, però, l'evento possa essere addebitato al gestore dell'esercizio commerciale è necessario che esso sia riconducibile al mancato esercizio del potere di controllo e sia quindi collegato da nesso di causalità con tale omissione. Laddove gli schiamazzi o i rumori avvengano all'interno dell'esercizio non c'è dubbio che il gestore abbia la possibilità di assolvere l'obbligo di controllo degli avventori, impedendo loro comportamenti che si pongano in contrasto con le norme di polizia di sicurezza, ricorrendo, ove necessario, al cosiddetto ius excludendi in danno di coloro che, con il loro comportamento, realizzino tale contrasto. Ma se il disturbo del riposo e delle occupazioni da parte degli avventori dell'esercizio pubblico avvenga, come nell'occasione, all'esterno del locale, per poter configurare la responsabilità del gestore è necessario quanto meno fornire elementi atti a evidenziare che egli non abbia esercitato il potere di controllo e che a tale omissione sia riconducibile la verificazione dell'evento
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 marzo 2015, n. 9633 Ritenuto in fatto Con ordinanza del 10 ottobre 2014 il Tribunale di Torino ha rigettato la richiesta di riesame formulata dal M.S. avverso il provvedimento di sequestro preventivo disposto nei confronti dell’esercizio pubblico da quello gestito, denominato (omissis) , con decreto del Gip...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 dicembre 2014, n. 49990. Nel delitto di violenza sessuale, la nozione di "abuso di autorità", quale forma di costrizione insieme alla violenza e alla minaccia, va intesa in senso ampio, non richiedendosi tra reo e vittima un rapporto di carattere formale e pubblicistico, comprendendo qualsiasi forma di supremazia della quale possa avvalersi l'agente nei confronti della persona offesa. Inoltre, nel valutare l'applicazione dell'attenuante del "fatto di minore gravità" di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p., deve farsi riferimento a tutte le modalità che hanno caratterizzato la condotta criminosa, avendo rilievo, più che la quantità di violenza fisica, la qualità dell'atto compiuto, e, quindi, il grado di coartazione esercitato sulla vittima, le condizioni fisiche e mentali di quest'ultima, nonché il danno alla stessa concretamente provocato, anche in termini psichici
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 dicembre 2014, n. 49990 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere Dott. SCARCELLA...