Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 febbraio 2016, n. 7521 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza 20.05.2013 la Corte di Appello di Napoli confermava la pronuncia con cui, il precedente 03.08.2009, il g.o.t. del Tribunale di Napoli, all’esito dei relativo processo condotto con le forme del rito abbreviato, aveva dichiarato B.C. colpevole dei...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 gennaio 2016, n. 3744. E’ illegittimo ricavare i gravi indizi di colpevolezza, in ordine al coinvolgimento nel reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, da elementi sostanzialmente neutri, donde la necessità di una motivazione del provvedimento cautelare che dia conto dell’idoneità delle circostanze indiziarie a dar prova della stabile e consapevole partecipazione del prevenuto al gruppo criminale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 gennaio 2016, n. 3744 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. TRONCI A. – rel. Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott. SCALIA Laura – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6623. Da una parte l’art. 143 cod. proc. pen. non contiene alcuna sanzione processuale per gli atti in relazione ai quali è stata omessa l’obbligatoria traduzione – tanto meno ne sancisce espressamente la nullità – dall’altra la norma contiene un esplicito riferimento alla finalità della traduzione: quella di consentire l’esercizio dei diritti e delle facoltà della difesa. Se ne può, quindi, ragionevolmente dedurre che l’omessa (o comunque, non tempestiva) traduzione non attiene alla struttura dell’atto – quindi non ne determina la nullità, non rientrando in alcuna delle nullità di ordine generale di cui all’art. 178 cod. proc. pen. – ma concerne la sua efficacia e, quindi, eventualmente può incidere sulla validità degli atti successivi e conseguenti all’atto non tradotto. L’omissione dell’adempimento non incide sulla perfezione e sulla validità dell’atto stesso ma sulla sua efficacia, con la conseguenza che la traduzione può essere successivamente disposta, determinandosi una sorta di restituzione nel termine, con riferimento al momento produttivo degli effetti, per consentirne l’eventuale impugnazione da parte dell’indagato/imputato alloglotta
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 febbraio 2016, n. 6623 Ritenuto in fatto 1. Con l’ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale di Catania respingeva la richiesta di riesame proposta nell’interesse di D.C.I.M. avverso quella del G.I.P. dello stesso Tribunale applicativa della misura della custodia cautelare in carcere in relazione al delitto di favoreggiamento...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 gennaio 2016, n. 3043. In tema a di trasferimento fraudolento di valori; da un lato, l’attività del concorrente si può estrinsecare: a) sia in capo al soggetto che risulti formalmente intestatario della quota, che nella realtà appartiene al socio occulto; b) sia in capo al soggetto che, essendo socio effettivo e non mero prestanome, accetta consapevolmente che nella sua società entri un soggetto come socio occulto attraverso la presenza di un prestanome. Quanto, poi, al profilo soggettivo, solo la totale inconsapevolezza del fine illecito in base al quale la persona sottoposta, o sottoponibile, a misure di prevenzione patrimoniale patrimoniale agisce, può assumere rilievo in ordine all’esclusione della sussistenza dell’elemento soggettivo del reato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 gennaio 2016, n. 3043 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESATA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 gennaio 2016, n. 2281. Truffa aggravata e abuso di ufficio per i dipendenti del Tar che – in assenza specifici poteri – stipulino convenzioni telefoniche con le compagnie sul mercato, in nome e per conto del tribunale
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 20 gennaio 2016, n. 2281 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere Dott. AIELLI Lucia – Consigliere Dott. BELTRANI Sergio...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 febbraio 2016, n. 5545. Per integrare il reato ex art. 336 cod. pen. non è necessaria una intimidazione diretta o personale nei confronti del pubblico ufficiale, ma è sufficiente l’impiego dì qualsiasi forma di coazione, diretta o indiretta o soltanto morale, idonea a condizionare la sua libertà di scelta, anche comportamenti o propositi autolesivi del soggetto agente, che – per l’intrinseca ingiustizia del male che prospettano – risultino specificamente atti a intralciare l’esercizio della pubblica funzione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 febbraio 2016, n. 5545 Ritenuto in fatto 1. II Tribunale di Firenze ha rigettato la richiesta di convalida dell’arresto in flagranza di K.K. per il reato ex art. 336 cod. pen., ritenendo che la sua condotta non ha integrato una minaccia ai carabinieri intervenuti nella abitazione in...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 febbraio 2016, n. 4635. La valutazione concernente il pericolo di fuga, quale esigenza cautelare legittimante la adozione di idonee misura volte a contrastarlo, deve fondarsi su elementi che evidenzino la concretezza di tale pericolo, i quali, sebbene non richiedano la presenza di segni di un’attività già in atto, richiede, comunque la sussistenza di elementi indicativi della volontà dell’indagato di sottrarsi alla giustizia, non essendo a tale fine sufficiente la considerazione delle particolari condizioni soggettive in cui, in via di fatto, venga a trovarsi l’indagato; in tal senso, ad esempio, è stata esclusa la loro sussistenza sulla base del semplice dato di fatto che il soggetto indagato avesse, per la professione esercitata, agevoli e plurimi contatti con l’estero; per ciò che attiene in senso più specifico alla insufficienza dimostrativa, ai fini della sussistenza della predetta esigenza cautelare, del fatto che l’indagato abbia oltreconfine la disponibilità di mezzi e di strutture, osservando che siffatti elementi non costituiscono di per sé fattori sintomatici per affermare la esistenza del pericolo concreto ed attuale di fuga. Né è a tal fine sufficiente la mera residenza all’estero dell’indagato, ove questa non si accompagni, date le sue concrete modalità, ad altri elementi volti a corroborare l’affermazione che essa sia finalizzata al sottrarsi alla giurisdizione nazionale, quali, in via esemplificativa e non esaustiva, la collocazione temporale di tale migrazione, la esistenza o meno di un apprezzabile motivo per siffatta permanenza all’estero, ovvero ancora le espressione di ripetute manifestazioni di sfiducia nei confronti del sistema giudiziario nazionale, il trasferimento verso uno Stato che non coltivi rapporti di collaborazione giudiziaria con quello italiano o la pretestuosità delle giustificazioni accampate onde non aderire agli inviti a fare rientro in sul territorio dello Stato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 febbraio 2016, n. 4635 Ritenuto in fatto Il Tribunale di Torino, con ordinanza del 18 dicembre 2014, accogliendo parzialmente il ricorso del Pm avverso il provvedimento con il quale il Gip di Vercelli aveva rigettato la richiesta di applicazione di misura cautelare nei confronti di G.P. e...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 gennaio 2016, n. 1166. Costituisce concreto e specifico elemento fattuale, idoneo a comprovare il pericolo di recidivanza, la circostanza che l’autore del fatto doti l’autovettura utilizzata per il trasporto di sostanza stupefacente di una telecamera che consenta il monitoraggio dell’ambiente esterno, rimanendo irrilevante la momentanea disattivazione di essa, essendo possibile in ogni momento il ripristino della sua funzionalità
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 gennaio 2016, n. 1166 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. DI STASI Antonella – rel. Consigliere Dott. MENGONI Enrico – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 gennaio 2016, n. 1096. Censurato un provvedimento fondato, quanto all’esigenza di cautela probatoria, sulle dichiarazioni rese dall’indagato nel corso dell’interrogatorio di garanzia e su una condotta latamente manipolatoria del corpo del reato, nonché carente della precisazione delle fonti su cui avrebbe inciso la condotta mistificatoria, così come basato, in punto di rischio di ricaduta nel crimine, sulla possibilità di accesso – diretto o mediato – al denaro pubblico legata alla carica di parlamentare nelle more assunta dall’indiziato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 gennaio 2016, n. 1096 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. COSTANZO Angelo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluig – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 gennaio 2016, n. 10. In tema di scelta delle misure cautelari, ai fini della motivazione del provvedimento relativo alla misura della custodia cautelare in carcere, non è necessaria un’analitica dimostrazione delle ragioni che rendono inadeguata ogni altra misura, ma è sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici tratti dalla natura e dalle modalità di commissione dei reati nonché dalla personalità dell’indagato, gli elementi specifici che inducono ragionevolmente a ritenere la custodia in carcere come la misura più adeguata al fine di impedire la prosecuzione dell’attività criminosa, rimanendo, in tal modo, assorbita l’ulteriore dimostrazione dell’inidoneità delle altre misure coercitive
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 gennaio 2016, n. 10 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. COSTANZO Angelo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – rel. Consigliere Dott....