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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 giugno 2016, n. 12823

Il licenziamento del dirigente non richiede necessariamente un giustificato motivo oggettivo ed è consentito in tutti i casi in cui sia stato adottato in funzione di una ristrutturazione aziendale dettata da scelte imprenditoriali non arbitrarie, non pretestuose e non persecutorie. Tali scelte non debbono necessariamente coincidere con l’impossibilità della continuazione del rapporto o con una...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 1 luglio 2016, n. 13512

Per stabilire in concreto l’esistenza di una giusta causa di licenziamento, occorre compiere una valutazione di gravità dei fatti addebitati al lavoratore e di proporzionalità tra i fatti contestati e la sanzione inflitta (insindacabile in cassazione se adeguatamente motivata), avuto riguardo agli specifici elementi oggettivi e soggettivi che definiscono il caso concreto e, quindi, sulla...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 giugno 2016, n. 12205

La valutazione della proporzionalita’ tra il comportamento illecito del lavoratore dipendente e la sanzione irrogata sul piano disciplinare costituisce un apprezzamento di fatto che deve essere condotto non in astratto ma con specifico riferimento a tutte le circostanze del caso concreto, inquadrando l’addebito nelle specifiche modalita’ del rapporto e tenendo conto non solo della natura...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 giugno 2016, n. 11868

a) il principio della immutabilità della contestazione non impedisce al datore di lavoro, nei casi di sospensione del procedimento disciplinare per la contestuale pendenza del processo penale relativo ai medesimi fatti, di utilizzare, all’atto della riattivazione del procedimento, gli accertamenti compiuti in sede penale per meglio circoscrivere l’addebito, ricompreso in quello originario, purché ciò avvenga...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 30 maggio 2016, n. 11130

Licenziamento per il dirigente medico della Asl che nell’ambito della sua attività libero professionale extra moenia rilasci un certificato di idoneità per il conseguimento del porto d’armi   Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 30 maggio 2016, n. 11130 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 giugno 2016, n. 11630

In tema di licenziamento, la nozione di giusta causa è nozione legale e il giudice non è vincolato alle previsioni di condotte integranti giusta causa contenute nei contratti collettivi; tuttavia ciò non esclude che ben possa il giudice far riferimento ai contratti collettivi e alle valutazioni che le parti sociali compiono in ordine alla valutazione...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 25 maggio 2016, n. 10839

Nullo perché non tempestivo il licenziamento disciplinare del dipendente di un istituto di credito. Il meccanismo di controllo centralizzato utilizzato dalla banca per il monitoraggio che segnalava subito le operazioni potenzialmente anomale consentiva di evitare il ritardo nella contestazione Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 25 maggio 2016, n. 10839 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 18 maggio 2016, n. 10252

In base al fondamentale ed inderogabile principio dell’immutabilità delle ragioni del recesso, il datore di lavoro non ha l’onere di specificare dettagliatamente le giornate di assenza del dipendente ma se lo fa (come nel caso in esame visto che nella lettera di recesso era stato allegato un prospetto indicante le assenze effettuate) non può poi,...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 maggio 2016, n. 9904.

Il lavoratore non è licenziabile sulla supposta irregolarità della timbratura del badge quando il sistema stesso sia poco affidabile e preveda come nel caso concreto la rilevazione del cartellino a meno di 3 metri dal lettore Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 maggio 2016, n. 9904 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 maggio 2016, n. 10069

a) “Il datore di lavoro ha il potere, ma non l’obbligo, di controllare in modo continuo ed assiduo i propri dipendenti contestando loro immediatamente qualsiasi infrazione al fine di evitarne un possibile aggravamento: un obbligo siffatto, non previsto da alcuna norma di legge ne’ desumibile dai principi di correttezza e buona fede di cui agli...