In tema di giudizio di cassazione, sono precluse al giudice di legittimità la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata e l’autonoma adozione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, indicati dal ricorrente come maggiormente plausibili o dotati di una migliore capacità esplicativa rispetto a quelli adottati dal giudice del merito). Del resto, agli effetti del reato di cui all’art. 337 c.p., costituisce violenza qualsiasi energia fisica esercitata volutamente per impedire il compimento dell’atto da parte del pubblico ufficiale: integra, pertanto, il delitto di resistenza l’azione di colui che mediante spintoni riesce a sottrarsi, sia pure momentaneamente, alla presa dell’agente di polizia nel tentativo di disfarsi, con la fuga, della droga che reca con sé.

Sentenza dell’11 gennaio 2018, n. 830
ud. 07-12-2017

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE QUARTA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente –
Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere –
Dott. BRUNO Maria Rosaria – Consigliere –
Dott. CENCI Daniele – Consigliere –
Dott. PICARDI Francesca – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
C.R., nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/11/2016 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FRANCESCA PICARDI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SPINACI SANTE che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Svolgimento del processo

1. La Corte di Appello di Bari, con sentenza emessa all’udienza del 18 novembre 2016 e depositata in data 27 gennaio 2017, ha confermato la sentenza di condanna a mesi 9 di reclusione ed Euro 300,00 di multa, emessa all’esito del giudizio abbreviato dal G.u.p. presso il Tribunale per i minorenni di Bari, nei confronti di C.R. per i reati contestati a) di concorso in tentato furto aggravato in abitazione e b) di resistenza a pubblico ufficiale, commessi in data (OMISSIS), ritenuta la diminuente della minore età equivalente all’aggravante.
Avverso la sentenza della Corte di Appello ha proposto ricorso per cassazione in data 9 marzo 2017 C.R. a mezzo del suo difensore.
2. Con il primo motivo ex art. 606 c.p.p., lett. b si è dedotta l’erronea applicazione degli artt. 56, 624, 635 e 337 c.p., anche alla luce della sentenza di assoluzione emessa nei confronti del coimputato maggiorenne, da un lato, non essendo sufficiente ai fini della configurazione del tentativo la mera intenzione dell’agente e dovendo valutarsi la idoneità degli atti a commettere il reato in modo non equivoco in considerazione della situazione nota all’agente al momento dell’azione e, dall’altro, non potendo ravvisarsi la resistenza a pubblico ufficiale in presenza di mera fuga e gesti istintivi di disobbedienza o resistenza passiva; con il secondo motivo ex art. 606 c.p.p., lett. b ed e si è dedotta la manifesta illogicità della motivazione e la violazione degli artt. 133 e 62 bis c.p., mancando un’adeguata motivazione in ordine al trattamento sanzionatorio ed alla mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche ed al riconoscimento dei benefici di legge.
3.In data 13 novembre 2017 il difensore dell’imputato ha prodotto ai sensi dell’art. 238 bis c.p.p. la sentenza di assoluzione del Tribunale di Foggia, emessa in data 3 novembre 2016 e depositata in data 11 gennaio 2017, divenuta irrevocabile in data 3 marzo 2017, nei confronti di C.D. coimputato di maggiore età relativamente al reato di cui al capo a).

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