Appalto privato e l’obbligazione collaterale di versamento del trattamento previdenziale e retributivo dei lavoratori
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Appalto privato e l’obbligazione collaterale di versamento del trattamento previdenziale e retributivo dei lavoratori

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|10 giugno 2024| n. 16075.

In tema di appalto privato, l'obbligazione collaterale di versamento del trattamento previdenziale e retributivo dei lavoratori, non determina la contitolarità del debito contributivo ma la "responsabilità di garanzia" del coobbligato committente, ai sensi dell'art. 29, comma 2, del d.lgs. n. 276 del 2003; ne consegue che il predetto, dopo aver soddisfatto il credito, in caso di inadempimento del datore di lavoro può agire in regresso nei confronti di quest'ultimo per l'intero importo pagato.

Non costituisce domanda nuova la prospettazione in appello di una qualificazione giuridica del contratto
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Non costituisce domanda nuova la prospettazione in appello di una qualificazione giuridica del contratto

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|3 giugno 2024| n. 15470.

Non costituisce domanda nuova, ai sensi dell’articolo 345 cod. proc. civ., la prospettazione, in appello, di una qualificazione giuridica del contratto oggetto del giudizio diversa da quella effettuata dalla parte in primo grado, ove basata sui medesimi fatti

Il chiamato all’eredità investito della nuda proprietà di un immobile e l’accettazione tacita
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Il chiamato all’eredità investito della nuda proprietà di un immobile e l’accettazione tacita

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|3 giugno 2024| n. 15468.

Il chiamato all'eredità investito della nuda proprietà di un immobile, con l'occupazione di quest'ultimo esercita il possesso corrispondente alla nuda proprietà, secondo la definizione dell'art. 1140 c.c., ancorché sul medesimo cespite insista il possesso dell'usufruttuario generale dei beni ereditari, ed acquista, pertanto, la qualità di erede in base al meccanismo di cui all'art. 485 c.c..

L’opposizione a decreto ingiuntivo proposta da un soggetto nella qualità di erede dell’ingiunto costituisce accettazione tacita dell’eredità
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L’opposizione a decreto ingiuntivo proposta da un soggetto nella qualità di erede dell’ingiunto costituisce accettazione tacita dell’eredità

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|3 giugno 2024| n. 15504.

L'opposizione a decreto ingiuntivo proposta da un soggetto nella qualità di erede dell'ingiunto costituisce accettazione tacita dell'eredità, senza che assuma alcuna rilevanza la circostanza che tale opposizione sia stata dichiarata inammissibile, posto che l'accettazione dell'eredità, a tutela della stabilità degli effetti connessi alla successione mortis causa, si configura come atto puro ed irrevocabile e quindi insuscettibile di essere caducato da eventi successivi.

La cessione gratuita della quota di partecipazione ad una cooperativa edilizi integra donazione indiretta dell’immobile
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La cessione gratuita della quota di partecipazione ad una cooperativa edilizi integra donazione indiretta dell’immobile

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 giugno 2024| n. 15517.

La cessione gratuita della quota di partecipazione ad una cooperativa edilizia, finalizzata all'assegnazione dell'alloggio in favore del cessionario, integra donazione indiretta dell'immobile, soggetta, in morte del donante, alla collazione ex art. 746 c.c., giacché tale quota esprime non una semplice aspettativa, ma un vero e proprio credito all'attribuzione dell'alloggio.

L’attore non è legittimato a impugnare per incompetenza la pronuncia del giudice da lui adito ancorché sfavorevole nel merito
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L’attore non è legittimato a impugnare per incompetenza la pronuncia del giudice da lui adito ancorché sfavorevole nel merito

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|4 giugno 2024| n. 15563.

L'attore non è legittimato a impugnare per incompetenza la pronuncia del giudice da lui adito, ancorché sfavorevole nel merito, poiché il riconoscimento della competenza, desumibile dalla proposizione della domanda, esclude la sua soccombenza sul punto.

Nei giudizi di divisione la prova della comproprietà dei beni da dividere non è quella rigorosa 
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Nei giudizi di divisione la prova della comproprietà dei beni da dividere non è quella rigorosa 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 giugno 2024| n. 15573.

Nei giudizi di divisione la prova della comproprietà dei beni da dividere non è quella rigorosa richiesta in caso di azione di rivendicazione o di accertamento positivo della proprietà, atteso che la divisione, oltre a non operare alcun trasferimento di diritti dall'uno all'altro condividente, è volta a far accertare un diritto comune a tutte le parti in causa e non la proprietà dell'attore con negazione di quella dei convenuti, sicché, non si può escludere a priori la rilevanza della non contestazione e, a fortiori, dell'esplicito o implicito riconoscimento dell'appartenenza dei beni ai coeredi.

La responsabilità precontrattuale derivante dalla violazione della regola di condotta costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale
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La responsabilità precontrattuale derivante dalla violazione della regola di condotta costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 giugno 2024| n. 15643.

La responsabilità precontrattuale derivante dalla violazione della regola di condotta, posta dall’art. 1337 cod. civ. a tutela del corretto dipanarsi dell’iter formativo del negozio, costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale, cui vanno applicate le relative regole in tema di distribuzione dell’onere della prova. In particolare, il danno risarcibile, resta circoscritto al c.d. interesse negativo, quale interesse al ristoro delle conseguenze della lesione della libertà negoziale, perpetrata con l’illecito precontrattuale

Morte conducente ed omessa apposizione di barriera protettiva al margine della carreggiata
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Morte conducente ed omessa apposizione di barriera protettiva al margine della carreggiata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 giugno 2024| n. 15513.

Nella morte del conducente di un veicolo a causa di un sinistro stradale verificatosi su di un tratto stradale privo di qualsiasi barriera di sicurezza e la presenza di un albero in prossimità della carreggiata ad una distanza inferiore a quella prevista dalla normativa, essendo oggettiva la mancata manutenzione del custode della strada ne consegue la logica presunzione della resposnabilità di cui all’art. 2051 c.c. sussistendo il nesso causale tra la mancata apposizione di barriere ed il sinistro da cui è scaturito l’evento morte.

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In tema di circolazione prohibente domino

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|30 maggio 2024| n. 15237.

In tema di circolazione prohibente domino, il proprietario risponde dei danni causati dal veicolo se lo affida a persona a cui venga poi sottratto da un terzo con violenza, minaccia o effrazione, se l'affidatario non ha adottato tutte le concrete misure esigibili, in base all'ordinaria diligenza, per evitarne la circolazione.