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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 4 gennaio 2016, n. 1. Affinché una sentenza possa considerarsi affetta da errore revocatorio è necessario che la errata supposizione della sussistenza o insussistenza di un fatto sia espressa e non implicita: in altri termini, è necessario che la motivazione della sentenza che si assume affetta da errore revocatorio dia espressamente atto della esistenza di un fatto la cui verità sia incontrovertibilmente esclusa o della inesistenza di un fatto la cui verità sia positivamente stabilita

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 4 gennaio 2016, n. 1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CICALA Mario – Presidente Dott. IACOBELLIS Marcello – Consigliere Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 gennaio 21016, n. 496. In tema di inidoneità fisica al lavoro, l’impossibilità di utilizzazione di un apprendista in mansioni equivalenti, in ambiente compatibile con il suo stato di salute e con disponibilità di personale che possa fornire la necessaria formazione, deve essere provata dal datore di lavoro, sul quale incombe anche l’onere di contrastare eventuali allegazioni del prestatore di lavoro, nei cui confronti è esigibile però una collaborazione nell’accertamento di un possibile “repechage” in ordine all’esistenza di altri posti di lavoro nei quali possa essere ricollocato. Se dunque l’impossibilità di utilizzazione del lavoratore deve essere provata dal datore di lavoro, costituendo uno degli elementi che costituiscono il presupposto di fatto ed il requisito giuridico per la legittimità dell’esercizio del potere di assegnazione delle mansioni nel caso di inidoneità lavorativa del lavoratore, peraltro, al datore di lavoro non può chiedersi una prova assoluta ed inconfutabile, atteso che la concreta possibilità di diverso impiego del dipendente può emergere solo nel contraddittorio con le parti. Se dunque il datore di lavoro ha l’onere di provare, anche mediante elementi presuntivi ed indiziali, l’impossibilità di una differente utilizzazione del lavoratore in mansioni diverse compatibili, tale prova, tuttavia, non deve essere intesa in modo rigido, dovendosi esigere dallo stesso lavoratore che impugni il licenziamento una collaborazione nell’accertamento di un possibile repechage, mediante l’allegazione dell’esistenza di altri posti di lavoro nei quali egli poteva essere utilmente ricollocato, e conseguendo a tale allegazione l’onere del datore di lavoro di provare la non utilizzabilità nei posti predetti

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 14 gennaio 21016, n. 496 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente – Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere – Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere – Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 15 gennaio 2016, n. 655. I crediti iscritti a ruolo ed azionati da società concessionarie per la riscossione seguono, nel caso di avvenuta dichiarazione di fallimento del debitore, l’iter procedurale prescritto per gli altri crediti concorsuali dagli artt. 92 e ss. l. fall., legittimandosi la domanda di ammissione al passivo, se del caso su riserva, sulla base del solo ruolo, senza che occorra la previa notifica della cartella esattoriale al curatore

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 15 gennaio 2016, n. 655 Fatto e diritto E’ stata depositata la seguente relazione: 1) II Tribunale di Bari, con decreto del 23.4.014, ha in massima parte accolto l’opposizione ex art. 98 I. fall. proposta da Equitalia Sud s.p.a.. per ottenere l’ammissione allo stato passivo dei Fallimento della...